LE ‘NOSTRE’ PAROLE DI ZARATHUSTRA

Postato da Admin il 08 SET 2011

"L’editio sincera di Nietzsche, la collezione “Alter ego” di Ar, che ospita i testi del grande filosofo tedesco con l’originale a fronte, è giunta alla prova decisiva: la versione dello Zarathustra. Opera da far tremare le vene e i polsi per la profondità teoretica, per la purezza stilistica, per il labirinto di echi e rimandi in essa contenuti (illuminati con sorprendente virtuosismo dal Curatore). Il volume (di 590 pagine) vedrà la luce tra qualche mese, ma, data la sua importanza, vi proponiamo di divenirne già sottoscrittori da ora.

LE "CENTURIE NERE" PRECURSORI RUSSI DEL FASCISMO?

Postato da Admin il 28 giu 2011

"Il Fascismo non è nato in Italia e in Germania. Ebbe la sua prima manifestazione in Russia, col movimento dei “Cento Neri”, completo già all’inizio del 900 nelle sue azioni e nei suoi simboli: la violenza politica, l’antisemitismo feroce, i neri stendardi col teschio. “Maurizio Blondet in -Complotti- (Il Minotauro, Milano, 1996, pag.83)...

Steno Lamonica intervista Silvia Valerio

Postato da Admin il 07 SET 2011

Silvia Valerio, ha pubblicato nel 2010 il libro “C’era una volta un presidente”, la fabula milesia dei suoi diciott’anni. Tutt’attorno, eroi, prove, comparse, antagonisti, e qualche apokolokyntosis. "L’invidia… talvolta, in uno di quelli che volgarmente chiamano trip mentali, vedo di fronte a me una nuova versione del Giudizio Universale, un po’ psichedelica e sadica, dove Dio, o chi per lui, affossa ed esalta in base alle reazioni delle anime di fronte a un’opera di Botticelli. Lo so, sono rimasta scioccata da chi al liceo sosteneva che Botticelli i piedi li disegnasse male."

COME IL MONDO ANTICO È DIVENTATO CRISTIANO

Postato da Admin il 27 Set 2011

"Da parte di diversi autori è stato osservato che il cristianesimo si è potuto diffondere con relativa rapidità nel mondo antico, incontrando relativamente poca resistenza, in una maniera che è stata paragonata a un contagio, un'epidemia le cui cause sembrano in qualche modo misteriose, nonostante la sua evidente carica di sovversione e dissoluzione nei confronti del mondo e della cultura antichi.

La Spagna tra Goti Arabi e Berberi in uno degli ultimi scritti di J.A.Primo De Rivera

Postato da Admin il 21 Ott 2011

Ebbe a scrivere Maurice Bardeche in “Che cosa è il Fascismo” (Volpe, Roma, 1980, pag.47) “Il solo dottrinario di cui i fascisti del dopoguerra accettano le idee all’incirca senza restrizioni, non è né Hitler né Mussolini, ma il giovane capo della Falange, il cui destino tragico lo sottrasse all’amarezza del potere ed ai compromessi della guerra”, Frase bellissima come tante altre nel libro del Bardeche, ma che non ha mai completamente convinto chi scrive.(1).

Genocidio dei Nativi americani (“pellirosse”); da 5 a 7 milioni di persone massacrate dagli yankee USA nel corso del XIX secolo (genocidio ancora in corso in forma “soft”, negando l'accesso all'assistenza pubblica e alle risorse fondamentali).

Genocidio per fame degli Ucraini negli anni '30, mediante carestia provocata da parte del governo sovietico, numero imprecisato, diversi milioni di persone.

Internati nei gulag staliniani: oltre 20 milioni di persone fatte morire di stenti.
4 milioni di vittime civili dei bombardamenti angloamericani in Europa.

Vittime civili dei bombardamenti americani sul Giappone, fra cui gli abitanti di due città (Hiroshima e Nagasaki) distrutte con armi nucleari quando il Giappone aveva già chiesto la resa.

Tedeschi residenti a est del fiume Oder massacrati dall'Armata Rossa, 3 milioni di vittime.

Italiani della sponda orientale dell'Adriatico massacrati dai comunisti jugoslavi, numero imprecisato.
Da 3 a 7 milioni di civili tedeschi e prigionieri di guerra fatti deliberatamente morire di stenti dagli Americani (piano Morgenthau).

Tibetani sterminati dai comunisti cinesi; numero imprecisato, diversi milioni, genocidio ancora in corso.

Uighur – popolazione di etnia turca del Sinkiang – sterminati dai comunisti cinesi, genocidio ancora in corso.

Persone fatte morire di stenti nei laogai – i gulag cinesi – numero imprecisato, parecchi milioni, genocidio ancora in corso (i laogai hanno una “popolazione carceraria” stabile attorno ai 200 milioni di persone).

Auto-genocidio; da 2 a 3 milioni di persone massacrate dai Khmer Rossi in Cambogia.

Civili afgani massacrati dall'Armata Rossa, circa 3 milioni di persone.

Arabi palestinesi massacrati dagli Israeliani, numero imprecisato, genocidio ancora in corso.

Curdi iracheni massacrati da Saddam Hussein nel 1991 con la complicità degli Stati Uniti (gli Americani interruppero la prima Guerra del Golfo per permettere a Saddam Hussein di aggredire i villaggi curdi con i gas nervini).

Popolazione bianca dell'ex Rhodesia e della Repubblica Sudafricana massacrata da “rivoluzionari” africani generalmente d'ispirazione comunista; numero imprecisato, genocidio ancora in corso (generalmente di questo genocidio in Europa non si parla “per non parere razzisti”).

Perché ricordarsi di un solo genocidio? Forse perché è l'unico attribuito ai vinti della seconda guerra mondiale?

I vincitori del conflitto si nascondono dietro il cosiddetto olocausto (o “shoah”) per mascherare il fatto che le loro mani grondano e continuano a grondare di sangue!


Fabio Calabrese


Share/Bookmark

Steno Lamonica intervista Dario Spada

Pubblicato da Admin il 08:17 5 commenti
Dario Spada note biografiche


Nato a Milano si interessa di argomenti insoliti fin dai primi anni Settanta quando "inventa" i Gruppi di Ricerca - formati da appassionati e ricercatori del mistero - e li gira alla rivista "Il Giornale dei Misteri" che raccoglie l'invito e attraverso le pagine del giornale mantiene un coordinamento tra tutti i gruppi (in pochi anni saranno oltre 500 in tutta Italia). Alla fine degli anni Settanta comincia a collaborare con la rivista "Gli Arcani", di Milano e scrive il suo primo libro per le edizioni Armenia "Il Piccolo Popolo" dedicato a gnomi, fate e folletti che viene pubblicato nel novembre del 1983.

Da allora ha scritto oltre quaranta volumi, molti firmati anche con pseudonimi tra i quali ricordiamo: "Il potere delle Rune" (MEB, Padova, 1986); "Guida a gnomi, fate folletti e altri esseri fatati in Italia" (SugarCo, Milano, 1989, 2007); "Il libro delle preghiere" (Armenia, Milano, 1994, 2000, 2005). E' sua una trilogia sulla magia firmata con lo pseudonimo di Jean de Blanchefort: "Guida alla Magia" – uscito anche negli Oscar Mondadori - (1988, 2000, 2010); "Autodifesa magica" (1992, 2000); "I Segreti della stregoneria" (1994) tutti editi da Armenia di Milano e più volte ristampati.

Ha collaborato, e collabora, con riviste specializzate nel Mistero (oltre ai già citati "Giornale dei Misteri" e "Gli Arcani") ricordiamo: "L'Astrologo", "Magiko Mondo", "Clypeus", "Celtica".

Alla fine degli anni Novanta ha contribuito a fondare l'Associazione Culturale Kernunnos che si occupa di studi e ricerche sul celtismo, magia, esoterismo, studi pagani e tradizionali e ha dato vita alla libreria Primordia di Milano (via Piacenza, 20) aperta nell'ottobre del 1999 dove amano ritrovarsi i cultori di questi argomenti.

Nel gennaio del 2011 con alcuni amici ha fondato l’Associazione Culturale Libriperduti che ha il compito di pubblicare testi letterari e saggistici ormai scomparsi dal mercato o mai pubblicati nel nostro Paese (www.libriperduti.it).
I suoi interessi spaziano dalle tradizioni popolari alla magia e all'occultismo. Tiene conferenze e riunioni e partecipa a trasmissioni radio e tv.

intervista a cura di Steno Lamonica





A Lei è impegnato, anche editorialmente, sull’aspetto del Kosmos Magico, Esoterico e del Mistero. Un settore difficilissimo che è la porta che, secondo noi, conduce alla Paganitas. Basti pensare ai Misteri di Eleusi, apoteosi del Paganesimo.

