LE ‘NOSTRE’ PAROLE DI ZARATHUSTRA

Postato da Admin il 08 SET 2011

"L’editio sincera di Nietzsche, la collezione “Alter ego” di Ar, che ospita i testi del grande filosofo tedesco con l’originale a fronte, è giunta alla prova decisiva: la versione dello Zarathustra. Opera da far tremare le vene e i polsi per la profondità teoretica, per la purezza stilistica, per il labirinto di echi e rimandi in essa contenuti (illuminati con sorprendente virtuosismo dal Curatore). Il volume (di 590 pagine) vedrà la luce tra qualche mese, ma, data la sua importanza, vi proponiamo di divenirne già sottoscrittori da ora.

LE "CENTURIE NERE" PRECURSORI RUSSI DEL FASCISMO?

Postato da Admin il 28 giu 2011

"Il Fascismo non è nato in Italia e in Germania. Ebbe la sua prima manifestazione in Russia, col movimento dei “Cento Neri”, completo già all’inizio del 900 nelle sue azioni e nei suoi simboli: la violenza politica, l’antisemitismo feroce, i neri stendardi col teschio. “Maurizio Blondet in -Complotti- (Il Minotauro, Milano, 1996, pag.83)...

Steno Lamonica intervista Silvia Valerio

Postato da Admin il 07 SET 2011

Silvia Valerio, ha pubblicato nel 2010 il libro “C’era una volta un presidente”, la fabula milesia dei suoi diciott’anni. Tutt’attorno, eroi, prove, comparse, antagonisti, e qualche apokolokyntosis. "L’invidia… talvolta, in uno di quelli che volgarmente chiamano trip mentali, vedo di fronte a me una nuova versione del Giudizio Universale, un po’ psichedelica e sadica, dove Dio, o chi per lui, affossa ed esalta in base alle reazioni delle anime di fronte a un’opera di Botticelli. Lo so, sono rimasta scioccata da chi al liceo sosteneva che Botticelli i piedi li disegnasse male."

COME IL MONDO ANTICO È DIVENTATO CRISTIANO

Postato da Admin il 27 Set 2011

"Da parte di diversi autori è stato osservato che il cristianesimo si è potuto diffondere con relativa rapidità nel mondo antico, incontrando relativamente poca resistenza, in una maniera che è stata paragonata a un contagio, un'epidemia le cui cause sembrano in qualche modo misteriose, nonostante la sua evidente carica di sovversione e dissoluzione nei confronti del mondo e della cultura antichi.

La Spagna tra Goti Arabi e Berberi in uno degli ultimi scritti di J.A.Primo De Rivera

Postato da Admin il 21 Ott 2011

Ebbe a scrivere Maurice Bardeche in “Che cosa è il Fascismo” (Volpe, Roma, 1980, pag.47) “Il solo dottrinario di cui i fascisti del dopoguerra accettano le idee all’incirca senza restrizioni, non è né Hitler né Mussolini, ma il giovane capo della Falange, il cui destino tragico lo sottrasse all’amarezza del potere ed ai compromessi della guerra”, Frase bellissima come tante altre nel libro del Bardeche, ma che non ha mai completamente convinto chi scrive.(1).

Neri di Londra Dalla nascita del N F ad oggi

Pubblicato da Admin il 04:21
ALFONSO  DE FILIPPI


OMBRE NERE SULLA GRAN BRETAGNA
FASCISMO E NAZIONALISMO OLTRE MANICA

DALLA FORMAZIONE DEL NATIONAL FRONT ALL’INIZIO DEL NUOVO SECOLO





“L’ ATTUALE BATTAGLIA PER DIFENDERE LA RAZZA BRITANNICA E’ LA BATTAGLIA FINALE E DOBBIAMO ESSERNE I VINCITORI. PERCHE’ NON CI SARA’ CONCESSA UNA SECONDA POSSIBILITA’”J.TYNDALL <THE ELEVENTH HOUR>

Queste note, nell’ambito di uno studio ancora in corso, costituiscono un seguito all’opuscolo<Fascismo e  nazionalismo in Gran Bretagna dal 1914 alla nascita del National Front>(Effepi,Genova,2004)

GLI INIZI DEL NATIONAL FRONT (1)
Ebbe a scrivere Richard Thurlow (“Fascism in Britain” Basil Blackwell-Oxford, 1987, pag.275) “ La formazione del National Front nel 1967 fu il fatto più significativo nell’ambito della frangia fascista e d’estrema destra della politica britannica dopo l’internamento dei Fascisti nel 1940”. Il nuovo partito fu, soprattutto, conosciuto per la sua richiesta che la popolazione non bianca della Gran Bretagna fosse rimpatriata “ nel modo più umano possibile”. Esso era anche ostile all’ingresso di Londra nella Comunità Europea che, d’altra parte, era vista con sospetto da una frazione non trascurabile dell’opinione pubblica. (cfr. Roger Eatwell “ Fascism a History”, Pimlico, London-2003 pag.336).
Alcuni osservatori lo classificarono come <razzial populista> anziché neo fascista altri tendevano ad individuare più “livelli” indicando, ad esempio, tracce di neo nazismo nelle argomentazioni revisioniste che taluni aderenti portavano avanti: ad esempio, ponevano l’accento anche sul fatto che il Tyndall mantenesse la testata della sua pubblicazione <Spearhead> come prova dei non rescissi legami con il suo passato neo-nazista.
Se Ernesto Cadena in “La ofensiva neo-fascista ” (Ed. Acervo- Spagna 1978) scriveva (pag.139) “ La storia del NF è quella di un partito in origine conservatore che a poco a poco subisce un lento processo di fascistizzazione…”, più verosimile è quanto asserisce Stanley G. Payne (“Il Fascismo” Newton Compton-Roma1999 pag.516) “Il Fronte nazionale ospitava una diversità di correnti, da quelle relativamente moderate al neonazismo vero e proprio ”. Anni dopo un osservatore avverso, ma attento, scriveva (Piero Ignazi “L’Estrema Destra in Europa” Il Mulino, Bologna- 1994 pagg.71-72) “Le coordinate fondamentali dell’ideologia del National Front hanno subito alcune variazioni, più d’accenti che di sostanza, nel corso della storia di questo partito. L’ideologia del Nf delle origini si caratterizza in primo luogo per un razzismo nazionalistico - o secondo alcuni “populista” e antisemitico. Lo sviluppo logico di questa visone del mondo può essere riassunto in cinque passaggi: 1)le differenze fisiche e quelle comportamentali sono dovute a differenze genetiche; 2) le differenze genetiche sono all’origine delle differenziazioni razziali; 3)la razze e le nazioni sono ordinabili lungo una scala gerarchica per via delle diverse capacità nei vari campi; 4)le razze superiori sono insidiate nella loro…posizione di dominio dalle razze inferiori 5)la minaccia più insidiosa proviene dagli ebrei i quali, tramite il controllo delle risorse finanziarie su scala internazionale, il liberalismo, il sinistrismo, l’immigrazione libera, il comunismo….vogliono <distruggere lo spirito nazionale e le virtù britanniche>, la supremazia della razza bianca e in particolare <l’arianesimo nordico> (a volte si parla anche di <anglosassonismo>) sono i primi valori da difendere….” In seguito (pag72.) “l’antisemitismo è stato tuttavia affiancato (e soppiantato in termini di propaganda) nel corso degli anni 70 dall’ostilità verso gli immigrati di colore…Se a questo aggiungiamo il corporativismo economico e la concezione gerarchico-organicistica dello stato… e un isolazionismo politico anti-Cee, anti-Nato abbiamo il quadro completo dei riferimenti ideologici del National Front”. Il termine “populismo” viene attualmente fin troppo usato, noi vi vediamo il tentativo di sottrarre il “controllo” sociale e politico ad elites che lo userebbero soprattutto a proprio vantaggio a favore di una partecipazione diretta della popolazione.
 Da parte nostra, per dare qualche altro cenno dell’ideologia del NF alla sue origini, ricorriamo all’opuscolo del Tyndall “Six principles of british nationalism” di cui abbiamo giù fatto menzione nella prima parte di questa ricerca (cfr. anche Pierre Hofstetter “L’Inghilterra e la sua Destra”-Volpe, Roma, 1972 pag.16-17). Spiegando cosa intendesse per “nazionalismo” il Tyndall scriveva “Lo definiremmo essenzialmente come una professione di fede in noi stessi: fede nelle nostre qualità e nelle nostre tradizioni, fede nella nostra capacità di costruire il nostro avvenire alla nostra maniera e con le nostre proprie mani; fede nel nostro destino di grande nazione.
Noi, nazionalisti, crediamo totalmente nell’affermazione dell’indipendenza e della sovranità della Gran Bretagna negli affari mondiali e nell’affermazione della sua posizione di grande potenza di pieno diritto. Noi ci opponiamo totalmente alla subordinazione della politica britannica a quella degli Stati Uniti o dell’ONU, e rigettiamo come pericolosa la campagna crescente tendente a porre le risorse delle nazioni sotto un controllo internazionale centralizzato. Noi crediamo che l’avvenire dei popoli britannici poggi non su trattati, conferenze al vertice e il vai e vieni umiliante dei nostri politici che passano da una capitale all’altra alla ricerca d’aiuto, ma sulla nostra propria forza e sulle nostre risorse come nazione, sulla nostra propria determinazione, i nostri propri sforzi, e la nostra fiducia in noi stessi. “Secondo il Thurlow (“Fascism in Britain”, cit. pagg.292-293) “Il programma del NF era una sintesi tra le concezioni economiche di Sir Oswald Mosley, tra le due guerre, le teorie cospirative del Chesterton ed il nazionalismo razziale di A. Leese” (Da parte nostra ci limitiamo a ricordare che il Tyndall ebbe a criticare l’esasperato antisemitismo del capo della IFL) “così da essere avverso all’immigrazione, antisemita, antiamericano, contrario alla Comunità Economica Europea, anticomunista ed antiliberale”. Riguardo quest’ultimo punto, particolarmente importante oggi quando assistiamo al trionfo, forse effimero, del “liberalismo”, il leader dei nazionalisti riprendeva le concezioni di Oswald Spengler, tentando di conciliarle con quelle razziste. Rifacendosi anche a due autori statunitensi, purtroppo poco noti in Italia, F.P.Yockey e R.P.Oliver, John Tyndall accusava il liberalismo di aver minato l’orgoglio nazionale britannico, la sua volontà di potenza, il suo senso del destino e la sua coscienza razziale.
Nato dalla confluenza di vari gruppi il nuovo movimento conobbe fin dagli inizi delle lotte interne che dovevano, per molti anni, minarne le pur notevoli possibilità di sviluppo, si calcola, tuttavia, che nei primi 12 anni di vita siano passate nelle file del NF almeno 64 mila persone, adesioni che, evidentemente, non duravano a lungo,.per lo più gli aderenti sarebbero stati ex conservatori, ma il più dei voti sarebbero stati strappati ai laburisti. Possiamo ricordare che, con ogni probabilità, gli unici finanziamenti che ebbe il NF furono quelli dei propri aderenti, ben pochi, in Gran Bretagna erano disposti ad aiutare i nazionalisti, e meno che tutti quei “capitalisti” che, secondo la vulgata delle sinistre, avrebbero le “estreme destre” al loro servizio.
 Il primo presidente del NF fu, come abbiamo visto, A.K.Chesterton, tra i principali aderenti si notavano Oliver Gilbert veterano dell’IFL, lo scrittore razzista H.B. Isherwood e l’olandese Jan Kruls. Tra i dirigenti iniziarono subito i dissidi: il Chesterton più che ad un nuovo partito mirava a costituire un “gruppo di pressione”,.ma gli altri, entusiasmati dall’affluire degli aderenti (avrebbero toccato quota 15mila nel 1972) e da qualche promettente risultato elettorale, iniziarono a fantasticare di poter giungere al potere attraverso la via delle elezioni. Incoraggiamenti vennero dal famoso discorso di Enoch Powell di cui abbiamo fatto cenno nella prima parte del nostro studio. Deputato conservatore e uomo di notevolissima cultura (grecista e medievalista) il Powell faceva allora parte del “Gabinetto ombra” conservatore in qualità di portavoce della Difesa. Parlando agli attivisti tory di Birmingham, il Powell disse, tra l’altro: “Gli Dei fanno prima impazzire quelli che vogliono distruggere. Noi dobbiamo essere pazzi, letteralmente pazzi, per permettere l’ingresso ogni anno di circa 50mila persone che ci saranno a carico e che sono la base per la futura crescita di una popolazione discendente da immigrati: è come osservare una nazione impegnata attivamente ad innalzare la propria pira funebre. Se guardo al futuro nutro cattivi presagi. Come un romano mi pare di vedere il Tevere schiumante di molto sangue.”
L’allora capo del partito Conservatore Edward Heath dimise immediatamente il Powell dalla sua carica “ombra”. Come scrive l’Hofstetter ("L’Inghilterra e la sua destra"cit. pag.72) “ Ma l’opinione pubblica approvò Powell con una schiacciante maggioranza. Si ricordi che, in tale occasione, anche i portuali, nonostante fossero fortemente “lavorati” dalla propaganda comunista sfilarono davanti alla Camera dei Comuni per esprimere la loro approvazione.” (Tra gli organizzatori delle manifestazioni pro-Powell si fece notare Dan Harmston dell’UM). Il Powell, comunque, pur ritornando sul tema in altri discorsi, non riuscì a costituire una propria corrente organizzata nell’ambito del Partito Conservatore e i gruppi creati per sostenerlo si rivelarono effimeri, la sua influenza svanì negli anni 70, morì nel febbraio 1998 (2)
Per il NF, però, le elezioni del 1970 furono una delusione: i candidati frontisti ebbero una media del 3,6% con un massimo del 5,6%, ciò nonostante che, alcuni giorni prima della votazione, il Powell avesse tenuto un altro discorso che avrebbe dovuto portare acqua al mulino dei nazionalisti. Nel 1971, il Chesterton, peraltro già anziano e uso a passare parte dell’anno nel più ameno (allora!) clima del Sud Africa, lasciò il partito, ma continuò le sue attività pubblicando fino alla morte il periodico Candour. Gli successe John O’ Brien, un ex conservatore che non riuscì ad impedire che il movimento cadesse sotto il controllo degli elementi estremisti provenienti dal Greater Britain Movement, John Tyndall e Martin Webster, che egli avrebbe voluto espellere dal Partito per dargli un aspetto più moderato. L’O’Brien a sua volta si dimise nel 1972 e, uscito dal NF, creò un National Independence Party che ben presto si dissolse, con il rifluire dei suoi aderenti verso il NF. Nel partito la defezione fu, d’altra parte, compensata dall’arrivo d’altri ex conservatori alcuni di quali avevano appartenuto al Monday Club un’associazione della destra tory, (cfr. “Più a destra non si può” in <Panorama> 31 Maggio 1973), tra di loro vi era Roy Painter che, nel periodo seguente, avrebbe tentato, inutilmente, di mettersi alla testa del partito e di dargli un aspetto più “moderato”. Nel 1972 il Tyndall divenne presidente del NF con il Webster “organizzatore nazionale”. Il periodico personale del Tyndall <Spearhead> sosteneva totalmente il gruppo il cui organo ufficiale era < NF News>. Inoltre veniva pubblicato anche il periodico <Britain First> e organizzata la casa editrice <Britain First Press> e aperta la libreria <Nationalist Books>.(3)


