La Dottrina aria di Lotta e Vittoria
Documenti per il Fronte della Tradizione - Fascicolo n. 38L’Islam usò il termine di "Grande guerra santa" per descrivere la lotta interiore di quella parte dell'uomo virtuosa ed orientata verso il sacro, contro quella animalesca e brutale che compone la totalità degli uomini moderni: troppo presi dalla loro avidità e dall'interesse per accorgersi della loro condizione poco più che bestiale. Questa lotta interiore non è una battaglia intellettuale o mentale, né tantomeno può fermarsi alle "belle parole" o al credere di essere "qualcuno" o "qualcosa": questa si concretizza solo nell'azione quotidiana svincolata dall'insieme delle passioni e dell'interesse che fa, invece, parte di quella natura animalesca che va vinta e dominata. Non è un caso allora che nei miti di molte tradizioni, la lotta contro la parte oscura di se stessi sia stata più volte presentata nel duello contro una bestia nascosta in una caverna o in un abisso, utilizzando di volta in volta un drago (San Giorgio), un serpente (Thor e Sigfrido) o un toro (Mithra), quali simboli di quelle passioni che, spuntando dalle profondità nel nostro essere, tentano di sopraffare la parte migliore di noi. Il santo, l'eroe, o l'uomo fattosi dio, intraprende allora la lotta nell'intento di vincere questa battaglia interiore, poiché azione doverosa e giusta: ma solo compiendola senza badare ai frutti delle proprie azioni riuscirà è possibile uscirne vittoriosi.
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