R. In effetti una parte della nostra piccola produzione editoriale si occupa di tematiche legate al Paganesimo, ma in genere lasciamo agli Autori tutta la massima libertà possibile. Abbiamo pubblicato sulla nostra “fanzine” Primordia – un semestrale che pubblichiamo ormai da venti anni, siamo alle soglie del numero 40 – diversi articoli e interventi sul Paganesimo, ma anche riflessioni più legate alla Tradizione o alla Magia (Magick), all’Occulto, persino a tematiche “nere” come i Culti dell’Ombra e il Sentiero della Mano Sinistra, tant’è che siamo stati accusati via via di essere satanisti, antitradizionalisti, adepti del kali yuga e anche tradizionalisti cattolici per via di alcuni articoli pubblicati. Del resto essere settari o di parte non è nelle nostre concezioni pur avendo – personalmente – una visione pagana.


B La Magia e l’Esoterismo sono due scienze condannate e proibite dal cristianesimo ma pienamente accettate dal Paganesimo indoeuropeo. Perché tanta intransigenza, foriera della paura?

R. In realtà in certi periodi storici la Magia, così come l’Astrologia, non erano malviste dagli uomini di chiesa se si pensa che abbiamo avuto anche dei papi che si occupavano di Magia. Le condanne e gli ostracismi semmai sono venute ad un certo punto, specialmente dopo la Riforma Protestante. Non dimentichiamo che ad esempio l’Inquisizione fu molto più efferata nei paesi dove imperava il Luteranesimo che non nei paesi mediterranei posti sotto Romana Chiesa. Certamente se si pensa alla Magia (ed è quello che intendo io per Magia) come ad una forma di “alterazione degli stati di coscienza prodotti con l’ausilio della forza di volontà per aumentare la propria consapevolezza” il tutto può essere visto dall’autorità (ecclesiastica nel caso) come ad uno sforzo per spezzare i vincoli dei dogmi e delle imposizioni delle religioni dominanti e quindi, di conserva, un vero pericolo destabilizzante per la religione stessa. Ma la spinta della Vera Magia e dell’Esoterismo deve essere proprio questa: fare crescere l’Uomo fino ad elevarlo al Divino.

C Il Panteismo, altra filosofia aborrita dalla Chiesa, afferma che il Kosmos è espressione di Forze Divine. I nostri Avi affermavano che nei boschi, fiumi, mari ed in ogni luogo della Natura era possibile vedere e “sentire” queste Forze. Celebre l’immagine ed il ricordo dei pastori del Mondo Classico che vedevano improvvisamente il Dio Pan. Gli dei sono tra noi?


R. Gli Dei sono tra noi e in noi. Gli archetipi sono lì, immutati ed immutabili nei secoli e nelle ere, che li si chiami con un nome o con un altro. La Chiesa monoteista ha un unico Dio ma poi si avvale di una miriade di presenza più o meno divine: La Beata Vergine, i Santi, gli Angeli che incarnano in buona parte quelli che una volta erano Deità Pagane. Se il Dio Pan è stato ignobilmente demonizzato dalla religione cristiana alcune figure invece sono state “deificate” (si pensi a san Carpoforo, a san Satiro), curioso ad esempio il caso di san Silvano di Levroux, un santo popolare in certe zone della Gallia francese, personaggio leggendario che secondo certi studiosi potrebbe essere la personificazione di un culto agreste pagano legato  al dio Sylvanus/Sucellus (il dio col mazzuolo) popolare in tutta la Gallia, sia presso i Romani che presso i Celti.
D. l’Astrologia e l’Oniromanzia (l’interpretazione dei sogni) nel Mondo Classico, eterna pietra su cui è fondata la Cultura Europea, erano esercitate con proprie scuole, maestri, interpreti ed un vastissimo corpus librario. Nell’attuale disintegrazione del mondo moderno, c’è una vasta presenza in queste discipline di ciarlatani. Secondo Lei le discipline citate sono estinte?

R. Niente è veramente estinto se qualcuno nei secoli raccoglie la fiammella e la fa crescere. Certamente il fuoco che ne scaturirà non sarà così possente come lo era un tempo ma la fiamma non si spegne. Purtroppo in queste tematiche “di frontiera” l’inganno e il raggiro sono all’ordine del giorno, i mercanti dell’occulto prosperano sulle ingenuità altrui.


E. Un Maestro moderno dell’Esoterismo Pagano il politeista Arturo Reghini, si è scagliato contro l’appropriazione di Simboli e Miti da parte del Cristianesimo (paragonato al marxismo delle anime) nelle Società Iniziatiche. Pitagorismo con la sua Aristocrazia insidiata dall’ugualitarismo cristiano-marxista. Lei concorda?

R. Concordo, almeno in parte, ma non riesco ad essere polemico in questo momento storico nei confronti del Cristianesimo. Il vero pericolo, oggi, secondo il mio modesto parere non è costituito dal fondamentalismo cristiano ma da quello islamico: il vero pericolo oggi viene da quella parte perché, che lo si voglia o meno, l’Europa sta per essere islamizzata. In simili frangenti occorre fare “fronte comune” e combattere il Nemico. Gran parte dell’Islam è rimasto al Medioevo, servono Nuovi Templari.


F. Noi crediamo che il risveglio dell’Uomo drogato dalla Dymokrateia, ubriacato dal materialismo, stuprato dal marxismo ed ingannato dal cristianesimo che è la preparazione al comunismo possa partire dalle proprie Radici. Etnonazionalismo e Dottrina degli Etnarchi, cioè degli Dei protettori di una stirpe specifica, sono i due strumenti politici e religiosi atti al risveglio del narcotizzato Uomo Moderno. Insomma, il magico ed esoterico ritorno degli Dei Nazionali, come i Cicli Cosmici – concetto che disintegra i dogmi cristiani – insegnano, vedi il Paganesimo Indoeuropeo Hinduista?

R. Ciascuno di noi dovrebbe quantomeno cercare la sua strada, quella che gli è più congeniale per elevarsi. Il Paganesimo comprende una gran varietà di pantheon, anche solo in ambito Indoeuropeo. Personalmente mi sento molto vicino alla Tradizione Celtica e a quella Scandinava, molto meno a quella della Grecia classica o di Roma Antica. Tuttavia viviamo tempi difficili, la stragrande maggioranza del genere umano vive nel materialismo imperante e nella civiltà dei consumi ed è ben contenta di vivere così, questo è quello che è più deprimente. Chiediamoci: cosa possiamo fare noi per arginare questa marea di conformismo che ci sta portando alla rovina? Basta il nostro esempio, la nostra forza di essere diversi, i nostri Simboli? Personalmente nutro un gran pessimismo…
G. Se il Razionalismo e l’Ottimismo stanno a Sinistra, l’Irrazionalismo ed il Pessimismo fioriscono dalla parte opposta, salvo le immancabili eccezioni che confermano la regola. E’ anche la sua opinione?
R. Destra e Sinistra per me sono concetti che a volte si confondono, specialmente su certi temi come la Politica o l’Economia. Vero è che a sinistra prevale il razionalismo e il materialismo fine a se stesso, lì si tende ad essere anche opportunisti e a odiare il Nemico e, cosa non da poco, ci si abitua ad essere antropologicamente superiori agli altri considerati di destra. Questo atteggiamento razzista a tutti gli effetti è la cosa che mi fa essere ben contento di stare dall’altra parte, io sono un tipo pacifico ma questi “esseri superiori” – o che si ritengono tali – li manderei volentieri a sporcarsi le mani di letame in qualche appezzamento agricolo a calci nel didietro per imparare come si sta al mondo.


I. Si dice “il mondo Fatato” come espressione letteraria. Numerose sono le persone che hanno materialmente constatato queste Presenze nella propria vita. Lei ha mai avuto – se intende parlarcene – esperienze personali con questi Enti, che il Cristianesimo equipara, a mo’ di insulto a Satana? Non dimentichiamo che per i “padri” della Chiesa in ogni statua degli Dei si nascondeva il Demonio.