(1) Come rileva H. Kitschelt (“The Radical Right in Western Europe” Michigan Un.Press, 1997.pag.250). “La storia del National Front” (per non parlare di quella degli altri gruppi aggiungeremmo noi) “è molto difficile da riassumersi. L’organizzazione passò attraverso una lunga storia di controversie interne, scissioni, fusioni e cambiamenti di indirizzo politico tipici delle forze politiche marginali dominate da piccole bande di attivisti divisi da intense rivalità e animosità di carattere personale”; inoltre vi fu l'alternarsi dei risultati elettorali scoraggianti ad altri che facevano sorgere illusioni di grandi progressi. (negli anni si moltiplicarono le candidature elettorali dei nazionalisti). Tenteremo in ogni modo di offrire un quadro di tali vicende e delle posizioni dei vari gruppi fino al definitivo (?) affermarsi del nuovo British National Party, fondato dal Tyndall e diretto, poi, dal Griffin, come forza egemone nel campo nazional- razzista d’oltre Manica. Per forza di cose ci limiteremo ai gruppi più importanti e/o, almeno per quel che ne sappiamo, più interessanti, il solo elenco delle sigle di gruppi più o meno effimeri occuperebbe, da solo, molte pagine.
(2) <La Repubblica> del 9-2-1998 così segnalava la scomparsa del Powell: “Londra, morto Powell teorico del razzismo” “L’ex ministro conservatore Enoch Powell è morto all’età di 85 anni: il suo nome è legato a quello che viene considerato il primo discorso istituzionale apertamente razzista nel paese, che gli valse il licenziamento dal governo- ombra di Edward Heath e l’isolamento politico. Era il 1968, flussi migratori dalle Indie Occidentali e dall’Africa erano ormai consistenti nel Regno Unito e.. Powell pronunciò un discorso di fuoco, prevedendo “fiumi di sangue ”se il fenomeno non fosse stato fermato. Il rivers of blood speech è divenuto la pietra miliare del dibattito sul razzismo istituzionale in Gran Bretagna. Nazionalista, antieuropeista, deputato per l’Ulster Unionist Party verso la fine della sua carriera, Powell è stato ricordato da Margaret Thatcher come “il miglior parlamentare mai conosciuto” Anche Blair gli ha tributato un riconoscimento.<per quanto le sue idee fossero discutibili, resta una delle figure politiche di maggior spicco del ventesimo secolo.>”.
(3) La fine degli anni 60 vide, inoltre, apparire in Gran Bretagna un fenomeno nuovo destinato ad estendersi ad altri paesi: gli “Skinheads”. La rivista neofascista francese <Defense de l’Occident> nel suo numero speciale “Le Fascisme dans le monde” (Ottobre-Novembre1970) scriveva a firma Francois Duprat: “Da qualche tempo un fenomeno nuovo inquieta gli osservatori “di sinistra”:l’apparizione di bande giovanili di giovani violentemente anti negri, anti sinistra e “nazionalisti” (nel senso sciovinista del termine). Codeste bande, gli “Skinheads” o teste rasate, vengono reclutate tra i giovani lavoratori. Esse hanno deciso di purgare la Gran Bretagna da negri ebrei, hippies, comunisti e sinistrorsi e ingaggiano con i loro avversari delle vere battaglie. Durante la campagna elettorale (del 1970) gruppi di Skinheads hanno assicurato il servizio d’ordine ai candidati vicini al Powell. Le riunioni che perturbatori negri o comunisti tentavano di disturbare sono state difese con violenza. Il loro numero non cessa di crescere, e non è vietato pensare che l’uomo politico che trovasse i temi e i modi per mobilitarli, potrebbe disporre di una temibile massa di manovra”




LAVITA TRAVAGLIATA DEL NATIONAL FRONT
Nel 1973 il NF tentò di dotarsi di un programma politico coerente e organico da presentare agli elettori, programma che andasse oltre la lotta contro l’immigrazione di colore (d’altra parte i vari governi conservatori e sia laburisti avevano posto dei limiti a tale fenomeno, che, se si rivelarono ben presto illusori, parevano avere reso meno acuto il problema. Si può anche osservare che la lotta contro l’immigrazione ha rappresentato, e rappresenta ancora, la principale, e talvolta, forse, anche l’unica, arma a disposizione dei movimenti nazionali per riuscire ad emergere come forze di un qualche rilievo, a volte non ha funzionato, ma quei movimenti che,come in Italia, non hanno voluto adottarla come principale cavallo di battaglia, parrebbero aver commesso una sorta di suicidio politico).
Il programma venne giudicato dagli osservatori “populista”: si trattava di una sorta di socialismo nazionale che chiedeva la nazionalizzazione del petrolio del Mare del Nord e, allo scopo di garantire basi tassi d’interesse nell’acquisto delle case, la nazionalizzazione delle banche e delle compagnie d’assicurazione. Era inoltre richiesto un massiccio programma di costruzioni edilizie per dare ad ogni cittadino britannico un’abitazione "decente". Si invocavano anche più alte pensioni di vecchiaia, la fine degli aiuti all’estero e l’uscita della Gran Bretagna dal Mercato Comune. (Ricordiamo che taluni gruppi reazionari legati al Patito Conservatore non mancarono di tacciare il NF di “socialista”). Come ricorda il Kitschelt (“The Radical Right..”cit. pag.252) negli anni 70 “l’estrema destra britannica non fu mai partigiana del libero mercato capitalista.” Il NF fu presente in 10 costituenti nelle elezioni del 1970, in 54 in quelle del febbraio 1974 (con un totale di circa 76.000voti, il 4% nei seggi in cui aveva presentato candidati) in 92 in quelle dell’Ottobre dello stesso anno, oltre che in numerose consultazioni suppletive (in queste ultime, generalmente, conseguiva i risultati migliori :ad esempio, nel 1976, ebbe il 16 % a West Bromwich risultato che gli permise di conservare il deposito in denaro che i partiti devono fare per potersi presentare alle elezioni e che ottengono indietro solo se superano il 10% di voti) : piazzandosi per lo più sotto al 4%. Si stimava che in quel periodo il movimento avesse circa 5.000 aderenti divisi in una cinquantina di sezione e un centinaio di gruppi locali. Gran parte delle risorse economiche del movimento venivano dalle quote versate dagli iscritti. Il 15 giugno 1974 una marcia del NF, cui presero parte circa 1500 nazionalisti diede l’occasione agli avversari di scatenare violenti tumulti. Il partito aveva preso posizione a favore degli unionisti dell’Ulster cercando in tal modo di impiantarsi anche nell’ Irlanda del Nord. (1) Per entrare nel mondo giovanile si creava  una National Front Students’Association che pubblicava il foglio <Spark>. Nel 1975-76, il partito iniziò a soffrire di una lunga serie di crisi più o meno gravi: alcuni dirigenti tra cui John Kingsley Read, Ted Budden e Dave McCalden, avversi al Tyndall, in un primo tempo riuscirono ad impadronirsi della direzione del partito e il Read, un altro di quei conservatori passati al nazionalismo a causa del problema immigrazione, che prese il posto del Tyndall..Codesta fazione “moderata”non riuscì, peraltro, a strappare il controllo del movimento agli “estremisti” seguaci del Tyndall e fu costretta a lasciare il NF. Il Kingsley Read, uscito dal Fronte, seguito da alcuni altri, diede vita ad un National Party of the United Kingdom (più noto come “National Party”) lasciando così il grosso del partito (101 sezioni contro 29 agli scissionisti) sotto il controllo del Tyndall e del Webster. Da parte sua, il nuovo N.P. presentatosi ad alcune elezioni locali ottenne risultati non disprezzabili e riuscì persino a far eleggere due consiglieri comunali, a Blacckburn nel 1976 destinati a rimanere, per molti anni, i primi ed ultimi nazionalisti britannici a ricoprire cariche elettive: la situazione sarebbe cambiata solo agli inizi del nuovo millennio! Il Kingsley-Reed era eletto con il 41,6% a St.Thomas Ward e John Frankmann a St Jude Ward con il 39,7% altri candidati del NP ottenevano altrove, risultati non disprezzabili. Alle stesse elezioni amministrative della primavera del 1976, candidati del NF, nonostante la scissione, ottenevano, in certi casi, risultati abbastanza positivi. In una suppletiva a West Bromwich, sempre nel 1976, Martin Webster del NF otteneva un sorprendente 16,2% dei voti espressi > (cfr.Paul Wilkinson “The New Fascists”- Pan. London, 1983, pag.74) Nello stesso anno un altro candidato del partito, in un’elezione locale, a Leicester, toccava il 18%.
In taluni casi i candidati dei due movimenti si fecero concorrenza, il che privò i nazionalisti di taluni successi: la somma dei loro voti, in alcuni seggi, avrebbe permesso ad un candidato unico di essere eletto. Sul piano della stampa, il National Party pubblicava <Britain First>. Possiamo scrivere che verso la metà degli anni 70 era parso che vi fossero le condizioni adatte per un successo dei nazionalisti: una dura recessione economica colpiva i quartieri con grande presenza d’immigrati peggiorando le condizioni degli alloggi limitando i servizi sociali a proposito di salute, educazione etc.. Il NF sosteneva che codesti problemi uniti al decadere della legge ed ordine erano associati alla presenza degli immigrati. A ciò si associava l’avversione di molti per il Mercato Comune. Ciò nonostante il movimento non era riuscito a “sfondare”.Probabilmente anche a causa delle continue risse interne tra i suoi maggiori esponenti. In ogni caso a tratti parve che fosse riuscito a diventare il IV partito britannico, piazzandosi dopo laburisti, conservatori e liberali; taluni avversari parvero temere che il NF potesse giungere ad affiancarsi al MSI (quello di allora!) come partito “neofascista” di massa in Europa! Anche in Italia ci s’incominciava ad accorgere dell’emergere di una nuova componente nell’ambito della politica britannica, il settimanale <Panorama> del 17 Maggio 1977 dedicava al NF un articolo di Enrico Verdecchia dal titolo “L’ombra fascista”. Vi si leggeva: “Il National Front non solo evita accuratamente simboli e rituali nazisti e qualsiasi riferimento ideale al passato, ma insiste sul suo carattere esclusivamente britannico, sulla sua vocazione democratica e parlamentare (<ma non pensiamo necessariamente > dice Tyndall, <a un parlamento nella sua struttura attuale>) La tattica fondamentale è l’attivismo a base di dimostrazioni di piazza e volantinaggio, la strategia è la conquista di nuovi strati della popolazione. <Il nazionalismo in Inghilterra>, si legge in un opuscolo commemorativo dei primi 10 anni del partito, <ha sempre avuto la tendenza a rivolgersi alle classi medie, all’elettorato conservatore, trascurando le masse, cioè l’elettorato laborista. Questo obiettivo noi l’abbiamo raggiunto ponendo al centro della nostra piattaforma politica il problema dell’immigrazione di colore e della salvaguardia della razza>.Lo slogan del National Front è infatti <stop immigration, start repatration>, cioè, fermiamo l ’immigrazione, e cominciamo a rimandare a casa gli immigrati che sono già qui”. Nel seguito dell’articolo il Verdecchia notava che gli immigrati “ Sono concentrati in gran parte a Londra e nei grandi agglomerati industriali del Nord, dove la disoccupazione è più alta. Sono le zone in cui il National Front ha raccolto più voti sottraendoli evidentemente non solo ai conservatori, ma proprio ai laboristi. <Abbiano un problema cronico degli alloggi> dice Martin Webster, segretario organizzativo del Fronte <e dobbiamo sistemare 100 mila nuovi immigrati di colore all’anno. Abbiamo un milione e mezzo di disoccupati, e ci tocca dar lavoro a stranieri che non sono neppure in grado di parlare inglese. In proporzione, sfruttano il servizio sanitario nazionale e i servizi sociali più dei bianchi e noi dobbiamo pagare. Le nostre città ormai somigliano a Calcutta e a Lahore>. A questo tipo di argomenti “continuava l’articolista” qualche settore della classe operaia e soprattutto del sottoproletariato urbano sembra ornai rispondere positivamente. Nei quartieri urbani, dove la presenza degli immigrati di colore supera certe soglie, le famiglie della borghesia vendono la casa e si trasferiscono altrove. I proletari che vorrebbero fare lo stesso ma che non possono permetterselo, prestano sempre più orecchio a quelli del Fronte che stanno, non a caso, raccogliendo adesioni e fondi proprio negli slum e nei quartieri più degradati dell’east end di Londra, la zona più povera della capitale. E la tensione aumenta di giorno in giorno.”(2) In quel momento il NF appariva più forte di quanto lo fossero stati i gruppi fascisti d’anteguerra, logico che le lobby sioniste si mobilitassero per contrastarne in ogni modo le attività e che, dall’altra parte della barricata, le cosiddette estreme destre europee guardassero, talvolta con invidia, al “modello” britannico che, in quel periodo, poteva apparire anche più seducente, e destinato al successo, del Movimento Sociale Italiano, (cfr. F.Dupra “La Perceè politique du Nationalisme en Grande-Bretagne” in <Defense de l’Occident> n.149 Juin 1977).
Fra gli altri gruppi di “destra nazionale” di quegli anni possiamo ricordare il National Democratic Party diretto da David Brown, membro della Società per la Preservazione della Razza, avrebbe contato fino a 2000 aderenti disponendo di una certa organizzazione nell’Inghilterra orientale e a Southampton, la sua politica era simile a quella del NF.Vi era poi l’Immigrants’Control Association composta di una coalizione di gruppi locali quali la Southall Residents’Association, era collegata al gruppo della destra tory Monday Club. Vi erano, poi, le iniziative di Donald Bennet detto <Pathfinder> (“ricognitore”) in quanto, durante il II conflitto mondiale aveva capeggiato le forze della ricognizione aerea, il suo ingente patrimonio gli permetteva di finanziare gruppi anti europei più o meno “nazionalisti”. Infine, nel corso del 1974, si venne a sapere che il generale Sir Walter Walker intendeva mettere in piedi un gruppo paramilitare privato “Unison” destinato a combattere gli estremisti di sinistra specie in caso di scioperi violenti, progetto che fece ululare gli estremisti di sinistra al pericolo di un golpe! In ogni caso si trattava di velleità senza domani.
(1)   NF tentò anche di creare gruppi analoghi nei paesi “bianchi”del Commonwealth in Australia ebbe breve vita un National Front (noto anche come Australian National Front) collegato a quello britannico, in Canada, dove già, in precedenza, si era formata una United Empire Loyalists Association legata al gruppo del Chesterton, sorse un altrettanto effimero National Front of Canada. Particolare attenzione il Fronte dedicava all’Ulster schierandosi incondizionatamente con i “lealisti” protestanti nella speranza che costoro fornissero la base per giungere ad assicurarsi una rappresentanza parlamentare, il che si rivelò illusorio. Scriveva Giuseppe Gaddi (“Neofascismo in Europa” - La Pietra, Milano,1974,pag.143) “L’organizzatore del NF a Belfast è Billy Annet,che nel 1968 aveva fatto domanda di entrare nel National Socialist Group (NSG) un gruppo clandestino aderente all’Unione Mondiale dei nazionalsocialisti e sciolto dopo che alcuni suoi membri vennero condannati per possesso di mitragliatrici”.
(2)   All’articolo era unita un’intervista al Webster (“Bianchi, bianchissimi più che neri”) interessante per conoscere quelle che erano allora, e, in parte rimangono, le posizioni del nazionalismo britannico. Alla domanda su quali obiettivi si proponesse il NF, l’allora segretario organizzativo rispondeva: “Restaurare la sovranità nazionale inglese salvaguardare l’integrità etnica della nostra gente” Specificando che per “sovranità” si intendeva” Indipendenza prima di tutto economica, cioè dal potere della finanza internazionale e delle multinazionali e, in secondo luogo, politica, cioè rifiuto di ogni impegno, alleanza o patto che alieni anche minimamente il diritto di decisione dell’Inghilterra”. Ciò comportava il rifiuto dell’adesione alla Comunità Europea ed alla Nato, riguardo a quest’ultima diceva il Webster “Riteniamo che la Nato sia completamente dominata dagli americani, i quali in caso di bisogno, come hanno dimostrato a Formosa, nel Vietnam e altrove, abbandonano gli alleati”. Il provincialismo dei nazionalisti britannici emergeva, riguardo all’Europa: “.Ovviamente ci sentiamo parte della civiltà e della tradizione europee. Ma riteniamo che non abbia senso mettere insieme paesi così diversi come Inghilterra, Germania, Francia e Italia.” Riguardo al tema cruciale dell’immigrazione, il Webster dichiarava: “Non vogliamo che il nostro paese diventi il terreno di scarico per l’eccesso della popolazione altrui. La colpa è dei politici, che nel 1948 hanno voluto fare un gesto sentimentale considerando tutti gli abitanti del Commonwealth come cittadini britannici, e poi hanno permesso loro di venire qui come manodopera sottopagata per tenere bassi i salari dei lavoratori inglesi.”




