Autore : Rutilio Sermonti
Nell’immaginario popolare, tuttora largamente diffuso, il fascismo è il male assoluto, portatore di disgrazie e massacri, un vero e proprio mostro.
Non siamo qui per dare giudizi in merito ma per analizzare ciò che Sermonti ci illustra come l’unica soluzione plausibile alle due facce del capitalismo(capitalismo e comunismo):”Si insegna ai lavoratori: da una parte c’è la democrazia capitalista, dall’altra il comunismo; non c’è altra scelta! L’importante è che ognuno imbocchia a testa bassa una qualsiasi delle due porte della stessa galera …Chi organizza la società csolo come una immensa organizzazione produttrice di ricchezza? La democrazia capitalista e il comunismo allo stesso modo…Chi affida le leve di comando a coloro che maneggiano il capitale?La democrazia capitalista e il comunismo”
Attraverso una profonda analisi di fatti e similitudini Sermonti ci dimostra come il comunismo discenda dal capitalismo e non ne sia affatto antagonista.
Entrambi i modelli societari , descritti da Rutilio, annichiliscono la natura umana. L’unica vera opposizione è il corporativismo fascista.
Un’ opposizione umana e ristoratrice dove ogni persona svolge il suo compito protetta da uno stato altrettanto umano, il lavoratore si riappropria di una dignità da tempo negata e garantita da diritti sociali( mi permetto di aggiungere che ancora oggi questi diritti sociali dovrebbero essere studiati dai “grandi sindacalisti”.)
“Non intendiamo dire che l’idea sindacalista sia in qualche modo migliore di quella comunista, ma solo che il marxismo, come idea basata su un fenomeno sociale fu superata dal medoto e dal relativo fenomeno sociale sindacale, semplicemente perché il secondo valse a mutare di fatto quelle condizioni sociali di inferiorità, compressione e miseria della classe proletaria… e quindi in fondo addirittura di esistenza di una classe proletaria come realtà economica e psicologica…Tanto che oggi la potenza comunista è costretta sempre più ad andarsi a cercare il proletario di cui si ciba, nei Paesi cosiddetti sottosviluppati, ovvero a costruirsi in quelli civilizzati un vero e proprio proletario ….”
In poche pagine Sermonti riesce a compiere uno studio storico accurato e preciso, e per quanto l’argomento possa essere difficile da affrontare il lettore non manca di essere coinvolto.
Un libro che , se si dispone di una certa onestà intellettuale che vada oltre le barriere politiche, non può non essere presente nella propria biblioteca.
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