R. Con una battuta potrei rispondere che sono molto miope, ipovedente, difficilmente riesco a vedere le persone umane se non a un tiro di schioppo figuriamoci le Entità Fatate… E comunque, ai miei tempi, quando ero un po’ più giovane e andavo nei boschi di notte, qualche esperienza l’ho avuta, e a volte non erano esperienze particolarmente piacevoli. Che il Cristianesimo abbia cercato di “esorcizzare” questi Enti presenti in Natura seminando qua e là nelle montagne e nelle vallate cappelle votive, croci e immagini di Santi e Madonne è un dato di fatto. Ma sovrapporre ad una Fata presente in un dato loco un’immagine della Madonna è solo un modo per mascherare la presenza di “qualcosa”, l’Archetipo che comunque è presente in quel luogo lì rimane e può essere evocato come e quando si vuole. Andar per boschi o per montagne in religioso silenzio e con il dovuto rispetto nei confronti della Natura predispone al contatto con queste Presenze. Gli Spiriti di Natura ci sono e possono anche palesarsi, ma certo bisogna saperli padroneggiare o si rischia grosso.

L. Ci parli dell’editoria esoterica italiana con particolare riferimento al mondo del Mistero, Magia, Religiosità Pagana. Quali sono secondo Lei, le fonti da cui attingere?

R. L’editoria italiana di settore è abbastanza articolata, oggi si pubblica di tutto anche se la stragrande maggioranza dei prodotti sono di bassa qualità e, spesso, ripetitivi. E’ anche vero che gli editori nostrani sono abituati a proporre testi pubblicati all’estero e tradotti per il mercato italiano ma anche qui, purtroppo, le scelte sono spesso opinabili. Ci sarebbero diverse opere da pubblicare, magari fuori catalogo da decenni oppure mai editate o tradotte in italiano. Le fonti da cui attingere sono diverse: studi etnografici, mitologici, raccolte di folklore oggi dimenticate, ma anche Autori nuovi che propongono cose interessanti. Certo, occorre un paziente lavoro di ricerca e di analisi delle varie tematiche disponibili ma forse è proprio quello che manca, oggi si preferisce pubblicare l’opera già pronta magari scopiazzata qua e là, anche perché le tirature, nel settore, sono piuttosto basse e non consentono grosse spese di editing. Personalmente noto un certo fermento nel mondo editoriale, gli editori – piccoli o piccolissimi – nascono come funghi ma le difficoltà di farsi conoscere sono enormi. Se è vero che oggi stampare un libro è relativamente facile e accessibile economicamente a chiunque, è altrettanto vero che il problema grosso resta quello della distribuzione r quindi quello di farsi conoscere.


M. Esiste il ferocissimo odio da parte della Cristianità (addirittura dalla Bibbia. Esodo, capitolo 22, versetto 17: Attenzione a Yavèh che parla, padre di Cristo e suocero di Maria!...) nei confronti della “STREGA”. figura in realtà mediatrice tra Terreno e Divino. Il Dio dei Cristiani ordina di UCCIDERLA. E sarà bruciata viva nei secoli. A parte gli stomachevoli massacri (mai processati, stessa immunità goduta dagli USA ed infatti la Bibbia ha fondato gli Usa affermano i maligni…) compiuti dal Cristianesimo contro la Stregoneria, c’è un rapporto tra la “STREGA” ed il mondo segreto che nella dea Natura si materializza con le varie Entità? Nei termini moderni c’è un ritorno della Strega?

R. Io sinceramente non nutro nessun sentimento di odio nei confronti della Religione Cristiana – così come nei confronti di altre Religioni. Riconosco ovviamente che nel corso dei millenni le guerre di religione hanno fatto più morti che non le guerre canoniche, e che l’Inquisizione, così come le Crociate, sono state pagine nefande nella storia della Chiesa. Ma non possiamo ragionare col nostro metro di giudizio su fatti che sono accaduti 500 e più anni fa. Mi pare che anche il papa abbia a più riprese chiesto perdono per queste stragi di innocenti oggi riconosciute a tutti gli effetti come tali. Del resto i primi Cristiani furono perseguitati e uccisi barbaramente dai Pagani dell’epoca che non volevano tollerare che una nuova religione prendesse piede nelle loro terre, con questo modo di pensare dovremmo allora condannare anche i Pagani per le loro efferatezze. Piuttosto non è possibile passare sotto silenzio i massacri che avvengono anche oggi nell’anno di grazia 2012. Proprio nei giorni scorsi in Nigeria fanatici musulmani hanno assalito delle chiese cristiane uccidendo una trentina di persone inermi nel nome di Allah, questo è francamente intollerabile perché non siamo più nei “tempi oscuri” (o forse si?). La Strega, un tempo, poteva essere “la diversa”, la sciamana del villaggio, colei che aveva doti di guaritrice e che conosceva i mille segreti della Natura, la mediatrice tra le forze ultraterrene e il nostro mondo. Ma in alcuni casi poteva anche essere malvagia, conosceva le arti nere e le usava per fare del male ai suoi nemici o per accrescere il proprio potere personale. Oggi si parla di “wicca” e di stregoneria ma sono sole mode effimere che nulla hanno a che vedere con la stregoneria originale. Oggi la chiesa, per fortuna, non massacra più le streghe o presunte tali, ma in certe zone del globo queste figure sono ancora perseguitate, e questo è il vero dramma dei tempo moderni.


N. La Libreria Primordia di Milano, da Lei diretta, ha pubblicato un libro dell’antropologo Silvano Lorenzoni “LA FIGURA MOSTRUOSA DI CRISTO” che secondo noi è un libro che darà un carismatico contributo al crollo del Cristianesimo, inventato da “san” Paolo – magnifiche le parole di Nietzsche su costui! –che con la sua semina cosmopolita ha ben arato il campo al suo legittimo figlio il Comunismo. Vuol parlarci di questo ancora sconosciuto libro? Ci saranno presentazioni in Italia?

R. Mi risulta che l’Autore abbia già presentato il suo libro in diverse occasioni. Purtroppo le nostre potenzialità editoriali sono estremamente limitate, non avendo una distribuzione degna di questo nome è difficile superare certi ambiti culturali e farci conoscere. Il testo è sicuramente interessante e contiene delle tesi, alcune a mio avviso molto centrate e condivisibili altre meno, e meriterebbe quanto meno di essere letto e valutato. Io però non credo che il Comunismo sia figlio del Cristianesimo, le due “religioni” sono inconciliabili. Il Comunismo ormai è moribondo, non credo in una sua rinascita anche se in tempi di crisi tutto è possibile. 


O. La Libreria Primordia, non solo a Milano, è punto di riferimento sull’Esoterismo, Magia, Mondo Segreto. Quali progetti ha nel futuro?

R. La Libreria, come tutte le piccole realtà indipendenti, vive momenti difficili. La crisi morde e diventa sempre più difficile riuscire a tenerla aperta, è una lotta quotidiana. In queste condizioni programmare il futuro è difficile. Abbiamo fondato una Associazione Culturale che si chiama Libriperduti (www.libriperduti.it) che ha il compito di pubblicare testi mai apparsi in Italia oppure dimenticati da tempo e mai ristampati. L’idea è quella di fare una sigla editoriale vera e propria che riesca a pubblicare almeno 5-6 titoli l’anno. Con la formula dell’Associazione Culturale non a scopo di lucro che ci permette alcune agevolazioni contiamo di presentarci al Lettore non già come una impresa che deve per forza di cose fare profitto, ma come piccola realtà non conformista che intende veicolare idee e progetti. Auguriamoci che nonostante i tempi di crisi la cosa riesca, almeno cerchiamo di essere ottimisti.






Share/Bookmark
di Fabio Calabrese

Un sistema totalitario (e la democrazia lo è, si veda sempre sul sito del Centro Studi La Runa il mio testo La tirannide democratica) ha due tipi di strumenti per plagiare le coscienze dei propri sudditi: la censura e la propaganda. La prima consiste nell'impedire l'accesso ad informazioni essenziali, la seconda nel far credere ai sudditi informazioni false e utili al potere. Abbiamo visto l'aspetto censorio della guerra democratica alla conoscenza, vediamo ora quello propagandistico.
 Se avete letto il mio articolo L'altra faccia della stupidità, forse vi sarete chiesti quale è la prima faccia. Ammetto di essere stato alquanto cattivo nella mia affermazione.
La stupidità a cui alludevo era l'errata identificazione dei concetti di evoluzione e di progresso, equivoco che sta alla base della repulsione che esiste “a destra” verso l'evoluzionismo darwiniano, pessima scelta che alla fine non lascia altra alternativa che quella di ricadere nel creazionismo, e questo è un motivo importante che può spiegare la conversione di molti tradizionalisti da evoliani a cattolici, e costituisce un vero “buco” nella dottrina.