DOPO LE ILLUSIONI… IL DECLINO DEL NATIONAL FRONT
Scrive Pierre Milza (“Europa Estrema –il radicalismo di destra dal 1945 ad oggi”, Carocci, Roma, 2003 pag 132): “Il 1977 segna l’apogeo del National Front, in quell’anno l’organizzazione contava circa 15mila aderenti. Il suo elettorato riuniva nello stesso voto di protesta - come un po’ più tardi quello del Front National in Francia- i delusi della destra conservatrice, che rimproveravano ai tories la loro inazione nei riguardi della decadenza dei valori che caratterizzavano la vecchia Inghilterra, e i rappresentanti del mondo operaio e della lower middle class, in situazione precaria per le ripercussioni della crisi mondiale, particolarmente forti in Gran Bretagna. Immigrazione, disoccupazione, insicurezza: il trittico che doveva servire da trampolino di lancio a Jean-Marie Le Pen e ad altri dirigenti dell’ultradestra europea a partire dalla metà degli anni ottanta si trovava per la prima volta nel piatto di un partito che aspirava a raccogliere un elettorato protestatario con slogan nazionalisti e populisti”.Nel 1977 raggiunsero un apice anche le “marce” organizzate dal partito: a Londra, Coventry, Birmingham e Croydon sfilate con bandiere e tamburi che suscitavano contro manifestazioni da parte dei gruppi di estrema sinistra. Nel Maggio 1967 il NF si presentò alle amministrative della “Grande Londra” in 91 dei 92 seggi, ottenne più del 5% del totale dei voti con punte del 19 a Hacney South e Shoreditch. Allarmati gli avversari crearono un’organizzazione destinata a combattere i nazionalisti: l’Anti Nazi League.
Poco tempo dopo, un altro esponente Anthony Reed-Herbert ne uscì per formare un British Democratic Party. Alle elezioni generali del 1979, il National Front fu presente in 303 seggi ottenendo un risultato pessimo a causa anche delle attività dell’Anti-Nazi League. Su <Il Corriere della Sera> del 19-IV-1979 Renzo Cianfanelli (“Il razzismo della destra inglese entra nella campagna elettorale”) scriveva: “All’ estremo dello schieramento si è presentato il partito nazional-razzista del National Front. Con uno sforzo organizzativo minaccioso; per la prima volta, come prevedono i regolamenti per i partiti che abbiano almeno 50 candidati, avrà diritto a qualche minuto di propaganda radiotelevisiva. Il suo programma non si limita a proporre il rimpatrio dei cosiddetti immigrati di colore. Esso chiede .anche un sistema di “eugenetica” in base a cui le persone intellettualmente dotate, fisicamente più prestanti ecc. dovrebbero poter avere più figli…” Qualche giorno dopo, sul <Corriere della Sera> del 26 Aprile, lo stesso Cianfaneli (“L’incognita del razzismo sulle elezioni britanniche”) scriveva del NF “Questo programma demagogico è riuscito ad esercitare notevole presa emotiva sul sottoproletariato indigeno……e dal 1967, quando è stato fondato, il National Front ha visto accrescere la propria forza elettorale..”. I 303 candidati del Fronte, un numero record per un movimento “marginale” ebbero solo una media dell’1,4% dei voti, (in totale 190.063, alle elezioni dell’ottobre 74, 90 candidati ne avevano avuto 113.844 con una media del 3,1%) certamente con un altro sistema elettorale i risultati sarebbero stati migliori. Così, nello stesso anno, Paul Kavanagh e Andrew Fountaine uscirono per formare un National Front Constitutional Movement su posizioni più moderate dopo che il Fountaine aveva fallito l’obiettivo di rovesciare il Tyndall (il gruppo prese, in seguito, il nome di Constitutionalist Movement e poi quello di Nationalist Party, gli altri nazionalisti lo consideravano una sorta di “via di mezzo” tra il NF ed i conservatori.) Nel gennaio seguente una nuova scissione diede vita ad un British Democratic Party. Sia il NFCM che il BDP, analogamente ai gruppi scissionisti degli anni precedenti, si rivelarono fenomeni effimeri. Come scrive il Thurlow (“Fascism in Britain…”pag.274) “ ..i fattori interni di disgregazione e le differenze personali ed ideologiche tra i leader, fecero perdere al movimento le grandi opportunità che erano presenti negli anni 70 per l’emergere di un movimento razzista populista.”. (2) Possiamo ricordare che un simpatizzante del Constitutional Movement, Anthony Donnelly venne assassinato, probabilmente, da immigrati di colore avversi alle sue attività politiche.(cfr. John Bean “Many Shades of Black” New Millennium-London 1999, pag.222).
Un altro fattore destinato a danneggiare gravemente i nazionalisti fu l’emergere nel Partito Conservatore di Margaret Thatcher,.la quale illuse molti benpensanti che avrebbe adottato una politica volta a limitare l’immigrazione, strappando anche voti ai nazionalisti. Ex conservatori passati al NF rientrarono alla base.
Inoltre i gruppi antifascisti, ad iniziare dalla Anti Nazi League, adottarono una strategia di confronto “duro” con i nazionalisti, attaccando le loro sfilate, le violenze, per quanto provocate dagli avversari, allontanarono molti simpatizzanti “per bene” dal NF dando all’opinione pubblica l’impressione che esso fosse, ormai, dominato da skinheads e altri militanti inclini alle azioni violente (qualche cosa di simile era accaduto negli anni 30 alla Britsh Union of Fascists. cfr. Peter Webb “Britain’s New Bullyboys”in <Newsweek> 19 agosto 1977 e Fred Bruning “A Renaissance of Hate” in<Newsweek 15 Maggio 1978). Nel frattempo anche l’atteggiamento delle forze dell’ordine verso il partito divenne sempre meno “amichevole”: in realtà l’intero establishment britannico era sempre più avverso al NF.




