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In origine, l’economia era immersa nei rapporti religiosi e sociali. Ma questa verità è divenuta eccezione nell’età moderna, che ha sancito “la separazione radicale degli aspetti economici dal tessuto sociale e la loro costituzione in un ambito autonomo” (1). Non a caso, la stessa eliminazione della trascendenza trova una paradossale conferma nel meccanismo autoregolantesi del mercato. Il mercato è il luogo della più radicale immanenza perché non può che autoregolarsi (appunto rifiutando tutto ciò che trascende il mercato stesso). Il mercato come luogo ‘tremendo’ dell’identità dove ‘l’altro’ è necessariamente impossibile. Inoltre: il mercato risponde a una logica di illimitata espansione che, collegata a un inesorabile rifiuto di ogni misura che lo limiti dall’esterno, lo porta ineludibilmente a esercitare il più assoluto dei dominî.
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