Forse sarebbe stato più giusto parlare semplicemente di ingenuità, perché non bisogna dimenticare che le persone della nostra “area” si trovano a dover controbattere un imponente sistema mediatico-culturale-politico schierato contro di noi. Nell'articolo di cui sopra, ho adottato una tattica diversa: invece di polemizzare coi camerati, era più saggio mostrare a quali contorcimenti intellettuali sono costretti, quante stupidaggini sono costretti a dire gli evoluzionisti democratici per evitare di arrivare alle ovvie conclusioni insite nella teoria darwiniana della selezione naturale, selezione dei più adatti che è, in poche parole, la negazione della legge democratica del numero.

Tuttavia, tra l'antievoluzionismo di destra e l'evoluzionismo democratico, esiste anche una terza faccia della stupidità, che in verità è la prima e la più diffusa, ossia l'affermazione pura e semplice del creazionismo, dell'autorità di per sé del testo biblico, del fanatismo religioso in spregio alla logica, al buon senso, alle prove scientifiche.

Noi in Europa, soprattutto nei Paesi cattolici abbiamo un'idea del cristianesimo strettamente legata alla Chiesa cattolica, un'istituzione rigida, lenta a reagire, ponderata fino alla pesantezza, stentiamo ad avere idea di quanto possa essere virulento e aggressivo il fondamentalismo religioso nell'ambiente puritano-protestante, soprattutto americano. In realtà costoro, con a disposizione quantità enormi di denaro, sedicenti università e ogni sorta di mezzi per avallare il punto di vista biblico, stanno conducendo una vera e propria controffensiva contro la cultura laica.

Pretendere dopo tremila anni di trovare tracce, ad esempio del passaggio degli Ebrei guidati da Mosè nel Sinai, è semplicemente ridicolo, anche perché chissà quanti accampamenti di beduini si saranno sovrapposti nella zona nell'arco di tre millenni. Oppure, sappiamo che sulle pendici del monte Ararat in Armenia c'è una formazione rocciosa che può vagamente ricordare la prua di un'imbarcazione, ed è stata prontamente identificata con quel che rimarrebbe dell'arca di Noè (Non c'è da stupirsi che il monte Ararat sia citato nella bibbia; è probabile che quella formazione abbia dato origine alla leggenda, più vecchia della bibbia stessa, di origine sumerica e riportata nel ciclo di Gilgamesh). Alcuni anni fa, dei “ricercatori” creazionisti riportarono dei frammenti di legno della zona. La risposta del carbonio 14 è stata implacabile: erano di età bizantina, forse parte della capanna di qualche eremita.

Ma c'è di peggio. Immagino che non molti di voi conoscano la sigla OOPArts. Si tratta, come è facile capire, di un acronimo inglese che sta per “Out of Place Artifcts”, letteralmente “oggetti fuori posto”, o se vogliamo anacronismi, cioè oggetti che appaiono estranei al contesto storico nel quale sono stati ritrovati. La categoria è molto vasta, e comprenderebbe ad esempio ossa (umane o animali) preistoriche con segni di arma da fuoco, oggetti a elevata tecnologia nell'antichità, e via dicendo.

Ora, si comprende bene che qualora fosse dimostrata l'esistenza di veri OOPArts, le spiegazioni per essi potrebbero essere diverse. Tra i 50-100.000 anni da cui si suppone esista la nostra specie e i cinque millenni di storia documentata, sarebbero potuti esistere più di un ciclo di evoluzione della civiltà e ricaduta nella barbarie. Volendo, si potrebbero anche ipotizzare contatti con extraterrestri o viaggi nel tempo. I creazionisti però hanno confiscato e svilito questa tematica per contestare la cronologia della scienza laica dei miliardi di anni, e ridurla ai pochi millenni della narrazione biblica, il che non lascerebbe il tempo per lo svolgersi dei processi evolutivi. E' difficile coniugare meglio di così arroganza, dogmatismo e mancanza d'immaginazione. I creazionisti sembrano davvero avere il dono contrario a quello di re Mida, di svilire e trasformare in immondizia tutto quello che toccano.

A tutt'oggi noi non conosciamo alcun OOPArt che non rientri in una di queste tre categorie: a) oggetti ritenuti “fuori posto” perché abbiamo sottovalutato il livello tecnico dei nostri predecessori, b) oggetti male datati o male interpretati, c) falsi.

Alla prima categoria appartengono ad esempio il meccanismo di Anticitera, un congegno a ingranaggi che funzionava come un complesso astrolabio in grado di determinare le posizioni del sole, della luna, dei pianeti sulla volta celeste, utilizzato per la navigazione, ritrovato fra i resti di una nave greca di età ellenistica naufragata; oppure le pile di Baghdad, antiche pile, rudimentali ma funzionanti, che erano probabilmente usate per dorare oggetti mediante elettrolisi.

Un caso lampante di OOPArt del secondo tipo è il cosiddetto “oggetto di Coso” (o sbrigativamente in italiano il “coso di Coso”), un oggetto metallico ritrovato a Coso in California negli anni '60 all'interno di quello che pareva un geode. Poiché queste formazioni minerali di struttura globulare cava con all'interno concrezioni cristalline impiegano milioni di anni a formarsi, sembrava sconvolgere tutta l'impostazione della geologia o della storia, o di entrambe, fu salutato dai creazionisti con ululati di gioia quasi fosse stato il ritrovamento del Santo Graal. In realtà il geode si è rivelato non essere altro che una palla di fango essiccato, e l'oggetto una vecchia candela per automobili di un tipo usato negli anni '20.

La terza categoria, quella dei falsi, è probabilmente la più vasta. Citiamo due esempi plateali: i teschi di cristallo, che sono stati fonte d'ispirazione anche per Stephen Spielberg, e le pietre di Ica.

Il “capostipite” dei teschi di cristallo, il “Mitchell-Hedges”, fu fatto ritrovare dall'archeologo Frederick Mitchell-Hedges dalla figlia tredicenne fra le rovine di una città maya nel Belize il giorno del suo compleanno, in modo che la ragazzina fosse convinta di aver fatto un'importante scoperta archeologica, e purtroppo l'inganno riuscì ben oltre le benevole intenzioni, ma era un oggetto di fattura moderna, prodotto – pare in Germania – alcuni decenni prima; gli altri sono “saltati fuori” per imitazione, e nessuno è stato mai trovato in un contesto archeologico purchessia.

Le pietre di Ica sono delle pietre provenienti dal Perù, incise con raffigurazioni di animali preistorici e di uomini con strumenti di fattura moderna, e tutta una serie di anacronismi; se fossero davvero di fattura incaica, ci sarebbe di che sconvolgere le fondamenta della storia umana e di quella naturale. E' risultato che sono state prodotte da due contadini, che hanno confessato di esserne gli autori: hanno cominciato per scherzo, poi sono andati avanti perché la cosa era diventata un interessante business.

Gli unici veri OOPArts, oggetti “fuori posto” rispetto alla “conoscenza” accademica e paludata (ma non servono alla causa del creazionismo yankee, semmai tutt'altro) sono le tavolette di Tartaria, l'ascia di rame dell'uomo del Similaun di mezzo millennio più antica di analoghi strumenti mediorientali, per non parlare di Stonehenge, di Newgrange, dei templi megalitici maltesi, tutte le prove chiare ed evidenti che dimostrano che l'Europa antica era molto più civile di quanto ci viene raccontato, e relegano lo schema storico di derivazione biblica nel limbo delle falsità e delle chimere.

Gli OOPArts, sebbene interessino tantissimo i fondamentalisti americani, non paiono interessare più di tanto il mondo cattolico anche perché quest'ultimo in genere preferisce evitare l'attacco frontale contro la teoria evoluzionista; tuttavia anche il cattolicesimo ha il suo OOPArt favorito, è l'oggetto che conosciamo come sacra sindone. Che questo “sacro lenzuolo” abbia veramente avvolto il corpo di Cristo nel sepolcro, ci vuole una discreta dose di credulità per ritenerlo possibile. Prima di tutto, il vangelo non parla di un lenzuolo ma di bende, poi l'immagine anteriore e quella posteriore del sudario sono sfalsate, come se chi l'ha realizzata avesse messo a contatto la parte anteriore e quella posteriore del lenzuolo con il corpo (o la statua) impregnato di aloe che doveva fare da modello, imprimersi sul lenzuolo, in due momenti diversi, il che tra l'altro spiegherebbe perché mai la doppia immagine sulla sindone non presenti le deformazioni che normalmente si formerebbero ripiegando il lenzuolo stesso per avvolgere il corpo; infine, la mano sinistra è nettamente più lunga della destra; o “l'uomo della sindone” era affetto da un'anomalia rarissima, oppure si tratta di un errore dell'artista che ha realizzato la statua o il manichino servito da modello alla sindone stessa.