IL TRAMONTO DEL NATIONAL FRONT
Nel 1980 fu lo stesso Tyndall, scontratosi col Webster, ad uscire dal NF per fondare un New National Front che in seguito prese il nome di British National Party e che è tuttora (inizi 2004) il più importante movimento nazionalista britannico, gli successe come presidente Andrew Brons. Le elezioni amministrative del Maggio 1981 furono disastrose: il NF si presentò in 41 dei 92 seggi della “Grande Londra” ottenendo una media del 2,3%. Il New National Front del Tyndall in 18 con una media del 1,2%, il Constitutional Movement di Paul Kavanagh ad Andrew Fountaine in 25 con lo 0,8%.Considerando anche i quattro candidati con l’etichetta <Enoch Powell was right>, il totale dei voti dell’estrema destra fu un terzo di quelli avuti dal NF e dal NP nelle analoghe elezioni del 1977. Nel resto del paese il NF mostrava ancor più evidenti segni di crisi: non erano stati presentati candidati in zone in cui precedentemente, i nazionalisti avevano partecipato alle elezioni, mentre altri gruppuscoli che avevano mirato a spartirsi il suo elettorato, Constitutional Movement, British Movement, British Democratic Party, non raccoglievano che le briciole, ciò nonostante che i motivi d’inquietudine, nei domini di Sua Maestà britannica non mancassero (cfr. : Francesco Russo”Sua Maestà il disordine” in <L’Espresso> 26 Luglio 1981). Il Bean indica un altro motivo del declino elettorale dei nazionalisti che ci pare degno di essere ricordato: molti bianchi avevano iniziato a “fuggire” dai quartieri i cui la presenza degli immigrati giungeva ad essere, a loro parere, troppo numerosa, trasferitisi in aree ancora bianche, venivano a cadere alcune motivazioni del voto nazionalista. (Un fenomeno analogo di “fuga bianca” (white flight) avveniva anche negli USA) Alle elezioni del 1983, il National Front fu in grado di presentare solo sessanta candidati al parlamento. Nel periodo 1983-1984 fu costretto ad andarsene anche Martin Webster cui molti rimproveravano le sue tendenze omosessuali, era osteggiato tra l’altro, anche da una fazione di cui facevano parte italiani riparati in Gran Bretagna, il Webster formò quindi un gruppuscolo “Our Nation”. (1) Poteva riassumere il Payne (“Il Fascismo” cit.   pag 516) < L’unica organizzazione radicale della destra inglese degna di qualche rilievo è stato il Fronte Nazionale, creato nel 1967 dalla fusione di vari gruppi radicali di destra, alcuni dei quali vicini al neonazismo. Esso raggiunse i 17.500 membri nel 1974, ma il suo richiamo elettorale raggiunse l’apice solo qualche anno dopo per poi diminuire rapidamente. Nel 1984 gli iscritti erano scesi a tremila”. Negli anni 1984-1985 il Fronte si fece una certa pubblicità quando un suo aderente Harrington tentò di iscriversi al North London Polytecnic suscitando l’opposizione degli studenti di sinistra. Nel mesi seguenti il NF. cadde sotto l’influenza di una fazione, di cui faceva parte lo stesso Harrington, che voleva farne un movimento rivoluzionario secondo un’ideologia che si rifaceva al nazional socialismo “di sinistra” dei fratelli Strasser, esposta dal periodico Rising. Nel 1984 divenne presidente del NF Ian Anderson che tentò di dare un aspetto più "rispettabile" e più “intellettuale” al movimento (cfr.Jacob Young e Rita Dallas “The Shock Troops of Racism” in <Newsweek> 27 Maggio 1985) egli si dichiarava avverso alla violenza come strumento politico e propugnava la partecipazione alle campagne contro l’installazione di missili USA in Gran Bretagna, il sostegno ai minatori del carbone durante i loro scioperi e in effetti  nel periodo 1984-1985 il NF cercò d’ inserirsi in varie campagne che si svolgevano nel paese . La Campaign for Nuclear Disarmement (CND) era allora al suo culmine e il partito cercò di volgere a suo favore i sentimenti anti-USA che essa suscitava, cosi organizzò una veglia dinanzi alla base RAF di Lakenheath nel Suffolk per opporsi alla presenza di truppe statunitensi sul suolo britannico. Si schierò anche a favore della protezione degli animali attaccando le comunità ebraica e islamica per i loro metodi rituali di uccisione degli animali. La sua rivista <Nationalism Today> annunciò: “Tutto quello che gli ebrei devono fare è abbandonare questo barbarico e torturante metodo di assassinare animali indifesi. Quando essi cesseranno tale massacro, il NF. cesserà questa campagna, altrimenti il NF. continuerà la sua campagna per la protezione degli animali.! Al suo meeting generale, passò una risoluzione che invitava tutti i nazionalisti ad appoggiare tali campagne e a cooperare per presentare il NF. come dotato di una consistente ideologia. Vennero anche costituiti degli <instant response group> che intervenissero reagendo ad avvenimenti politici poco segnalati dai media. Ciò denotava un ulteriore passo verso l’abbandono della tradizionale protesta verso campagne politiche più elaborate. L’Anderson, poco più che trentenne, era coadiuvato da un ancor più giovane graduato di Oxford : Nick Griffin che scriveva; “ Riscopriamo il nostro patrimonio ereditario e mostriamo alla gente non solo ciò contro cui combattiamo, ma anche per che cosa lottiamo” Si cercava, infatti, di elaborare una terza via tra capitalismo e comunismo “Noi crediamo che i britannici debbano essere padroni non solo del posto dove vivono ma anche di quello in cui lavorano” Ciò senza abbandonare il punto principale delle lotta: il no alla società multirazziale. “Noi crediamo ad una società monorazziale - scriveva l’ Anderson .-La nostra politica è che negri e Asiatici siano rinviati alle terre da cui provengono. I bianchi della Gran Bretagna debbono chiedere la restituzione del loro paese”. Al dibattito ideologico contribuiva con efficacia la rivista <Scorpion> lanciata da Michael Walker. Gli avversari, peraltro, continuavano a tacciare il movimento di “neo nazista” e ammettevano che iniziava ad avere una qualche seguito anche nelle università reclutando in quelle di Edimburgo, Cardiff., Birmingham e Londra. Verso il 1986 il NF si definiva “il solo partito politico patriottico britannico”, professava una filosofia economica “distribuzionista” che si rifaceva opponeva sia al capitalismo che al comunismo, un’ideologia nazionalista e populista che si rifaceva alle opere di G.K.Chesterton. Hilaire Belloc e dei socialisti non marxisti Willam Morris e William Cobbett. Il movimento negava d’essere fascista o nazional socialista, nonostante che vari aderenti avessero avuto o mantenessero legami con gruppuscoli neo nazisti. Col passare del tempo il NF prese sempre più ad ispirarsi alle concezioni di Gregor Strasser(2) ad un certo ruralismo e alla “Terza Posizione”italiana) (cfr. G.Adinolfi e R.Fiore “Noi Terza Posizione” Ed. Settimo Sigillo, Roma, 2000), il partito continuava ad opporsi alle mene sioniste e a propugnare il rimpatrio dalla Gran Bretagna di tutti gli immigrati di colore, sosteneva i lealisti dell’Ulster, chiedeva il ripristino della pena di morte e il ritiro della Gran Bretagna da istituzioni internazionali quali la Comunità Europea e l’ONU. La presenza dei rifugiati italiani avrebbe, peraltro, contribuito a creare altre tensioni interne e scissioni: agli inizi del 1987 si potevano distinguere nell’ambito del partito due fazioni rivali.Quella dominante guidata dal Griffin e Holland  era riuscita a conquistare il controllo del partito nell’anno precedente, costoro tentarono, sul piano organizzativo, di dare al movimento una struttura a tre livelli con una élite di <soldati politici>, una fascia di membri sostenitori e una di attivisti di strada “Venne stabilito un nuovo quartier generale "segreto" che operava da Norwich, nel Norfolk, pur mantenendo la sede londinese anche come negozio di libri. Dal punto di vista ideologico possiamo citare ancora l’Ignazi (“L’ Estrema Destra in Europa” cit. pag.72) "Negli anni 80, dopo l’espulsione dei vecchi leader e con la nuova leadership di Griffin/Pierce prima e di Griffin/Holland poi, la nuova linea del Nf si distacca da quella precedente su molti punti e colloca il Nf più vicino a quella che abbiamo ..definito <destra radicale>(3)
Infatti grazie all’influenza di alcuni esponenti della destra radicale italiana rifugiati in Inghilterra- in particolare il gruppo…Terza Posizione- il Nf abbandona molte delle posizioni originarie acquisendo nel suo bagaglio ideologico le elaborazioni di Otto Strasser e Julius Evola.
Il Nf si indirizza verso un sempre più forte anticapitalismo, al punto che sostiene i minatori nel lungo sciopero del 1984-85; enfatizza il ritorno alla natura (l’elemento naturalista- ecologista della tradizione) demonizzando la città come luogo di depravazione fisica e morale; si oppone al nucleare , civile e militare, richiede la fuoriuscita dalla Nato: questa linea, esplicitata nel manifesto programmatico intitolato significativamente The Third Way,viene però respinta dalla fazione che fa capo a Pierce, l’antico alleato di Griffin nella lotta alla vecchia guardia, spodestato da quest’ultimo mentre era in carcere.” L’accostamento tra Evola e lo Strasser certamente meraviglierà, forse, qualche lettore italiano, ma potrebbe essere indicativo di “sintesi” feconde, in ogni caso non si può dire che le posizioni del pilotical soldiers fossero prive d’interesse. Scrive Roger Eatwell “The Esoteric Ideology of the National Front un the 1980s”(in Mike Cronin, a cura di, “The Failiure of British Fascism” Mac Millan Press. GB, 1996 .pag.111: <Pareva che la loro maggiore preoccupazione riguardasse un tentativo di rimodellare la stessa natura umana, il che rimanda senz’altra alla Guardia di Ferro di C. Z. Codreanu “We have reached the extreme degradation of the western man”scrivevano probabilmente non del tutto a torto. Più che di radunate ed elezioni si preoccupavano di formare un “nuovo ethos”e un “uomo nuovo”, una sorta di pol pottismo li faceva auspicare la distruzione delle maggior parte della vita urbana e la rinascita in un più puro e libero ambiente di campagna…” Continuava l’Ignazi (cit.pagg-72-73): “La spaccatura ideologica e personalistica produce, nel 1987, due gruppi che si disputano la titolarità del marchio National Front. Il gruppo del Pierce che rimane più visibile ed attivo mantiene una impostazione strasseriana, di sinistra anticapitalista, ma ripropone anche la lotta agli immigrati di colore, con il solito corredo di fantasmi e di cospirazioni giudaiche.” Mentre “Il continuatore della classica politica del Nf degli anni 70 è il Bnp.Il razzismo nazionalista e i grandi destini della Gran Bretagna sono i suoi punti cardinali da cui discendono proposte politiche come rimpatrio forzato degli immigrati, mano dura con i criminali, drastici tagli al welfare system, pena di morte per i terroristi, proibizione per legge dell’aborto e dei comportamenti omosessuali” In ogni modo, in quel 1987, alle elezioni generali non fu presente nessun candidato frontista “ufficiale” se ne presentò solo uno “non ufficiale” a Bristol ed ebbe meno dell’1%. (A queste elezioni non partecipò neppure il nuovo British National Party del Tyndall)
Merita, in ogni modo, di ritornare sulla fazione innovatrice del National Front, come forse i lettori sapranno, più volte, negli Stati Uniti si tentarono degli avvicinamenti, se non delle vere e proprie alleanze tra “nazionalisti” bianchi e negri accomunati dallo scopo di mantenere separate le due razze, qualche cosa di simile, come documenta Mattia Gardell nel suo interessante “Gods of the Blood” (Duke Un. Press, London., 2003 Pag.369-370) fu tentato dai “soldati politici” britannici “Il considerare i separatisti negri come potenziali alleati fu un tema ricorrente nelle pubblicazioni del National Front britannico durante gli anni 80, soprattutto grazie ad un golpe abilmente preparato che aveva portato un gruppo di teorici strasseriani alla testa dell’organizzazione……Dato che costoro avevano posizioni anticapitaliste, anticomuniste, ambientaliste, e un razzismo legato al fattore classe, ne conseguiva un interesse verso il nazionalismo negro e le ideologie del Terzo Mondo.Le due pubblicazioni del Fronte <Nationalism Today> e <National Front News>, riportarono una serie di articoli su rivoluzionari africani come Thomas Sankara del Burkina Faso, Jerry Rawlins del Ghana, e il libico Mu’ammar al-Qadhdhafi e simpatizzarono con movimenti islamici, rivolgendo lodi all’Ayatollah Khomeini. Venivano anche citati benevolmente nazionalisti negri americani come Marcus Garvey, Malcom X, ed Elijah Muhammad. Il Garvey era considerato un importante precursore al nuovo progetto del NF, perché era stato il primo a stabilire un “fronte ampio di razzisti di tutti i colori”.Appoggiando (l’afro - americano) Jesse Jackson alla primarie presidenziali americane del 1984, il NF scoprì la figura di Louis Farrakhan che abbastanza liricamente definirono <inviato da Dio a tutte le razze> e invitarono l’editore di <Final Call> Abdul Alim Muhammad a contribuire con un articolo di 5 pagine sul programma della Nation of Islam. Logicamente, il passo successivo fu lo stabilire contati diretti con il gruppo separatista afro-americano considerando che <la causa comune deve portare ad una cooperazione sul piano pratico>. Nel Maggio 1988, un esponente del NF si recò negli Stati Uniti dove s’incontrò con gli strasseriani americani Mat Malone e Robert Hoyv, anche, costoro avevano preso dei contati con organizzazioni separatiste negre.Durante codesto tour negli USA, il rappresentante del NF venne invitato a Washington da Alim Muhammed a studiare i programmi anti droghe della Nation of Islam.Ritornato il rappresentante in Gran Bretagna, la leadership del NF iniziò a distribuire volantini in sostegno della NOI e sulla loro stampa dichiararono: <Il Potere Bianco e quello Negro sono alleati…L’Unità nella diversità non è uno slogan. E’un modo di vivere>.Tuttavia non tutti i militanti del NF s’identificarono nella strategia mirante a creare, una più stretta relazione di lavoro con i nazionalisti negri. La sezione di Manchester notificò alla direzione che si rifiutava di distribuire il n.99 di <National Front News> perché portava sulla copertina lo slogan <Fight Racism> intorno ad un pugno chiuso di un negro. Sotto il titolo <Retorica dal bunker> venivano pubblicate lettere da aderenti delusi che accusavano la direzione di usare un <gergo bolscevico>.<Io preferisco Hitler come “camerata” a qualsiasi ottentotto del potere negro che volesse stringermi la mano> diceva una lettera < perché Hitler appartiene al mio popolo, alla mia cultura ed è ideologicamente un mio “parente”> e l’autore di codesta lettera proseguiva chiedendosi che sorta di nazional socialismo avessero mai elaborato i leader del NF per arrivare a definire il Farrakhan un camerata. I teorici strasseriani continuarono ad esprimere le loro idee, dichiarando che essi avevano poco o nulla> in comune con i loro predecessori <nazi>. Essi consideravano che il <razzismo negativo> abbracciato, in precedenza dal movimento, fosse un prodotto del passato imperiale britannico, e che il loro <razzialismo> (<racialism>) fosse un’ideologia anti razzista mirante alla preservazione di tutte le razze e di tutte le culture.I rozzi sostenitori della supremazia bianca avrebbero dovuto andarsene dal movimento e si raccomandava agli aderenti di non dire battute razziste che avrebbero potuto provocare dissidi con i nuovi alleati” Come si vede, si trattava di posizioni non prive d’interesse, ma assai poco proponibili all’elettorato xenofobo, patriottardo e sciovinista cui, per forza di cose, dovevano rivolgersi i nazionalisti.
A metà degli anni 80 si erano, intanto, rinnovate le tensioni razziali, scriveva Francesco Russo “La Trappola Razziale” (<L’Espresso> del 27 Ottobre 1985) “tra i neri la disoccupazione è il doppio della media nazionale, tocca cioè il 17 per cento. Tra i giovani neri, poi, oscilla, a seconda della località tra il 50 e l’80 per cento.Tutti riscuotono il sussidio di disoccupazione, circa 45mila lire settimanali: quanto basta perché vivacchino, ma l’ozio e la demoralizzazione li espongono troppo spesso agli stupefacenti, alla criminalità, a un ribellismo fomentato…da gruppuscoli eversivi…Questi spartachisti neri che sono i rastafariani non hanno dubbi: sono vittime di una discriminazione razziale, di un apartheid che non è scritta in una Costituzione, ma non è per questo meno tangibile. Risponde l’opinione conservatrice: i neri tendono a lasciare la suola,che del resto hanno marinato troppo speso, all’età minima di 16 anni, e sono atti solo a impieghi che non richiedono qualificazione, sempre più rari nella società moderna. Di qui la spirale del pregiudizio:più la disoccupazione emargina i neri, più si radica in bianchi e neri l’animosità di razza. Il problema è aggravato dalla crisi finanziaria e urbanistica….Gli afro caraibici vivono in borgate derelitte…o si addensano nelle “inner cities”, i rioni cittadini centrali, più vecchi. In questi quartieri di reietti gruppi di estrema sinistra si sono assicurati il potere municipale e se ne sono serviti per aizzare contro il governo i loro amministrati.”
 Tornando al National Front, possiamo notare che la seconda fazione del partito guidata, tra gli altri, da Steve Brady e Joe Pearce, nota come National Front Support Group- NFSG-, presentava un volto più “tradizionale”, i “soldati politici” consideravano costoro agenti di un complotto governativo mirante a distruggere il movimento nazionalista, i secondi giudicavano la direzione ufficiale del partito come inefficiente. I membri del NFSG non volevano costituire un altro gruppo riva, ma riprendere il controllo del NF.
Del NFSG erano esponenti, tra gli altri tre ex presidenti del patito Wingfield, Anderson e Brons . Il gruppo si definiva “movimento nazionalista radicale”, mentre l’altra fazione si qualificava “nazionalista rivoluzionaria”, la tendenza legata al Griffin e all’Holland aveva come portavoce <NF News> l’organo mensile del movimento, affiancato dal semestrale <Nationalism Today>, l’altra pubblicava <Vanguard>, edita dall’Acton, e occasionalmente <The Flag>.
 Nel 1988 Nick Griffin, Patrick Harrington e Derek Holland si recarono a Tripoli ospiti del regime libico, avrebbero sperato di ricavarne dei fondi, ma ottennero solo 5000 copie del “Libro Verde” del Gheddafi.!
La situazione, assai difficile da ricostruire per il moltiplicarsi delle scissioni e dei frazionamenti, appariva sempre più confusa e “disperata”.
Non riuscendo il NF a svilupparsi, il British National Party approfittava, seppur in minima quantità, delle difficoltà del movimento rivale.
Riassumeva Pietro Ignazi (“L’Estrema Destra in Europa” cit. pagg. 70-71) “Gli anni ottanta riportano l’estrema destra inglese nella sua tradizionale marginalità. I conflitti interni al Nf si susseguono ininterrottamente per tutto il decennio. La nuova generazione che pende le redini del partito, rappresentata dal duo Grifin e Pierce, ripercorre lo schema delle piccole rivoluzioni di palazzo e delle accuse d’infiltrazione e tradimento della generazione precedente. Emblematicamente il Pierce, nel periodo in cui è incarcerato per reati di incitamento all’odio razziale, viene emarginato e sostituito dall’Holland. Le lotte di fazione arrivano al punto che, per un certo periodo, due gruppi si contendono il nome di National Front.Il primo, legato a Griffin e Holland, si scioglie nel 1990 mentre il secondo, noto anche come National Front Support Group (o Flag Group dal nome della rivista), eredita il marchio dell’organizzazione; i suoi 14 candidati alle elezioni del 1992 ottengono il peggiore risultato della storia del Nf (0,7%).” Da quel momento, in ogni modo, il NF si sarebbe identificato con la fazione di Ian Anderson.
Nel 1991 N. Griffin, Derek Holland ed altri esponenti del NF che avevano lasciato il partito, formarono l’International Third Position, dietro tale iniziativa vi sarebbe stata, ancora, l’influenza degli italiani, sotto la guida di Patrick Harrington si costituiva, inoltre, il gruppo “Third Way” che, tentando di allontanarsi ulteriormente dalle vecchie posizioni del NF, cercava di stringere legami con gruppi ecologisti, negri ed ebraici!
Queste vicende sono assai difficili da ricostruirsi, è da ritenersi che, in codesto periodo, abbiano distolto lo sguardo dal campo dell’estrema destra inglese sia gli osservatori, più o meno avversi, del fenomeno, ritenendolo, almeno oltre-Manica, ormai del tutto privo di importanza, sia coloro che considerano codesti fenomeni marginali della politica europea con la speranza, sempre più tenue, di scorgervi fermenti di riscossa. Non si puo', d’altra parte, che rimanere stupiti, se non ammirati, che dei militanti non abbiano scelto la via della rinuncia e della resa dopo tante delusioni e disfatte!
(1)  Il Webster è già comparso in questa nostra ricerca: nato nel 1943, Martin Webster fu espulso dalla gioventù dal Partito Conservatore, passò alla LEL, militò nel BNP del Bean e poi nel NSM del Jordan. In seguito, fu col Tyndall nel GBM. Nel 1964 fu imprigionato per aver aggredito durante una visita di questi a Londra, il presidente del Kenya Jomo Keyatta. Nel NF ricopri il ruolo di "national acrivities organizer” fornendo buona prova di sé, ma creandosi molte inimicizie per i suoi modi di fare e per le tendenze omosessuali di cui era accusato. Uscito il Tyndall dal NF, il Wester fu osteggiato dai giovani “strasseriani”che miravano ad impadronirsi del partito da cui nel Febbraio 1974 fu espulso dopo aver perso i suoi incarichi. Our Nation non contò mai che poche decine di membri tra i quali John Donegan e Denis Pirie già del NSM, Joy Page del gruppo anti immigrazione Wise (Welsh, Irish, Scots, English), Anthony Hancock dell’Historical Review Press (gruppo specializzato, come dice già il nome, nella stampa e diffusione di materiale”revisionista”) e Francois Dior già moglie del Jordan e rappresentante per la Francia della World Union of National Socialists.
(2)  Le tesi e le, tragiche, vicende della “sinistra nazional socialista" sono pochissimo note in Italia e, d’altronde poco studiate al di fuori del mondo di lingua tedesca, in un testo, peraltro di tono alquanto “becero” e zeppo di imprecisioni ed errori, (AAVV “Dizionario dei Fascismi”Bompiani, Milano, 2002, pag.630-631, possiamo leggere:   "L’ideologia che i fratelli Strasser condivisero era quella del socialismo nazionale, nell’accezione più letterale della denominazione del partito rifondato da Hitler nel 1920; intrisa di anticapitalismo, essa vagheggiava la realizzazione di un sistema sociale alternativo, fondato sulla collaborazione piena e leale fra le classi sociali.Gli Strasser criticavano la rapacità del sistema ban0cario e l’iniquità della vigente distribuzione della ricchezza nazionale, proponendo un piano di nazionalizzazioni.Gli Strasser erano i rappresentanti di quella versione del nazionalsocialismo che intendeva dar vita a una sorta di “terza via” fra capitalismo e comunismo e che attribuiva alla classe operaia l’egemonia nella futura società. Questo punto di vista era comune a molti gruppi fascisti europei….”
(3)   “ ..adotteremo il termine destra radicale…per indicare soltanto quella componente che <rifiuta il mondo moderno> sulla scorta delle teorizzazioni evoliane”P.Ignazi, cit.pag.43
(4)  La storia del nazionalismo afro-.americano è, purtroppo, poco nota in Italia.Marcus Garvey oltre alla separazione dai bianchi, vagheggiò il ritorno in Africa dei discendenti degli schiavi, Elija Muhammad, suo continuatore, fondò la setta della Nation of Islam (i Black Muslims) rigettando il cristianesimo “religione dei bianchi.” Sulla stessa linea fu il famoso Malcom X di cui si proclamò erede il Farrakhan che godette di una certa notorietà negli anni 90 per il suo razzismo negro ed antisemitismo.Tutti costoro non disdegnarono di aver rapporti con la destre bianche segregazioniste e razziste in vista del comune scopo di tenere separati bianchi e negri.Aggiungiamo che la Nation of Islam del Farrakhan aveva una qualche attività anche in Gran Bretagna, il suo antisemitismo, il sostegno alla Libia (di allora!), all’Iran i tentativi di alleanza con il Ku Klux Klan non le suscitavano molti consensi tra le comunità africane e negro caraibiche presenti nelle isole britanniche, più efficaci erano i messaggi sulle richieste di autonomia dei negri. Al Farrakhan le autorità vietarono più volte, come già al Rockwell, l’ingresso sul suolo britannico.