Tuttavia, la prova decisiva viene dai test col carbonio 14 che hanno dimostrato che le sindone risale al XIII secolo, guarda caso, non prima che le cronache medievali comincino a parlarne. I “sindonologi” cattolici, invece di arrendersi all'evidenza, sono passati al contrattacco contestando la validità scientifica del metodo del radiocarbonio. Ora, guarda caso, in Spagna, a Oviedo, si conserva una benda che sarebbe invece il sudario che avrebbe avvolto il viso di Gesù durante la deposizione; in realtà si tratta di un grande fazzoletto macchiato di sangue, nient'altro. Anche il sudario di Oviedo è stato sottoposto all'esame del carbonio 14 che ha dato come risultato il VII secolo; più vecchio della sindone, ma siamo comunque lontani dall'età di Cristo. Anche questo risultato è stato vivacemente contestato dagli “studiosi” cattolici. Che strano, non è vero? Il metodo del carbonio 14 si dimostra affidabile in tutti gli altri casi, per datare oggetti di origine organica, ma perde del tutto la sua attendibilità quando si tratta di datare reliquie o altri oggetti religiosi!

Cerchiamo di capire una cosa: per secoli, durante l'età medievale ma soprattutto all'epoca delle crociate, si sono trovati faccia a faccia da una parte i cristiani, fanatici, ignoranti e creduli, dall'altra gli Arabi mussulmani, sicuramente allora come oggi astuti e affaristi. Che questi ultimi abbiano venduto ai primi – e fabbricato appositamente – paccottiglia di ogni genere in quantità enormi, spacciandola per reliquie della vicenda evangelica, è l'ultima cosa che possa stupire; è stato calcolato che se si mettessero insieme tutti i frammenti di legno della “vera croce” sparsi per l'Europa, si potrebbe costruire un'imbarcazione di discrete dimensioni, e non parliamo delle fiale di latte della madonna, delle penne delle ali dell'arcangelo Gabriele, dei santi di cui si conservano due o tre teschi per ciascuno. Per la legge dei grandi numeri, in mezzo a tutta questa massa di presunte reliquie, qualcuna fabbricata in modo più convincente, in grado di resistere più a lungo a indagini condotte con un minimo di acume critico, ci doveva pur essere!

Se un tempo la gente era ignorante perché tenuta lontana da qualsiasi fonte di conoscenza, oggi lo è perché subissata da un sistema mediatico che fa spesso e volentieri leva sul sensazionalismo, e “il sacro” al riguardo non fa certo eccezione.

La censura e la propaganda sono le armi della guerra contro la conoscenza di un sistema totalitario, e il demo-progressismo-cristianesimo lo è. Non si può obiettivamente negare che in alcuni momenti di una storia bimillenaria il cristianesimo abbia avuto anche effetti positivi, ad esempio quando è stato un punto di coagulo della resistenza europea contro le aggressioni islamiche, prima quella araba, poi quella ottomana, ma oggi non è più così: da un lato le chiese cristiane vorrebbero indurci a spalancare le porte all'invasione extracomunitaria, dall'altro l'ideologia giudeo-cristiana o cristiano-sionista che dir si voglia è in maniera sempre più marcata l'ideologia auto-referenziale del “nuovo Israele”, dei nostri dominatori a stelle e strisce, che dovrebbe giustificare ai loro ma anche ai nostri occhi la loro egemonia.
 Lottare per la verità non è mai stato tanto come oggi lottare per la nostra sopravvivenza.


Share/Bookmark
di Fabio Calabrese

Come la storia dell'Asia è molto diversa da quella che di solito ci viene raccontata, la stessa cosa può valere per l'America precolombiana. Secondo la versione ufficiale, le Americhe sarebbero state popolate a partire da 20-12.000 anni fa da popolazioni giuntevi dall'Asia orientale attraverso il ponte di terra emersa che, a causa del più basso livello degli oceani, durante l'età glaciale si trovava dove oggi è lo stretto di Bering; sono state riconosciute quattro ondate; la più antica avrebbe portato nel Nuovo Mondo gli antenati dei Fuegini (gli abitanti della Terra del Fuoco) e dei Pericu della Bassa California. Costoro, incalzati da popolazioni più progredite e dinamiche, si sarebbero man mano ritirati sempre più verso l'estremità meridionale del continente americano e la Terra del Fuoco, con l'eccezione dei Pericu che sarebbero rimasti imbottigliati nel lungo e stretto dito formato dalla penisola californiana.