IL NUOVO BRITISH NATIONAL PARTY DI JOHN TYNDALL
Sul numero dell’Agosto 1980 del suo periodo <Spearhead> il Tyndall aveva amaramente commentato le vicende che avevano portato all’ennesima s scissione< Quello che i nostri nemici non sono riusciti ad ottenere in più di 13 anni e mezzo di crescenti sforzi è ora stato compiuto dai nazionalisti stessi: il NF è stato fatto a pezzi.>.Ma ciò non avrebbe certo indotto un vecchio combattente come lui a gettare la spugna.Il suo New National Front riprese il nome di British National Party già apparso in questa nostra ricerca. (1) Al gruppo si unirono dei dissidenti del British Movement e di un British Democratic Party. Deluso della gestione”colleggiale”del NF che aveva portato a una serie di dissidi e scissioni, il Tyndall intese organizzare il nuovo gruppo sotto la sua leadership.
Il nuovo movimento del Tyndall si presentava come una continuazione del vecchio National Front degli anni 70, peraltro il suo leader sembrò essersi convinto che fosse stato un errore reclutare giovani violenti organizzare radunate “provocatorie”. Pareva anzi che esso mirasse ad attirare conservatori delusi cosa che il passato “estremista”dello stesso Tyndall rendeva alquanto problematico
Alle elezioni del 1983 il B.N.P. fu presente in 53 seggi con risultati molto negativi, (in media l’0,66% dei voti per un totale di 14.611mentre i 60 candidati del NF ne ebbero 27.000, con una media dell’1,1%) in seguito il partito partecipò a varie elezioni suppletive sempre senza successo, inoltre negli anni 1982-1984, il BNP fu gravemente danneggiato da infiltrati antifascisti. Il partito aveva punti forti a Londra, Bradford e Leicester.; nel periodo a partire dal 1986 ebbe contatti con il National Front Support Group una delle più importanti fazioni in cui si era diviso il movimento nazionalista.Tra gli esponenti, di allora, del BNP vi erano David Bruce, John Wood, John Coakley Boyce (proveniente dalla Federation of Conservative Students gruppo che aveva spesso preso posizioni più a destra del Partito) Nel Luglio 1986 il Tyndall e John Morse furono condannati a 12 mesi di prigione per ”incitamento all’odio razziale”, in appello la pena venne dimezzata.).Analoghe condanne colpirono altri attivisti del movimento. Durante la sua detenzione, il Tyndall fu sostituito da Richard Edmonds a sua volta poi condannato per aver danneggiato, a Londra, con altri, un busto del sud africano Mandela ( Sulle condanne che colpirono in quel periodo i militanti del BNP cfr. Ciaran O’Maolain “The Radical Right .A World Directory”Longman, Londra,1987 ,pag298.
In quel periodo il BNP pubblicava come organo><British Nationalist>,era sostenuto da <The Patriot> edito da Stuart T.Milton (già di una organizzazione giovanile conservatrice), per i giovani vi era <Young Nationalist>,mentre <Spearhead> rimaneva il foglio del Tyndall benché sostenesse pienamente il partito. 
Durante la sua prigionia, il Tyndall iniziò a scrivere un volume composto di considerazioni politiche alternate a note biografiche (il che, unitamente all’ambiente in cui era redatto ricordava, inevitabilmente, un testo  più famoso scritto anni prima da un giovane uomo politico  tedesco…) “The Eleventh Hour” edito dalla londinese Albion Press. In questo grosso, ma simpatico, volume il Tyndall narra come  avesse iniziato, fin dal giovane, a preoccuparsi del declino del suo paese, declino che finiva per mettere in pericolo la sopravvivenza stessa del popolo britannico come popolo bianco. Come leggiamo a pag.160:” Un patriota deve essere capace di odiare e combattere tutto ciò che nel suo paese sia corrotto, vile malato e decadente.” Egli si convinse che dietro a tale decadenza si celassero forze occulte “vi è un potere dietro le quinte nella moderna politica volto alla distruzione degli attuali stati-nazione del mondo, e delle diverse razze che costituiscono questi stati e al sostituirli con un ordine internazionale che sfoci, poi, in un governo mondiale” (pag.97). In tali forze, per quanto si può’ conoscerne, venne a notare che erano presenti numerosi ebrei convincendosi dell’esistenza di un ”sionismo” ben più ampio nei suoi scopi di quello che mirava alla occupazione della Palestina ma”. .diretto a portare tutte le nazioni e le risorse del Mondo sotto il controllo del Giudaismo a dando a questa razza un’effettiva leadership mondiale” (pag.98) ”.Grande nemico del Nostro è l “liberalismo” (noi diremmo meglio ”progressismo”). Esso”.. è l’eterno elemento che indebolisce le nazioni atrofizzando il loro spirito nazionale, il loro senso comune e il loro istinto di sopravvivenza rendendole cosi’ pronte ad essere conquistare, o dall’esterno con le armi.,o dall’interno con congiure e sovversioni. E'i l liberalismo.. che porta ad una progressiva degenerazione della mente corpo e anima del popolo con la suainc4essate guerra a ciò che ogni cosa che in un popolo sia vibrante e sano.” (pag.140).Minato del “liberalismo” anche il conservatorismo britannico è incapace di affrontare le sinistre nella loro azione antinazionale. D’altra parte (pag.140) “Noi non avremo successo nella lotta contro la Sinistra estrema se non la amplieremo la lotta al liberalismo, e a tutte le sue manifestazioni e a tutto ciò che da esso ha origine” (pag.154).Il Tyndall traccia, poi, una critica al sistema politico vigente: la democrazia com’è attuata nel Regno di Sua Maestà, sarebbe una truffa vuoi a causa del controllo che determinate “elites” esercitano, implacabilmente, sui media impedendo agli elettori di venire a conoscenza di posizioni ”alternative” (è codesto un problema che assilla il Tyndall visto il trattamento che i media hanno sempre riservato ai movimenti nazionalisti) vuoi per l’incapacità stesa di gran parte dell’elettorato di farsi un’idea precisa dei problemi che la nazione deve affrontare.Nel delineare una ”alternativa”, il Tyndall si richiama esplicitamente alle concezioni del Mosley: egli vagheggia un sistema elettorale non più fondato su ripartizioni geografiche, ma sulle professioni degli elettori (in parole povere il”corporativismo”), i poteri del governo sarebbero limitati dalla possibilità di bocciarne l’azione, costringendolo alle dimissioni mediante de referendum; i partiti politici potrebbero continuare a sussistere ma come clubs d’opinione. ( Interessante il fatto che egli considerata l’aristocrazia britannica (che partecipa al governo nella” camera dei Lords”) decaduta anche a causa di cattive unioni matrimoniali causate dal desiderio delle famiglie nobili di risollevare le proprie declinanti fortune economiche). Cercando una” terza via tra capitalismo e socialismo, il Tyndall, non faceva che richiamarsi, anche qui al Mosley.. A pag.392 leggiamo: “L’integrazione e la coordinazione dell’industria un singolo processo politico volto allo sviluppo economico nazionale farà cessare la necessità che lavoro e capitale si presentino come forze antagoniste.Con questo verrà meno anche la necessità di istituzioni separate che rappresentino questi due fattori, i quali potranno e dovranno fondersi in una singola istituzione che con una sola meta ed un solo scopo: un giusto trattamento per tutti quelli che contribuiscono alla prosperità economica sia col braccio, col cervello o col denaro”. Mirando alla creazione di una”nuova terra” e di un “nuovo popolo”, il nazionalismo.giunto al potere, farà in mnodo di aumentare il tasso di riproduzione degli individui meglio dotati (pag.400), promuoverà il miglioramento delle condizioni delle città e un certo ritorno alla natura.(Quest’ultimo punto, specialmente, era già presente nei gruppi fascisti prebellici).Il nazionalismo difenderà l’appartenenza alla Gran Bretagna dell’Ulster, sperando che un giorno, magari, anche l’Eire ritorni a far parte dell’ambito dei popoli britannici, rafforzerà i legami con i paesi “bianchi”dell’ex Impero., provvederà con questi a formare un sistema difensivo svincolato dalla sudditanza verso gli Stati Uniti e cesserà la politica di sostegno indiscriminato all 'entità sionista che ha guastato i rapporti tra Londra ed il mondo arabo.
Guardando al passato il Nostro condanna quella politica che portò a combattere 2 guerre mondiali contro la Germania, né quella del kaiser,né quella del Fuhrer,per il Tyndall,rappresentavano in vero pericolo per la Gran Bretagna ed il suo Impero,e anche qui, notevoli sono gli apprezzamenti ricolti alle posizioni del Mosley.Vincendo queste guerre l’Inghilterra fini’ per rendersi vassalla degli stati Uniti che d’altra parte furono i principali fautori dello smembramento dell’Impero.
In ogni caso, il Nostro, è persuaso che, per il momento, le idee del nazionalismo non abbiamo possibilità di affermarsi, ma è sicuro che (pag.264) verranno” tempi di crolli totali…che getteranno il discredito sulle vecchie e “ortodosse” concezioni. Sappiamo che questi tempi verranno e ci stiamo preparando per essi.”