La seconda ondata sarebbe rappresentata invece dagli Amerindi veri e propri, gli antenati della maggior parte delle popolazioni e delle culture precolombiane. Circa ottomila anni fa, una terza ondata sarebbe stata rappresentata dai precursori del gruppo Na-Dene di cui fanno parte oltre ai Navajo degli Stati Uniti, diverse popolazioni del Canada e dell'Alaska, infine in età ormai storica, non attraverso l'istmo che non esisteva più, ma superando il braccio di mare gelato dello Stretto di Bering, sarebbero giunti nel Nuovo Mondo gli Inuit che noi conosciamo come Esquimesi.
Questa è la versione ufficiale del popolamento dell'America precolombiana; c'è solo un piccolo particolare: i conti non tornano, perché si hanno tracce di popolamento umano nelle Americhe risalenti a 40.000 anni fa, un tempo almeno doppio o triplo rispetto a quello in cui sarebbero iniziate le ondate migratorie attraverso l'istmo o lo stretto di Bering. Chi erano questi paleo-americani che avrebbero preceduto gli Amerindi?
Nel 1999 due archeologi dello Smithsonian Institute, Dennis Stanford e Bruce Bradley, studiando l'industria litica Clovis, la più antica del continente americano, hanno scoperto che essa non presenta nessuna somiglianza con quella della Siberia da cui provengono gli antenati degli Amerindi, ed ha invece una somiglianza spiccata con un'industria litica europea, quella solutreana. Non basta. Sebbene il sito che ha dato il nome a questa cultura, Clovis, appunto, si trovi nel Nuovo Messico, la maggior parte dei siti in cui compaiono questi manufatti si trova nell'est degli attuali Stati Uniti, concentrata soprattutto attorno alla Chesapeake Bay, la grande baia che lambisce tre stati: Virginia, Delaware e Maryland, oltre al Distretto di Columbia: una disposizione che suggerisce una provenienza dal mare ed un irradiamento da est verso ovest.
Nell'età glaciale, argomentano Stanford e Bradley, il livello degli oceani era significativamente più basso di oggi a causa della grande quantità di acqua imprigionata sotto forma di ghiaccio sulle masse continentali, inoltre un'ininterrotta “linea costiera” di ghiacci si estendeva dalla sponda europea a quella americana dell'Atlantico inglobando l'Islanda e la Groenlandia.
Per dei cacciatori solutreani che si spostassero lungo di essa a bordo di canoe dando la caccia a foche ed altri animali marini, ipotizzano i due archeologi, raggiungere il Nuovo Mondo sarebbe stato tutt'altro che impossibile.
Uomini bianchi avrebbero lasciato tracce imponenti nelle tradizioni americane; all'epoca della conquista erano diffuse leggende su uomini di pelle bianca e barbuti che sarebbero comparsi all'improvviso dopo una catastrofe naturale per aiutare i nativi e portare loro una forma più elevata di civiltà; talvolta un uomo solo, più spesso un gruppo comunque identificato con il nome del suo leader: Viracocha in Perù, Quetzalcoatl o Gucumatz nell'America centrale, ed è anche noto come il ricordo di questi uomini divinizzati dai nativi spianò la strada alla conquista da parte degli Spagnoli, la cui invasione fu scambiata per il ritorno di Quetzalcoatl o Viracocha.
Questa è la descrizione di Quetzalcoatl raccolta dal cronista spagnolo Juan de Torquemada riportata da Graham Hancock nel libro Impronte degli dei:
“Un uomo biondo dalla carnagione rubizza e una lunga barba”.
Un'altra fonte, sempre riportata da Hancock, parla di:
“Un individuo misterioso ... un uomo bianco dalla corporatura robusta, la fronte ampia e una barba fluente”.
Ma leggende e descrizioni dello stesso genere, di uomini bianchi e barbuti che di volta in volta prendono il nome di Quetzalcoatl, di Viracocha, di Gucumatz, sono frequentissime in tutta l'America amerindia.
Non mancano in tutta l'America precolombiana raffigurazioni di uomini dai lineamenti europidi, come questa, di cui ci parla sempre Graham Hancock:
“La tomba di Pacal [nella piramide di Palenque] aveva almeno mille anni più di tutti i tesori di La Venta. Tuttavia, adagiata nel sarcofago vicino allo scheletro, era stata rinvenuta una minuscola statuetta di giada, che all'apparenza era molto più antica di tutti gli altri cimeli tombali. Raffigurava un anziano europide avvolto in lunghe vesti e con una barba a pizzo” (6).
Come potevano gli artigiani amerindi aver scolpito una simile raffigurazione millenni prima di Colombo se, come pretende la storiografia ufficiale, non avevano mai visto un uomo bianco?
Tuttavia le tracce di una presenza “bianca” nelle Americhe molto più antica di Colombo ed anche delle spedizioni vichinghe non si trovano solo nelle leggende. gli Spagnoli giunsero in Perù, ad esempio, notarono con sorpresa lineamenti “europei” e carnagione chiara fra i membri dell’aristocrazia incaica. In particolare le “coyas”, le “care donne” scelte fra le più belle ragazze di alto lignaggio per formare l’harem dell’Inca, erano di pelle più chiara di quella degli Spagnoli.
Questo non è certamente tutto: intere popolazioni dai lineamenti inspiegabilmente “caucasici”, “bianchi”, “europei” furono osservate sia nell’America settentrionale che in quella meridionale.
La più nota fra queste, probabilmente, è quella dei Mandan, una tribù di “amerindi” oggi estinta che abitava nella zona del bacino del Mississipi-Missouri che colpì gli Europei per la sua carnagione chiara, i lineamenti di tipo europide, i capelli spesso biondi dei suoi membri.
Su questi strani “indiani” è disponibile on line un articolo di Giuseppe Pirazzo e Francesco Vitale, Il mistero degli indiani Mandan, di cui riporto alcuni stralci:
“A partire dal XVII secolo, vari esploratori vennero in contatto, nella regione dell'America Settentrionale corrispondente all'attuale stato del North Dakota, con una tribù di Indiani, i Mandan, aventi caratteristiche somatiche tipicamente europee (capelli biondi o rossi, occhi azzurri e pelle chiara). Per spiegare tali peculiarità, gli Autori espongono le varie teorie avanzate dagli studiosi, a partire da quelle, coeve con la scoperta di questi Pellirosse, che li volevano discendenti dai Gallesi, fino a quelle, più recenti, che li vogliono discendenti dai Vichinghi”
“All'inizio del 1805 Clark cominciò a contattare questa tribù di Indiani, che non mancò di attirare la curiosità di tutti gli esploratori. Innanzi tutto avevano la pelle chiara; molti avevano gli occhi azzurri o grigi e alcuni avevano i capelli castani o rossi; i vecchi avevano i capelli bianchi, caratteristica insolita tra gli Indiani. (…).
Purtroppo, il mistero non poté essere risolto: alla fine dell'Ottocento, un'epidemia di vaiolo sterminò tutti gli Indiani di quella tribù.
Nello stesso articolo, Pirazzo e Vitale fanno riferimento anche ad altre popolazioni native americane stranamente “bianche”:
“Gli Aracani, Indios della Bolivia, hanno caratteristiche somatiche molto vicine a quelle, indoeuropee, dei "bianchi". Abitano nella città di Tiahuanaco, ma sono presenti, in minor numero, nelle zone bagnate dal Rio Guaporé, fiume che, presso il confine con il Brasile si unisce al Rio Beni, formando il Rio Madeira” (7).
Notiamo che si parla proprio di una popolazione che abita la zona dove si trova uno dei complessi archeologici in assoluto più antichi e misteriosi dell’America meridionale, Tiahuanaco, la “Stonehenge del Sud America” come è stata definita.
Tuttavia, le prove più evidenti sono i reperti paleoantropologici, ed anche qui le evidenze sorprendenti non mancano. Fra di queste, forse la più notevole è rappresentata dal cosiddetto uomo di Kennewick, un nativo americano vissuto circa 9.000 anni fa, i cui resti furono ritrovati nel 1998, appunto a Kennewick, località dello stato di Washington sulle rive del fiume Columbia, e si tratta di uno degli scheletri meglio conservati di antichi nativi americani di cui disponiamo. Dalle analisi del cranio e dalla ricostruzione dei lineamenti facciali che sono state effettuate, è risultato che l’uomo di Kennewick aveva lineamenti prettamente caucasici.
Perché esiste una censura, un coverage delle informazioni su questi argomenti? Perché qui non si tratta solo della storia delle antiche civiltà, il problema è attuale e politico nella misura in cui la conoscenza del passato determina l'idea che abbiamo di noi stessi: rischiamo di scoprire che alla base delle antiche civiltà dell'Asia come delle Americhe vi potrebbe essere un antico popolamento caucasico, e magari potrebbe venirci il sospetto che l'uomo caucasico/europide sia effettivamente il Leistungmensch, l'uomo creativo, che vi sono popoli creatori, altri portatori ed altri ancora distruttori di civiltà; una consapevolezza che sarebbe estremamente pericoloso che recuperassimo, nel momento in cui si è decisa la sparizione dell'uomo europeo/caucasico nella maniera più indolore possibile nel nostro stesso continente ancestrale. Chissà, in un soprassalto di orgoglio potremmo anche decidere di riprendere in mano il nostro destino.


Fine 2^ parte



Note:

6.     Graham Hancock: Impronte degli dei (Fingerprints of the Gods), RCS libri, Milano 2005.
7. Giuseppe Pirazzo e Francesco Vitale: Il mistero degli indiani Mandan on line, “Episteme” www.volta.alessandria.it/episteme/ep6/ep6-mandan.htm


Share/Bookmark
     di Fabio Calabrese

Oggi cristianesimo e democrazia sono i peggiori nemici del sapere, in difesa dell'autorevolezza di un libro anacronistico che si continua a pretendere “sacro”, e per far valere a tutti i costi il dogma dell'uguaglianza degli uomini.
In Origini del monoteismo e sue conseguenze in Europa (1), Gianantonio Valli e Silvano Lorenzoni, parlando dello studio delle differenze psicologiche fra i diversi gruppi umani che stanno alla base delle differenze religiose, hanno osservato che da questo punto di vista “Nel 1945 in Europa sono calate le tenebre”.
Lo studio delle differenze fra gli uomini e fra i gruppi umani, fra le razze – diciamola pure questa parola tabù – che è tutt'altra cosa da politiche di discriminazione o tanto più di sterminio, è stato soppresso, cancellato, demonizzato per fare posto al dominio incontrastato del dogma democratico dell'uguaglianza, e oggi l'Europa si trova a dover affrontare un imponente fenomeno di immigrazione allogena, non solo con le mani legate, ma con gli occhi chiusi.

Come se questo non bastasse, occorre tenere presente che gli Stati Uniti, diventati la potenza egemone a livello planetario dopo la seconda guerra mondiale e ancor più dopo il crollo dell'Unione Sovietica, hanno imposto e stanno sempre più imponendo il loro modello “culturale” e di costume a un' Europa sempre più plagiata, una “cultura” rozza e superficiale con modi di pensare rudimentali in confronto a quelli che l' Europa ha sviluppato nella sua storia, e quel che forse è ancora peggio, venata da un fondamentalismo religioso che è l'eredità diretta dei fanatici puritani e calvinisti che hanno fondato le colonie da cui gli Stati Uniti stessi hanno avuto origine.
Io vorrei qui riprendere le tematiche contenute in due articoli già presenti sul sito del Centro Studi La Runa: La mistificazione della storia e L'altra faccia della stupidità.
La mistificazione della storia nasce direttamente dal cristianesimo, dal fatto che la nostra cultura si è organizzata attorno a un antico libro mediorientale ritenuto nientemeno che “la parola di Dio”. Tutte le rivoluzioni scientifiche, da Copernico a Galileo, a Darwin sono state degli affrancamenti dall'influenza biblica, tuttavia questo liberarsi dalla disastrosa influenza della sedicente “parola di Dio” che è avvenuto nell'astronomia e nelle scienze naturali è finora del tutto mancato nelle scienze storiche. La storia antica, quella che viene insegnata nelle scuole, è impostata ancora oggi secondo un'ottica che è biblica, che enfatizza il Medio Oriente (che era l'unica parte del mondo che gli estensori del cosiddetto sacro testo conoscessero) e tiene in assoluto non cale l'Europa.
Ancora oggi gli archeologi, tutte le volte che in Medio Oriente trovano due paraventi di canniccio, le tracce di una capanna, quattro cocci di vaso, annunciano la scoperta di “una nuova civiltà”, mentre Stonehenge, Carnac, la tomba megalitica di Newgrange in Irlanda, i tumuli di Heuneburg in Germania o i templi megalitici dell'isola di Malta sembra che non dicano loro nulla.
Davvero l'evidenza non sembra dotata di alcun potere contro l'ossessione biblica: ad esempio, studiando la storia dell'Europa antica, troviamo un gran numero di popolazioni non indoeuropee (né del resto camitiche o semitiche) insediate nella stessa area euro-mediterranea e affini in termini antropologici e culturali: Iberi, Liguri (che un tempo popolavano tutta la Francia meridionale, Etruschi, Minoici, Pelasgi; perché non postulare allora un quarto ramo “mediterraneo” della famiglia caucasica? Non si può perché secondo il racconto biblico i figli di Noè erano tre. E le popolazioni non caucasiche? Forse i loro antenati sono giunti sul nostro pianeta a bordo di UFO?
Questo modo deformato di vedere le cose si mantiene attraverso un sistema di censure; ad esempio, si è evitato che arrivasse al grosso pubblico, e tanto meno sui libri di scuola una scoperta vecchia ormai di più di mezzo secolo avvenuta nei pressi di Turda in Romania dove in un sito appartenente alla cultura Vinca sono state ritrovate le cosiddette “tavolette di Tartaria”, tavolette di argilla che contengono i più antichi esempi di scrittura noti a livello mondiale, più vecchi di mille anni dei più antichi pittogrammi sumerici.
Ma vogliamo scherzare? In un'epoca in cui si cerca ti trasformare l'Europa economicamente e culturalmente in una periferia degli Stati Uniti ed etnicamente in un sobborgo del Terzo Mondo, vi pare che si possa lasciar divulgare qualcosa che ricordi agli Europei l'antichità della loro cultura, la grandezza del loro passato, l'orgoglio di essere tali?
Tanto più che gli Stati Uniti sulla base della bibbia, e di quella che ben si potrebbe chiamare la loro bibliolatria, hanno costruito la pseudo-identità della loro non-nazione e non cessano di proclamarsi e di considerarsi il “nuovo Israele”.
La mistificazione della storia è nato come condensato di un lavoro molto più ampio, un libro che finora non ho avuto modo di pubblicare (speriamo in futuro), dove rimetto in discussione tutti i concetti sui quali si basa la versione ufficiale della storia delle civiltà. Per motivi di sintesi, l'articolo si concentrava sulla storia del nostro continente, ma nel libro esaminavo anche alcuni aspetti ignorati della storia delle civiltà extraeuropee, e anche qui vengono fuori cose molto interessanti.
Oggi sembra che sia una cosa sconveniente, “politicamente scorretta” anche soltanto porsi simili interrogativi, ma i ricercatori del XIX secolo si sono dati parecchio da fare a elaborare ipotesi circa le origini delle popolazioni indoeuropee e caucasiche, e molti allora si orientarono nel porre l'origine dei popoli caucasici in quell'Asia centrale che oggi è il dominio delle popolazioni di ceppo mongolico. Questo avveniva per un motivo preciso: noi troviamo popolazioni di tipo caucasoide stanziate sia a occidente sia a oriente dell'area mongolica: riconducibili a un ancestrale tipo caucasico appaiono essere sia i Dayaki del Borneo, sia gli Ainu dell'isola di Hokkaido nel Giappone settentrionale sia Polinesiani, certamente stanziati in Asia orientale prima di avventurarsi nelle acque del Pacifico. Era logico supporre che le popolazioni caucasiche si fossero originate nel cuore dell'Asia e si fossero divise in due rami, uno direttosi verso ovest avrebbe dato origine alle popolazioni “bianche” occidentali, l'altro, direttosi verso oriente sarebbe stato l'antenato di Ainu, Dayaki e Polinesiani.
Oggi questa tematica è caduta in desuetudine, non perché siano state avanzate teorie diverse, ma perché è considerato sconveniente occuparsi di simili problemi, eppure popolazioni-relitto “bianche” emergono nel centro del continente asiatico e ritrovamenti archeologici in questo senso si sono moltiplicati. Ad esempio, nel dicembre 2008, il sito on line di “Ticino Libero” ha riportato una notizia sensazionale che avrebbe meritato ben altra rilevanza:
“Capelli e barba rossicci con spruzzi di grigio, un naso lungo e un’altezza considerevole, quasi 2 metri. Per la sepoltura era stato vestito con una lunga tunica di colore rosso e calzature in pelle, decorate.
Questa è la mummia, di aspetto visibilmente europeo e ben conservata, di un uomo che era morto (e forse vissuto) oltre 3000 anni fa nel deserto del Taklamakan, nello Xinjiang, una regione impervia nell’ovest della Cina (...).
Gli archeologi lo hanno chiamato “l’uomo di Cherchen” e lo hanno trasportato in un museo della capitale della provincia dell’Urumgi.
La mummia era stata rinvenuta con le mummie di tre donne e di un bambino piccolo; fanno parte di circa 400 mummie di razza celtica rinvenute nel deserto del Taklamakan e il loro stato di conservazione è migliore di quello delle mummie rinvenute nei siti archeologici egiziani.
[Nota: L'articolo su “Ticino Libero” riporta queste grafie, ma quelle più comuni sono “Urumci” e “Takla Makan”].
Una delle donne della tomba di Cherchen ha capelli castano chiaro, il viso e le mani dipinti con simboli e porta un vestito rosso riccamente ornato. La mummia del bambino è avvolta in una stoffa di colore bruno e sugli occhi ha due pietre blu
È notevole la somiglianza con le popolazioni celtiche dell’Età del Bronzo; l’analisi dei tessuti e la maniera in cui erano state tessute le stoffe hanno rilevato analogie con i vestiti indossati dai minatori di sale che vivevano nell’attuale Austria nel 1300 a. C.”.
Apprendiamo in primo luogo che la scoperta della mummia dell'uomo di Cherchen è stata fatta da Victor Mair, sinologo dell'università della Pennsylvania che, mentre accompagnava un gruppo di turisti in un museo di Urumci, capoluogo dello Xinjiang, avrebbe notato per caso le fattezze europidi della mummia esposta in una teca male illuminata. Da qui sarebbe poi risalito ad altre mummie sorprendentemente “europee” e “celtiche” provenienti sempre dalla zona di Cherchen. Altro fatto importante, perché illustra bene le condizioni in cui i ricercatori sono costretti a lavorare, le analisi del DNA che hanno permesso di accertare le caratteristiche “celtiche” di questa antica popolazione vissuta attorno all'XI secolo avanti Cristo, sono state condotte su campioni “rubati”, prelevati di nascosto, all'insaputa delle autorità cinesi che non l'avrebbero di certo consentito.
Per quale motivo il governo cinese ostacoli in tutti i modi queste ricerche, ciò non è affatto un mistero:
“Lo storico Ji Xianlin spiega [che] vi è in Cina un piccolo gruppo di separatisti etnici che hanno approfittato dell’occasione per fomentare disordini e pretendere una discendenza con questo antico popolo celtico” (2).