(1) Un primo British National Party era stato fondato già durante la II guerra mondiale, era affiancato da un’English Legion e aveva tra i suoi dirigenti John Webster (che poi passò all’Union Movement); emigrato, in seguito, in Australia costui ebbe un certo ruolo nell’estrema destra locale (un fenomeno sconosciuto in Europa ma non privo d’interesse) in un gruppo denominato Australian Party. Seguì il gruppo del Bean, poi, un altro movimento con tale nome sorse,   senza fortuna, a metà degli anni 70 per impulso di Eddy Morrison (un attivista che ha fatto parte di molti gruppi  e che è autore di un’interessante autobiografia ”Memoirs of a Street Soldier” (ordinarla a WNP P.O.Box 660 Preston.PR2-2wr GREAT BRITAIN)
(2) Il Tyndall dedica interessanti pagine, alle attività di Sir Oswald Mosley, riguardo al   periodo precedente la II guerra mondiale egli rimprovera al capo delle camicie nere di aver ”ecceduto nel ”copiare” movimenti sorti in altri paesi. e scrive” Mosley offriva proposte per la riforma e la rigenerazione dell’intera società….una dottrina politica che abbracciava ogni sfera della vita della nazione.Nellavisone del fascismo, l’economia, la politica, i problemi sociali, la cultura, la filosofia, la morale formavano un insieme integrato, e questo insieme rappresentava una sfida totale alla precedente visione liberale. Il Fascismo era molto di più che un nuovo movimento politico, era un nuovo credo, quasi una nuova   religione.”Per quel che riguarda il dopoguerra egli, purtroppo, respingeva l’europeismo   dell’Union Movement che gli aveva impedito di affiliarsi a tale gruppo. Peraltro il volume riporta molti apprezzamenti positivi nei riguardi dell’antico capo delle camicie nere.




I GRUPPI ESTREMISTI
Abbandonato dal Tyndall, Jordan rimase un intransigente neo-nazista, con innegabile coraggio anche fisico, imitando le tecniche” provocatorie” del Lincoln Rockwell egli e i suoi sparuti seguaci non cessarono di agire. Vi furono azioni violente da parte di membri del NSM, del GBM e dello stesso BNP : furono colpiti obiettivi ebraici e vari militanti dovettero scontare pene di prigione, tra questi Francoise Dior condannata nel 1968 a 18mesi per aver cospirato per incendiare una sinagoga. Possiamo chiederci quanti adepti avesse il National Socialist Movement, nel 1966 fonti di polizia sostennero che fin dagli inizi non avesse avuto solo 187 aderenti con alcune centinaia di sostenitori abbonati a <The National Socialist> (1962-1966), da parte sua il periodico antifascista Searchlight sostenne che in un periodo o in un altro ben 1200 persone furono coinvolte nelle sue attività con un massimo di circa 700 nel 1962. Nel gennaio 1967 il Jordan fu nuovamente imprigionato, a causa del nuovo Race Relations Act del 1965 ebbe 18 mesi di carcere solo per aver pubblicato un pamphlet" The Coloured Invasion” con il quale avrebbe mirato a d aumentare le tensioni razziali! Scontata la pena egli tentò, nell’estate del 1968, di resuscitare il movimento, ormai defunto, con il nome di British Movement con un programma che chiedeva lo stop all’immigrazione, il rimpatrio dei coloureds, la fine di ogni controllo internazionale sulla politica e l’economia britannica e un governo locale per Galles e Scozia, si reclamava, anche, l’autarchia economica, una politica di ”solidarietà bianca internazionale” e la soppressione delle lotte tra i partiti e la classi sociali, come simbolo fu scelta la Croce Celtica. Nel Luglio 1969 il Jordan presentatosi candidato a Birmingham ebbe più del 3% dei voti, in seguito a Wolverhampton tocco’il 4% Il nuovo gruppo, peraltro, soprattutto, mirava a mobilitare nelle città, ultras del calcio, skinheads e giovani più o meno violenti, contro le sinistre e gli immigrati mirando a suscitare le reazioni dei coloureds che a loro volta, avrebbero dovuto provocare una reazione <bianca>. Ma nel 1974 il Jordan fu sostituito alla guida del gruppo da Michael Mc Laughlin un ex marinaio della marina mercantile che aveva complottato per impadronirsi del BM.. Deluso ma sempre fedele alle sue convinzioni, il Jordan si ritirò in una casa di campagna a Greenhow Hill nello Yorkshire continuando ad operare, con la penna., per la causa cui era completamente devoto. Intorno al 1975 il BM sembrò registrare un certo successo anche grazie ai dissidi che minavano il NF. Nel corso degli anni 70 il BM. mantenne contati con un certo “underground” che tentava di fomentare le violenza razziali e con gruppi del resto del mondo bianco, sul piano internazionale entrò a far parte della ”White Nationalist Confederacy of Understanding” una sorta di internazionale neo nazista formata, soprattutto, da gruppi statunitensi,(1)Le sue manifestazioni aveva no spesso suscitato le reazioni violente degli avversari:   nel Maggio 1979 i membri del BM marciarono attraverso Londra in ricordo di un simpatizzante di 17 anni Clive Sharpe, ucciso da contro manifestanti (anche il NF ebbe un suo martire: Albert Marriner che divenne una sorta di Horst Wessel britannico (2). Nel 1980 il BM dichiarava di avere 25 sezioni e circa 4000 aderenti un numero che però comprendeva skinheads, ultras del calcio e altri la cui affiliazione al partito era alquanto labile, gruppi in oltre assai difficili da dirigere. Il movimento creò anche un gruppo para militare la “Leaderguard” e pubblicava il periodico <British patriot> edito da una British Patriots Publications con sede nel North Wales che distribuiva libri, musicassette e video . Il British Movement registrò qualche successo di reclutamento anche nelle scuole, approfittando delle difficoltà in cui si dibatteva il National Front. In una elezione locale il BM riuscì ad ottenne il 7,6% dei voti nel distretto londinese dove era la sua sede.
Il Mc Laighin mutò il nome del gruppo in quello di British Nationalist and Socialist Movement. Conseguenze fatali ebbe, sommandosi ai fattori negativi di cui abbiamo fatto cenno, l’azione di un provocatore che avrebbe fatto enormi danni allo schieramento nazionalista britannico Ray Hill. Costui giunto ai più alti livelli del BM, oltre alle attività di spionaggio, fomentò dissensi che gettarono nello sconforto i militanti.(in seguito l’Hill andò a proseguire le sue attività nel BNP del Tyndall danneggiando gravemente anche questo movimento) Scoraggiato il McLaughlin di dimise dalla leadership e chiuse l’ufficio nazionale del gruppo a Shotten nel North Wales verso la fine del 1983. Alcuni militanti peraltro rifiutarono lo scioglimento e tentarono di riorganizzare il gruppo nel 1985. Sul piano clandestino si era parlato, in precedenza, di organizzazioni alquanto evanescenti quali Column 88 (si ricordi che l’H è l’ottava lettera dell’alfabeto!) e SS Wotan cui si attribuivano attentati ed esercitazioni para militari. A questi gruppi si aggiungeva un National Socialist Party of United Kingdom che pubblicava un bollettino dal significativo titolo <The London Blackshirt> e aveva una sezione giovanile il “William Joyce Youth Movement” (anche codesta una denominazione assai “eloquente”). Difficile dire a questo proposito quanto vi fosse di velleitario se non di provocatorio.
Più interessante la League of Saint George, che utilizzando il simbolo della Croce Frecciata dei Nazional Socialisti ungheresi, accoglieva militanti di vari gruppi. La Lega era stata formata nel 1974 da elementi già associati all’Union Movement come ”ombrello” per una élite di militanti, il gruppo strinse legami con molti movimenti d’altri paesi, tra cui il VMO fiammingo e il CEDADE spagnolo e attrasse un certo seguito. Agli inizi degli anni 80 i principali esponenti erano Thompson, Steve Brady e Mike Griffin che furono accusati di aver dato rifugio, nel 1981 a nazional rivoluzionari italiani in fuga. Verso il 1983-1984 il gruppo soffrì di una grave crisi economica e organizzativa che ne diminuì molto le capacità di azione e il seguito. Esso pubblicava <League Review > (poi National Review) cui collaborò anche il Jordan. La Lega, a differenza degli altri gruppi che sostenevano i lealisti del Nord Irlanda, non avversava i nazionalisti irlandesi e avrebbe mostrato un certo interesse per le tematiche neo-pagane.
Da parte sua.il “padrino” del neo-nazismo britannico, in quel periodo, sembrò imboccare la via, in quelle come nelle attuali circostanze storico-politiche, suicida del terrorismo, ispirandosi dal famoso romanzo statunitense “The Turner Diaries” e al gruppo USA “The Order”, nel Giugno del 1986 tracciò sul foglio della League of St.George i piani per il futuro del movimento. Egli notava che il dominio da parte di una certa “elite” dei mezzi di comunicazione, a partire dalla televisione, assicurava la sopravvivenza del sistema democratico tramite il sistema dei partiti e le elezioni Perciò egli rifiutava la tradizionale organizzazione partitica e auspicava la costituzione di gruppi d’assalto che iniziassero forme di guerriglia, tali unità avrebbero dovuto essere affiancate da un partito razzista populista “rispettabile”, mentre altri aderenti avrebbero dovuto infiltrarsi nei partiti principali e nell’amministrazione. Dato che l’attività illegale avrebbe inevitabilmente, portato ad arresti ed incarceramenti tra i membri dei vari settori avrebbe dovuto esserci una assoluta separazione. Più o meno ispirati dal Jordan, i militanti del BNSM, si diedero a recuperare gli ex aderenti al gruppo ed a infiltrarsi nei circoli di tiro a segno e nella Milizia territoriale per avere modo di addestrarsi all’uso delle armi (ad esempio nel gruppo Defence Begins at Home che agiva per aumentare le capacità difensiva delle comunità britanniche). Un'altra fonte di reclutamento si rivelò il network di musica “white power” Blood and Honour (circa 800 skinheads). Tuttavia alcuni atti di violenza e l’arresto di 3 esponenti (Jeff Carson, David Philips e John Sullivan) per le loro attività paramilitari impedirono uno sviluppo del progetto.E’ da ricordare che, in quel periodo, i gruppi dell’estrema destra britannica, compreso il NF, collaboravano con i “lealisti” dell’Ulster contro i cattolici nord irlandesi, così il BNSM. ebbe stretti legami con gli Ulster Freedom Fighters e l’Ulster Volunteer Force, non sappiamo con quale vantaggio per la causa nazionalista. Inoltre erano tenuti contati con gruppi stranieri tanto che un ex volontario olandese nelle Waffen SS Et Wolsink divenne il dirigente della rete internazionale del partito. Già nella Divisione Brandenburgo, il Wolsink era stato condannato, per collaborazionismo, nel 1946, a 8 anni d prigione, dopodiché aveva militato in vari gruppi nazional rivoluzionari. Egli, nell’Aprile 1989 riuscì a far confluire più di 100 tra militanti del BNSM e simpatizzanti europei in una località segreta del Derbyshire per festeggiare il centesimo anniversario della nascita di Adolf Hitler. Verso il 1990 i 200-300 membri attivi del BNSM erano concentrati a Londra, nelle Midlands e in particolare, nello Yorkshire..Due dei leaders, Stephen Frost e Glyn Fordham operavano da caselle postali a Slaithwaite e Heckmondwike non lontano dalla residenza del Jordan. Quest’ultimo continuava a scrivere specialmente per fogli statunitensi, in un saggio del 1981”National Socialism: World Creed for the 1980s” egli criticava vari tipi di “pseudo - nazisti” "feticisti" di svastiche ed uniformi ispirati dai film di Hollywood, skinheads etc ed esaltava il Nazional Socialismo come una religione della natura e della vita, incompatibile con il cristianesimo a causa dei suoi contenuti razziali (posizione questa sempre sostenuta dal Jordan).Secondo lui, i Nazionalsocialisti non erano né conservatori né “piccolo nazionalisti” ma rivoluzionari razzisti che miravano ad unire i popoli bianchi per la loro supremazia e la sopravvivenza Sul piano tattico, egli suggeriva di sabotare il sistema, sviluppare quadri utilizzando scuole private nazionalsocialiste, imprese lavorative e comunità rurali. Quella delle comunità rurali fu un’idea presente anche tra i “soldati politici” e gli attivisti di ”third Way”, lo stesso Griffin, dalla sua fattoria, condusse una campagna “Smash the Cities” che poteva essere considerata una versione “nazi”del Pol Potismo cambogiano. Un seguace del Jordan, David Myatt, a capo del gruppo Reichsfolk, tentò a sua volta di formare una comunità rurale nello Shropshire, qualcosa d’analogo fu tentato anche dal gruppo neo-pagano Order of Jarls Baelder, e dalla National Socialist Alliance.
Agli inizi degli anni 80 il Jordan resuscitò <Gothic Ripples> il foglio del suo maestro Arnold Leese. In un opuscolo del 1989 “A Train of Thought”, il Jordan ritornò sul tema di gruppi d’assalto clandestini che agissero per accelerare il crollo del sistema. Nel 1993 pubblicò “Merrie England- 2000” un fantasioso, ma non troppo! quadro di una futura Inghilterra dopo l’affermarsi della società multirazziale.
Intanto dal 1991, dopo una precedente Column 88, si era fomato il gruppo clandestino Combat 18 (ricordiamo che la A è la I lettera dell’alfabeto e la H l’ottava!) anche grazie ad un neo nazista statunitense allora dimorante in Gran Bretagna, Harold Covington. A capo di C.18 si mise Paul Davis Sargent, il bollettino del gruppo Redwatch (altri fogli The Order, Putsch, Lebensraun) non mancava di riportare nomi di nemici del movimento nazionalista con l’implicito incitamento a colpirli. Il gruppo riuscì a raccogliere dai 200 ai 300 militanti che operavano suddivisi in cellule, furono colpiti negozi di immigrati, librerie di sinistra etc.Il 15 Gennaio 1994 C.18 organizzò un raduno internazionale skinhead con elementi olandesi, tedeschi e danesi che dette luogo a scontri nelle strade di Londra. Nei mesi seguenti gli incidenti si moltiplicarono: esplodeva la frustrazione di tanti giovani bianchi della classe lavoratrice che si vedevano quasi espellere dai loro quartieri di residenza dalla marea crescente delle minoranze di colore dove moschee e templi indù sostituivano i vecchi pubs e si aprivano negozi, giornali e cinema africani ed asiatici, in molte scuole gli alunni bianchi erano ormai in minoranza, immigrati islamici venivano eletti a cariche locali, lo spettro della fine della Gran Bretagna iniziava ad incombere. La tentazione del terrorismo si faceva sempre più viva la tentazione di ricorrere al terrorismo; nel Giugno 1994 veniva fondata la National Socialist Alliance che univa C18, alcune sezioni del BNSM. con i fogli <Sigrun> ed <Europe Awake> e i gruppi Blood and Honour. Qualche mese dopo si aggiunsero il National Socialist Movement di David Myatt, (3) la White Aryan Resistance di Adrian Blundell e un gruppo femminile dello Yorshire la Patriotic Womens’League.
Il nuovo gruppo prendeva ispirazione dai movimenti neo-nazisti statunitensi e sull’esempio di questi vagheggiò di stabilire una ”patria ariana bianca” in una piccola zona dove potessero concentrarsi a vivervi i camerati, Wulstram Tedder, già del NSM., dirigeva una piccola “comune”nel Galles..
La formazione della NSA coincise con una fase di radicalizzazione di tutta l’estrema destra britannica: il BNP. perse nel Maggio 1994 il seggio comunale che aveva vinto nel Settembre precedente a Tower Hamlets il che aumentò la frustrazione dei militanti e la sfiducia nei riguardi della strategia elettorale. Ulteriore motivo era la diffusa accettazione da parte della popolazione della società multirazziale e la nuove leggi che colpivano chi tendesse a fomentare le tensioni razziali. I neo nazisti proclamarono guerra aperta al sistema Zog(“governo sionista di occupazione”, una designazione ripresa anche essa dagli statunitensi insieme al famoso motto di David Lane delle “14 parole”. Dobbiamo assicurare l’esistenza del nostro popolo e un futuro per i bambini bianchi”.Il Lane era stato membro del gruppo terroristico The Order e condannato al carcere a vita per l’uccisione di un commentatore radiofonico ebreo a Denver), conseguentemente, agli inizi del 1995 vi furono defezioni dal BNP. alla NSA a Halifax, Oldham, in Scozia e nell’Irlanda del Nord.
Da parte sua, fin dai suoi inizi, C.18 aveva mantenuto legami con gruppi di altri paese: nel 1992 lo statunitense Harold Covington, allora residente in Gran Bretagna strinse legami con la Resistenza Ariana Bianca svedese VAM. un gruppo che si dedicava ad accumulare armi e, pare, a rapinare banche per finanziare le proprie attività. Nel frattempo venivano stretti i legano con gruppi di altri paesi tramite le manifestazioni annuali a Diksmuide in Belgio e quelle in Germania nell’anniversario della più che sospetta morte di Rudolf Hess, un importante incontro si ebbe a Copenghagen nel Marzo 1995: si trattava di coordinare la lotta contro i gruppi più attivi del fonte ani-fascista europeo. Nel Gennaio 1997 giovani neo nazisti danesi vennero accusati di preparare una campagna di lettere esplosive contro obiettivi britannici sotto la guida del C.18, pochi mesi dopo Charlie Sargent venne arrestato con l’accusa di aver ucciso un elemento della organizzazione e Combat 18 iniziò a disgregarsi. Intanto iniziava ad emergere la National Revolutionary Faction guidata da Troy Southgate, questi aveva militato nella fazione dei ”political soldiers” del NF per, poi, passare, nel 1992 alla International Third Position che si sarebbe ispirata alla ”Terza Posizione” italiana. Tale gruppo si dissolse nel Settembre 1992 quando il Southgate fondò un English Nationalist Movement che, nel periodo tra il 1992 e il 1998, ritornò alle posizioni rivoluzionarie avute un tempo dal National Front ispirandosi agli scritti di Otto Strasser e di Walther Darrè il leader agrario del nazional socialismo, coniugandoli con una certa tradizione socialista d’oltre manica in cui figuravano i nomi di William Morris, Robert Owen e William Cobbett. Nel 1998 il gruppo prese il nome di National Revolutionary Faction NRF, esso chiedeva una “rivoluzione nazionale” e un’Europa forte, ed entrò a far parte del Fronte di Liberazione Europeo un’alleanza di movimenti di vari paesi basata sulla idee di Otto Strasser, F.P.Yockey e Jean Thiriart.Esso si schierava contro il “nuovo ordine mondiale”, rigettava il sistema democratico e vagheggiava di creare delle aree autonome riservate ai bianchi., cosa per chi scrive molto interessante, collaborava con gruppi ultra ecologisti. In un’ulteriore radicalizzazione delle proprie idee, disciolta la NRF, il Southgate giungeva a posizioni, peraltro assai interessanti, che non esitava a definire “nazional- anarchismo”.
Militanti di Combat 18 si unirono al National Socialist Movement di David Myatt nel Marzo 1977 tra questi Steve fratello minore di Charlie Sargent e il Myatt . che tentava di elaborare una sorta di religione nazional socialista basata su una visone manichea della storia che vedeva l’eletta razza ariana opporsi alle crescenti masse delle razze di colore, Dedicandosi il Myatt agli studi, la direzione del N.S.M. Passò nel 1997 a Tony Williams. Rigettando l’elettoralismo il movimento si rifaceva ai principi di “solidarietà nazionale e razziale, dovere ed onore” Il Williams iniziò a pubblicare il foglio <Column 88> un quadrimestrale; mentre Steve Sargent pubblicava> <White Dragon> bimensile destinato agli skinheads.
Il NSM si trovò, però, in difficoltà quando si scopri’ che il giovane arrestato per tre lettere esplosive nail nel 1998 vi aveva aderito: David Copeland nato nel 1976, nel 1997 aveva aderito al BNP, per poi passare a pensare ad attacchi terroristici contro le minoranze razziali miranti a provocarne le reazioni fino allo scatenamento di una guerra razziale, agendo in tal senso, colpi coloureds ed omosessuali, agiva da “lupo solitario”, tuttavia, il Williams, intimorito, sciolse il National Socialist Movement nel Maggio 1999. Processato nel corso del 2000 il Copeland dichiarò, in tribunale, che aveva tentato di scatenare una guerra razziale fu condannato (cf “6 Ergastoli all’uomo delle bombe”in <Rinascita> 7-7-2000)(4)