Così come il Tibet, il Sinkiang, oggi indicato con la grafia cinesizzata di Xinjiang, abitato dagli Uighur, un popolo di etnia turca e di religione mussulmana, è una di quelle regioni etnicamente non cinesi che la Cina comunista ha invaso, sottomesso e cerca in ogni modo di snazionalizzare.
Peggio, come sappiamo, la zona del Lop Nor è stata trasformata dalla Cina in un devastato poligono per esperimenti nucleari. Poiché proprio qui nell'anteguerra si concentrarono le ricerche di Sven Hedin finanziate dai Tedeschi miranti a scoprire le origini degli Indoeuropei, c'è da pensare che i Cinesi abbiano voluto punire la regione diventata per ciò stesso “fascista” con un processo di chiusura mentale e ottusità indotta assolutamente tipico dei seguaci di Marx.
Un'ipotesi molto verosimile collega le mummie di Cherchen ai Tocari, un'antica popolazione vissuta nel bacino del fiume Tarim, sempre nella regione del Sinkiang (o Xinjiang) che ci ha lasciato una copiosa letteratura di testi religiosi buddisti in una lingua non solo indoeuropea, ma appartenente al gruppo centum (le lingue indoeuropee sono divise, secondo la forma del numerale “cento”, in un ramo orientale, centum, comprendente i linguaggi celtici, latini e germanici, e in un ramo orientale, satem composto dalle lingue slave e da quelle indoiraniche). Questo risolve solo in parte l'interrogativo circa le mummie di Cherchen, perché a sua volta il popolo tocario rappresenta un bel mistero.
Forse costoro hanno lasciato discendenti o almeno parenti abbastanza stretti. Nelle alte valli del Pakistan, oggi ridotto a poche migliaia di sopravvissuti dalle incessanti persecuzioni islamiche, vive ancora oggi un popolo di biondi pagani tenacemente attaccato alle proprie tradizioni, i Kalash. Di questa popolazione praticamente sconosciuta nel mondo occidentale, aveva parlato Duccio Canestrini in un articolo pubblicato su “Airone” nel n. 98 del giugno 1989 (3):
Canestrini definisce i Kalash un' “isola pagana nel mondo islamico”, “rappresentano infatti l’ebbrezza, l’amore, la poesia e tutti i sentimenti pagani che abbiamo ereditato dalla civiltà del dio Pan”, ci racconta di “una terra d’Oriente abitata da gente bionda, di carnagione chiara, con occhi cerulei, che passa il tempo a bere e a cantare, e che sacrifica giovani maschi di capra a un ventaglio di dei. Tra gente che relega, vela e reprime le proprie donne, resistono i loro costumi sessuali, più rilassati e più gioiosi, che si manifestano soprattutto durante le feste. In un mondo clamorosamente devoto ad Allah, resiste il loro “profondo” politeismo, animato da divinità maschili e femminili, da fate con tre seni, da splendidi protettori delle vette, da numi solari e da cavalli soprannaturali”.
Ovviamente, costoro sono stati sempre odiati e ferocemente perseguitati dai mussulmani:
“ Purtroppo, la storia dei kalash coincide con l’inizio dei loro guai. A battezzarli kafiri (in arabo, “infedeli”) furono proprio i seguaci di Maometto che, nella loro gigantesca campagna di islamizzazione partita nel VII secolo dopo Cristo, giunsero ad accerchiare anche la patria dei kalash, chiamata Tsyam. Quegli “infedeli” si dimostrarono, però, degli irriducibili. Uguale insuccesso toccò l’anno Mille, al fondatore del ramo turco dei Ghaznavidi, Mahmud, il sultano conquistatore dell’India. E neppure i diecimila cavalieri dell’esercito di Tamerlano, il celebre discendente di Gengis Khan, ebbero ragione, quattro secoli dopo, delle roccheforti dei ribelli”.
Oggi però la pressione islamica mai cessata ha ridotto questo fiero popolo e la sua cultura sull'orlo dell'estinzione.
Riguardo alle loro origini, Canestrini ci racconta che:
“Gli antropologi culturali, infine, sottolineano la somiglianza di alcune caratteristiche della cultura kalash (come la figura dello sciamano, l’uso del tamburo nelle feste e la stessa vinificazione) con elementi tribali del Turkestan orientale, oggi politicamente cinese”.
Il Turkestan orientale, noto anche come Sinkiang o Xinjiang, la stessa regione dei Tocari e delle mummie di Cherchen. E' alquanto difficile considerare tutto ciò una coincidenza.
Altri elementi di grande interesse si ricavano da L'ultima falange macedone, un articolo apparso (purtroppo senza firma) su Digilander (4) al seguente link: http://digilander.libero.it/kisp/focus/selezioneita.htm
L'ignoto articolista ci racconta:
“Le persone che vedo [appartenenti a una popolazione affine ai Kalash, gli Hunza] sono notevolmente diverse dai pakistani di pelle scura dei bassopiani. Rosei nelle guance e bianchi di pelle, molti dei 50.000 Hunza hanno occhi blu, verdi o grigi, e capelli che variano dal giallo granturco al nero corvino. Alcuni ragazzi hanno anche capelli rossi e efelidi. Ma ancora più addentro le montagne, mi dicono, c'è un altra tribù, i Kalash, tra i quali la somiglianza con i presunti antenati europei è ancora più sorprendente” .
Ma il dato più sorprendente e incontrovertibile viene da una ricerca sul DNA dei Kalash condotta da un medico pachistano, il dottor Qasim Mehdi.
“Mehdi aggiunge che il DNA dei Kalash presenta inoltre un parentela genetica con gli italiani e i tedeschi”.
Sempre nel quadro di queste “isole” europidi che emergono da un mare turco-mongolo, non si può passare sotto silenzio il fenomeno dei kurgan, i grandi tumuli funerari che costellano le steppe eurasiatiche, ed è noto che l'antropologa di origine lituana Marija Gimbutas identificava la cultura madre dei kurgan con l'Urheimat, la patria ancestrale degli Indoeuropei. Ebbene, riguardo ai kurgan, un fenomeno che appare molto chiaro è, in presenza del mantenimento della medesima “facie” culturale, la sostituzione del tipo antropologico europide con quello mongolico. In proposito, alla voce “Kurgan” (5) Wikipedia riporta:
“Sebbene i kurgan siano un fenomeno essenzialmente culturale, si osserva che, nelle steppe occidentali (ma nelle fasi antiche fino anche in Mongolia e sui monti Sayan-Altai), i cadaveri intumulati manifestano caratteristiche europoidi. In particolare, data l'alta statura, la forma del cranio ed altre caratteristiche che si ritrovano frequentemente nei kurgan, si può certamente asserire che almeno nelle prime fasi le culture kurgan furono diffuse da una popolazione europoide di tipo cromagnoide.
Successivamente nelle regioni orientali si assiste all'apparire delle caratteristiche mongoloidi (probabilmente già nella cultura di Karasuk), come si può ben vedere nei kurgan di Pazirik, un fenomeno questo che sembra accompagnarsi alla sostituzione delle lingue iraniche in Asia centrale e in Siberia da parte delle lingue turco-mongole”.
Abbiano o no una parentela con gli antichi Tocari e con le mummie di Cherchen, gli Uighur del Sinkiang sono un popolo che si vede negato il diritto di esistere, così come i Tibetani, così come i Kalash, così come gli Arabi palestinesi, così come gli Americani nativi negli USA che, oltre a essere i superstiti di un genocidio di dimensioni per nulla inferiori a quello attribuito ai nazisti, pure nella babele etnica che è diventata negli ultimi due secoli quella che fu la loro terra, sono sempre gli ultimi nell'assegnazione dei posti di lavoro, nell'assistenza sociale, nell'assistenza medica, ricordo vivente di un'usurpazione di cui gli yankee sembrano proprio volersi definitivamente sbarazzare.
Parallelo all'elenco dei popoli perseguitati, è quello dei persecutori: comunisti, islamici, sionisti e yankee. Il mondo islamico, una realtà complessa di un miliardo e trecento milioni di persone, richiede forse un discorso a parte. Premesso che l'invasione islamico-magrebina dell'Europa è una catastrofe e un pericolo per il nostro futuro che dovremmo combattere con ogni mezzo, è anche però vero che la resistenza opposta da alcuni stati islamici, l'Iran in primo luogo, alla prepotenza americana e sionista, non può che trovarci solidali. Tuttavia, si vede bene che per il resto questo medagliere di campioni in violazione dei diritti umani: comunisti, sionisti e yankee, coincide alla perfezione con il gotha della democrazia e dell'antifascismo, e questo è certamente un fatto sul quale occorre riflettere.

Fine 1^ parte


Note:
1.     Gianantonio Valli e Silvano Lorenzoni: Origini del monoteismo e sue conseguenze in Europa, on line “Thule Italia” www.thule-italia.net/religione/monoteismo.html .
2.     Ticino Libero” , 18.12.2008.
3.     Duccio Canestrini: Tra i Kalash, gli ultimi pagani dell'Afghanistan, “Airone” n. 98, giugno 1989.
4.     Digilander” L'ultima falange macedone, link http://digilander.libero.it/kisp/focus/selezioneita.htm
5.    “Wikipedia”, voce Kurgan


Share/Bookmark

    Ultimi 5 Commenti

    Il Presidente

    Social Network

    I più letti della sett.

    Lettori fissi