 (1)Codesta White Confederacy fu uno dei tanti effimeri tentativi di federazione tentati da gruppuscolo più o meno effimeri: organizzata dallo statunitense National Socialist Movement raggruppava i gruppi Usa American White Nationalist Party, Christian Vikings of America (!), Minutemen of Indiana, oltre al BM
(2)Albert Marriner anziano pensionato, iscritto al NF, il3 V 1983 mentre si recava ad una manifestazione del partito era colpito da un oggetto lanciato da manifestanti di colore, morì il giorno dopo.
(3)   Personaggio, per taluni aspetti, discusso il Myatt è autore, tra l’altro, dell’interessante saggio “Vindex The Destiny of the West” (Liberty Bell.Box 21-Reedy W.Va 25270USA)
(4)   (4) A proposito di codesti attentati un articolo de “La Stampa”del 1-5-1999 (“Il marchio dei neonazisti” siglato f.gal.) dava un quadro sintetico dell’estrema destra britannica: ”-..Combat 18..un gruppo che si è scisso nel 1992 dal British National Party ritenuto “troppo soft” e che adotta lo slogan” White revolution, the only solution”….E’ forse il più organizzato, protagonista  negli ultimi anni di numerose aggressioni alle minoranze etniche, a gay e lesbiche, agli attivisti di sinistra; e per la sua struttura il più temibile, con contatti- pare -con il terrorismo protestante del Nordirlanda….i White Wolves ,i “lupi bianchi” che sono a loro volta una frangia di Combat 18..C’è il Ku Klux Klan che afferma d’avere 2800 membri in Inghilterra, e che avrebbe stabilito cellule a Londra,nelle Midlands, in Scozia e nel Galles….E restano sulla scena il Bnp che intende..candidarsi alle elezioni europee; il National Front ,che sta creando una rete nella provincia inglese; il National Democratic Party, radicato a Manchester e nei quartieri meridionali di Londra; il British Movement, che sta reclutando le sue forze soprattutto fra ex militari.”




IL KU KLUX KLAN ED I LEGAMI CON I GRUPPI STATUNITENSI.
Abbiamo fatto cenno precedentemente, ad un tentativo di creare una sezione britannica dell’americano Ku Klux Klan già negli anni 50, analoghi tentativi si ripeterono in seguito, ed è da ritenersi che, mentre scriviamo., (primavera 2004, uno sparuto gruppo di klansmen sia più meno attivo nel regno d’Elisabetta II. Nel 1978, David Duke, allora capo dei Knights of the Ku Klux Klan Usa (1), violando, come già il Rockwell, i divieti delle autorità londinesi, si recò in gran Bretagna dove avrebbe “iniziato” alcuni adepti alla setta. (cfr.”Klansman at large”in Newsweek, 20 Marzo 1978). In precedenza lo stesso Duke avrebbe ospitato dei britannici nella sua quartier generale in Louisiana, iniziandoli al Klan. (1) Nel 1989 fu la volta di James Farrands allora <mago imperiale> dell’Invisible Empire Knights of the Ku Klux Klan ad attraversare l’atlantico per reclutare dei britannici tra questi vi sarebbero stati Ian Stuart Donaldson leader della band Skrewdriver e creatore della musica Blood and Honour e Keith Thompson della League of St.George. (2)
Nel 1991fu il Tyndall a varcare l’Atlantico per un tour negli USA sponsorizzato dal Populist Party, in quel periodo, inoltre il neo nazista statunitense Harold Covington già attivo nella defunta Sud Rhodesia in difesa del potere bianco, soggiornò per alcuni mesi in Gran Bretagna dove avrebbe contribuito (cfr. sopra) a creare il gruppo Combat 18.Nel 1992 Mark Cotterill leader del Patriotic Forum gruppo britannico di sostegno ai protestanti estremisti dell'Ulster, e già membro del NF, fu ospite di gruppi statunitensi e nello stesso anno l’ex klansman e teorico della supremazia bianca Louis Beam fu presente ad un raduno del BNP; poco dopo le autorità vietarono l’ingresso a Tom Metzger capo della White Aryan Resistance. Nel 1994 lo statunitense Ed. Fields editore del periodico <The Thunderbolt>venne in Gran Bretagna dove s’incontrò con i Friends of Oswald Mosley, con esponenti del BNP e con Eric Bass l’ultimo superstite dell’Imperial Fascist League di A.Leese.
Nel novembre 1995 fu la volta di William Pierce capo della National Alliance a partecipare ad un meeting londinese del BNP, dopo un’altra visita nel 1997, il Pierce fu bandito dal territorio britannico.Ricordiamo poi i tour di conferenze negli USA del noto storico britannico David Irving le cui ricerche avevano portato a conclusioni revisionistiche e a venire accusato di simpatie naziste.. (Sull’argomento rimandiamo al libro di Jeffrey Kaplan e Leonard Weinberg“The Emergence of a Euro- American Radical Right.” (Rutgers Un.Press.USA.1998)
(1) Controversa figura dell’estrema destra statunitense il Duke ha narrato la propria avventura britannica in ”My Awakening” (Free Speech Press, USA, 1988.pag.593 e segg., dello stesso autore è notevole anche” Jewish Supremacism” Free Speech Press, 2003)
(2) Nel 1998 avevano una qualche attività i British Knights-Invisible Empire United Klans of Europe con a capo Alan Winder, a metà degli anni 90 il Klan britannico era andato in crisi scendendo da circa 400 aderenti a meno della metà,
I vari tentativi, a partire dagli anni 20 fatti dal KKK di espandersi al di fuori degli USA dovrebbero suscitare la curiosità di qualche storico, movimento considerato, per lo più non a torto, “rozzo” e “becero” rappresenta, forse, l’ultimo" tipo" di destra radicale ancora possibile nei paesi occidentali.




LA LENTA ASCESA DEL BRITISH NATIONAL PARTY
Nel 1987 fallirono dei tentativi di unire il nuovo BNP con il Flag Group, i membri di quest’ultimo gruppo non volevano accettare il Tyndall come leader, e cosi’ il fronte nazionalista rimenava diviso e debole.
Dagli inizi degli anni 90, però, gradualmente il British National Party, (quello fondato dal Tyndall nel 1982) iniziò ad emergere come gruppo dominante a spese del National Front e di gruppi minori; la sua lenta ascesa fu contrassegnata da un incremento delle attività di piazza. Nel 1990, la campagna <Rights for Whites> portò ad una concentrazione delle attività a Tower Hamlets nell’est londinese, qui ogni domenica, decine di militanti si radunavano a Brick Lane per vendere giornali e diffondere volantini. La campagna fu poi estesa a Bermondsey dove nell’Agosto 1991 scoppiarono tumulti razziali che videro la partecipazione di un migliaio di persone. Nell’ottobre del 1991 la conferenza nazionale del BNP riuniva circa 450 partecipanti il che rifletteva un certo successo registrato nell’aumento degli aderenti.Il Partito annunciò che avrebbe contestato 14 seggi alle elezioni, ma si presentò solo in 13, tra i candidati il Tyndall e Lady Jane Birwood un’anziana nobildonna animatrice di campagne contro l’immigrazione. Anche questa volta fu un fallimento: nei 13 seggi il risultato migliore fu un modesto 3,6%. Bisogna, tuttavia, non dimenticare che in Gran Bretagna i partiti” marginali” hanno migliori risultati nelle elezioni suppletive o in quelle locali quando il voto di protesta è più forte ed essi possono concentrare le loro risorse in aree ristrette. Tuttavia, tutto ciò fece, ancora una volta, figurare il BNP. nei titoli dei giornali. Gli avversari non mancarono, da parte loro, di denunciare l’aumento delle aggressioni razziste e, a Bermondsey, nel 1992 si formò un nuovo gruppo militante destinato a difendere la manifestazioni del partito, ma i cui aderenti non tardarono a passare all’attacco contro gli avversari.
Componendo la sua denominazione con il numero che contrassegna la I e l’VIII lettera dell’alfabeto A e H, Combat 18 iniziò ad aggredire gli avversari nelle strade e a compiere attentati incendiari contro le librerie di sinistra; influenzato dalla destra statunitense più estrema, C.18 non tardò a differenziarsi e a separarsi dal BNP, John Tyndall decise, in seguito, che non si poteva essere membri contemporaneamente del BNP e di C.18.Vi fu anche chi, compresi elementi dell’ultrasinistra, sostenne che l’organizzazione neo- hitleriana era in realtà una creazione dei servizi segreti che mirava a screditare i nazionalisti e, nel contempo, a raggruppare gli elementi dell’estrema destra inclini a compiere atti di violenza, per poterli sorvegliare più agevolmente.(ricordiamo che, in precedenza, aveva dato segni di vita un gruppo analogo denominato Column 88). Alla fine del 1992 il BNP sarebbe arrivato a contare circa 2.000 aderenti organizzati in più di 50 sezioni; ad un’elezione suppletiva nel quartiere distretto Millwalll a Tower Hamlets, Barry Osborne otteneva 657 voti pari al 20%: il miglior risultato fino allora ottenuto. Gli attriti tra BNP e C.18 peggiorarono quando il partito. riuscì a vincere il suo primo seggio comunale nella circoscrizione di Millwall a Tower Hamlets: nel settembre 1993 Derek Beackon ottenne nel distretto di Millwall a Tower Hamlets il 33,9% dei voti migliorando dell’11% il precedente risultato locale dell’Ottobre 1992 e fu eletto consigliere. ( In seguito la polizia dovette intervenire per difendere le riunioni del Consiglio dagli attacchi delle sinistre.) Riassumeva l’Ignazi (“L’ Estrema Destra in Europa" cit. pag. 71) “Attualmente solo il Bnp di Tyndall sembra essere tornato ad attività militante di una certa entità (e pericolosità). Dopo aver superato i conservatori in un’elezione suppletiva per il consiglio comunale di un quartiere di Londra con il 20% nel 1992, nel 1993 il candidato del Bnp è sorprendentemente eletto nello stesso quartiere” Al partito parve aprirsi, finalmente, la strada delle affermazioni elettorali il che indusse i dirigenti a rompere del tutto con C.18, d’altra parte il periodico di questo gruppuscolo, <The Order>, aveva preso posizioni critiche verso il Tyndall criticando le sue capacità dirigere il partito. Fu, dunque, vietata la doppia appartenenza BNP-. C18 e, così, vari attivisti lasciarono il partito per il gruppo più militante. D’altra parte, dopo il piccolo successo elettorale, 500 persone fecero richiesta d’iscrizione e 6mesi dopo nelle elezioni locali dell’Est Londinese i voti aumentarono, tuttavia il Partito non fu in grado di sfruttare adeguatamente l’imprevisto successo.
Nel Maggio 1994 alle elezioni Londinesi il BNP fu incapace di conservare il seggio vinto, ciò nonostante che il numero dei voti per il Beackon fosse aumentato, a causa della maggiore mobilitazione degli avversari, in ogni modo, in tale occasione, a Newham il BNP ebbe il 34% dei voti, il suo miglior risultato sino allora. Un mese dopo il Tyndall otteneva il 9% in una suppletiva a Dagenham nell East London, con quasi lo stesso numero dei voti del candidato liberal - democratico: per la prima volta in un’elezione parlamentare salvò il suo deposito. Ma la marcia era ancora lunga e difficile. Intanto, nel 1995, un sondaggio mostrò che il 9 % dei britannici era disposta a votare per un partito “alla Le Pen” (cioè   più “rispettabile” del BNP. e del NF) mentre un altro 17% avrebbe preso in considerazione l’idea di farlo.In ogni caso, all’inizio della seconda metà degli anni 90, il quadro rimaneva desolante: al BNP erano attribuite poche centinaia di iscritti, era sempre diretto dal Tyndall coadiuvato da Richard Edmonds, Dave Bruce e Dave King, continuava a pubblicare il mensile <The Nationalist> diretto da John Morse e <Spearhead> il foglio del Tyndall. I locali della sede appartenenti all’Edmonds non potevano più essere utilizzati come tali, e il BNP si ridusse a farne un centro informativo e la sede degli archivi che prima venivano erano dispersi nelle abitazioni dei dirigenti. La qual cosa aveva procurato seri guai: nel corso di un furto, perlomeno “strano”, nella casa di uno di costoro, Alf Waite, era stato sottratto il dossier degli aderenti, il che aveva procurato malumori e sconforto nelle file del Partito.Nel novembre 1995 il BNP aveva tenuto: ci si era ridotti ad una riunione di meno di 300 persone in un pub dell’East End londinese, ospite d’onore lo statunitense William Pierce leader della National Alliance, da cui, pare, si attendevano finanziamenti per le future campagne ettorali.Il Partito era la filiale britannica dell’organizzazione Euro Ring (1) e grazie alla Ring.UK con base a Liverpool cercava d estendere le proprie attività ad altri paese europei.>Cosi aderenti del BNP avevano assistito alle manifestazioni tedesche in onore di Rudolf Hess, al raduno a Diksmuide nelle Fiandre e alle assemblee del CEDADE in Spagna.Sul piano interno i nazionalisti facevano campagna contro l’edificazione di nuove moschee. Alle elezioni amministrative del 1996 i risultati rimasero modesti, nonostante qualche segno di lieve miglioramento rispetto l’anno precedente: Birmingham Kingstanding Keith Axon aveva il 4%, mentre a Birmingham Northfield, Lee Windridge aveva solo il 2,30%; a Calderdale Todmorden, Christian Jackson otteneva il 3,19% e a Stoke on Trent, Steven Barkin arrivava al 5,40%. Sempre nel 1996, alle elezioni parziali nella circoscrizione londinese di Hackney, William Binding otteneva il 2,78% e Victor Doley il 2,74.A Novembre in una suppletiva a Newham Forest Gate, Colin Smith toccava il 5,3.Da parte sua, il National Democratic Party diretto da Ian Anderson e Martin Wingfield come continuazione moderata del NF avrebbe contato circa 200 aderenti, pubblicava il mensile<The Flag>e, su Internet<Vanguard>.Tale movimento realizzava qualche discreto successo alle amministrative del 1996 (Simon Daby raccoglieva il 12,20% nella città di Dudley) e altri meno buoni alle suppletive politiche.Ma il partito era stato danneggiato dal passaggio di alcuni aderenti a gruppi estremisti quali la National Socialist Alliance e Combat 18.
Alle elezioni generali del 1997 il BNP presentò 55 candidati, i risultati non furono, ancora una volta, troppo brillanti ma 3 dei candidati salvarono il loro deposito e nella sola Londra il partito raccolse più di 25mila suffragi, tutti sommato i nazionalisti credettero d aver motivo di non scoraggiarsi troppo: vi erano, infatti, i segnali, ancor timidi, di una crescita.  Nello stesso anno, deluso e amareggiato,    moriva, di cancro Andrew Fountaine che, come abbiamo visto, era stato uno dei principali protagonisti della   rinascita del nazionalismo britannico.
Ciò che rimaneva del National Front, sotto la guida di John McAuley e Tom Holmes era ridotto, forse, a circa 100 aderenti, stampava <The Flame> e, nell’Hertfordshire, <Bulldog>, gli rimanevano alcuni punti, per così dire, “di forza” locali. Manteneva contatti con gruppi quali la NSA e i pochi candidati che riusciva a presentare alle elezioni amministrative ottenevano risultati mediocri. Infine la cinquantina d’ex aderenti al NF che agivano sotto la sigla “Third Way” pubblicavano <Third Way> e continuavano a tessere legami con gruppi afro americani ed islamici. Poche altre decine di militanti appartenevano alla “International Third Way” capeggiata da Colin Todd e Derek Holland che pubblicava, su Interne t<Final Conflict> le poche attività riguardavano soprattutto l’ecologia e la protezione degli animali.: una scissione dell’ITP aveva dato vita all’English Nationalist Movement diretto da Troy Southgate, che non risparmiava critiche ai neonazisti esprimendo il suo sostegno ai gruppi palestinesi come Hamas. Qualche attività sporadica era ancora svolta dalla League of St Goerge che aveva sostituito <League Sentinel> a <League Review> come proprio organo di stampa. Abbiamo scritto prima dei neonazisti di Combat 18 e di NSA.
Nei primi mesi del 1999 si ebbero anche notizie di nuovi tentativi di creare un Ku Klux Klan Britannico: nel South Walles famiglie d’origine asiatica ricevettero minacce da parte di presunti cavalieri, ciò mentre negli USA il KKK frazionato in una varietà di gruppuscoli più o meno rivali appariva vicino all’estinzione.
(1)   Dell’Euroring, chi scrive ha potuto solo appurare che esso avrebbe tenuto una riunione nell’Agosto 1988 a Courtrai, in Belgio, vi sarebbero stati rappresentati, oltre al BNP, il Freiheitliche Deutsche Arbeiterpartei tedesco, il Vlaams Militanten Orde fiammingo ed il Parti Nationaliste Francais et Europeen, FAP e VMO erano destinati,in seguito, a venire messi fuori legge.
(2)   IL BNP DA JOHN TYNDALL A NICK IL GUERCIO
Arrivò così il Giugno 1999 quando si svolsero le elezioni europee, le prime col sistema proporzionale in Gran Bretagna, il BPN. si assicurò circa 100.000 voti, ma i mancati progressi del partito che se avanzava, lo faceva con una lentezza esasperante e con ripetute” ricadute” condussero ad un cambiamento nella direzione e nel Settembre Nick Griffin riuscì a strappare la leadership al Tyndall L‘autunno del 1999, infatti, sembrò segnare la crisi finale e definitiva del BNP: il Griffin (come abbiamo visto già del NF e dell’International Third Position) che faceva parte del partito solo dal 1996 , sostenuto da Tony Lecomber editore di <The Patriot>, Micheal Newland, Eddie Butler e Steve Smith (questi ultimi sostenevano un avvicinamento all’ala destra dei Conservatori riunita intorno alla rivist <Right Now!>, intendeva “modernizzare” il partito nazionalista (vi fu chi parlò di un “Fini” britannico !). I seguaci del Tyndall  meditarono la scissione, ma il vecchio campione , nobilmente, rifiutò quest’ipotesi sostenendo che di partiti ve n’erano stati fin troppi e non era certo il caso di frazionare ulteriormente l’area ,ciò nonostante la nuova leadership rimase a lungo contrastata e soggetta a vivaci critiche. Soprattutto gli estremisti avversarono un progetto di creare un “Ethnic Liaison Committee”destinato a cercare contatto con gruppi d’immigrati che potessero in un modo o nell’altro, fiancheggiare certe iniziative del BNP (?!) Il movimento si dotò della rivista <Identity>,bimensile, e del settimanale <Voice of Britain>, e vennero lanciate campagne dirette alle comunità rurali, ai camionisti e contro la pedofilia..La struttura del BNP divenne più efficiente e venne segnalato un aumento degli aderenti; indubbiamente la nuova direzione tentò di dare un volto più moderato al partito, se prima esso faceva campagna per il rimpatrio forzato degli immigrati, ora sosteneva che bisognasse aiutare.Quelli che decidessero di rimpatriare e in varie occasioni aderenti manifestarono insieme ad elementi d’origine africana che, desiderando ritornare alle loro terre, lamentavano che la vigente legislazione britannica prevedesse ben poco per aiutarli. In ogni modo, il movimento continuava a sostenere che nel campo degli alloggi ed in quello del lavoro si dovesse dare la “precedenza” ai britannici d.o.c. Per dare un fondamento alla ripulsa della violenza furono espulsi elementi “sgraditi”; com’era da aspettarsi, molti oppositori dichiararono che tali cambiamenti erano solo di facciata. perseverando nelle accuse di“neonazismo”. Sotto la nuova guida il Partito iniziò a procurarsi considerevole attenzione da parte della stampa grazie alle sue campagne nel mondo agricolo, ne ricavò o un pugno di nuovi aderenti, ma iniziò a presentarsi come un movimento non rivolto solo alle questioni derivate dall’immigrazione.
Nel Gennaio del 1999 veniva fondato negli USA il gruppo “American Friends of the British National Party AFBNP, avrebbe dovuto procurare fondi al partito, non  ebbe gran successo, tuttavia incrementò i contatti tra le opposte sponde dell’Atlantico. Nello stesso anno il Bean (ormai distaccato da tempo dalla politica attiva) pubblicò il suo libro” Many shades of Black” di cui riportiamo la conclusione. “La distruzione della Gran Bretagna, dell’Europa, delle varie culture del mondo e dei popoli che le hanno edificate, viene condotta dai banchieri internazionali e dalle compagnie multinazionali nella loro corsa verso il villaggio lobale .Costoro non preoccupano di complotti e cospirazioni; le loro attività sono chiare e parlano chiaro. Essi vogliono vedere crollare tutte le barriere allo scopo di aumentare al massimo i loro mercati, le loro vendite e i loro profitti. Essi sono vogliono utilizzare i loro poteri, che includono il controllo di quasi tutti i mass media del mondo, per sostenere tutti i mezzi che, direttamente od indirettamente, possano raggiungere tale obiettivo. Per loro un mondo “unico” con un popolo “unico”…sarebbe la situazione ideale di mercato. Benché gli ebrei siano ancora ben rappresentati nell’industria filmica di Hollywood, che ora determina quanto i cinema del mondo e anche le compagnie televisive faranno vedere, tutto ciò è ben lungi dall’essere un affare solamente ebraico.
Tra i principali propagandisti per il “villaggio globale” quali Rupert Murdoch della News Corporation, Ted Turner della CNN…o Bill Gates della Microsoft, non sono ebrei né lo è la maggioranza dei direttori delle multinazionali quali General Motors, Ford, Shell, BP, Mitsubishi, Glaxo, ecc. ecc.Né lo è Benetton, la casa di moda che promuove il multirazzialismo puramente per profitto.Forse il mio istinto aveva ragione, anche se non il mio ragjuonamento”l’autore si riferisce a sue iniziali simpatie per l’estrema sinistra) ” quando avvertivo che vi era qualcosa di sbagliato nel sistema capitalista…..Marx può aver diagnosticato correttamente la malattia, ma prescrisse la medicina sbagliata.”
Nel corso del 2000 il BNP ebbe 47.000 voti alle elezioni amministrative di Londra, con una media dell’11% nella parte orientale, ma in alcune zone ebbe risultati ancora migliori: a Tipton Green Edwards ottenne il 23% mentre in una suppletiva a Bexley Colin Smith prese il 27%.Anche il National Front, dove aveva potuto presentare propri candidati, otteneva risultati non disprezzabili
La direzione del BNP, come al solito, veniva contestata da gruppi d’aderenti, però il Griffin riusciva a mantenere il controllo del partito; inoltre esso si era dotata di 3 gruppi dipendenti: l’Association of British Ex Servicemen, lo Young BNP e la Patriotic Students Association.
Il 4 Sett. 2000 Il <Corriere della Sera> pubblicava un articolo di Paola De Carolis “Bianchi al tramonto in Gran Bretagna”: ci si riferiva ad uno studio reso noto dal Observer vi si leggeva “Il demografo secondo cui nel 2100 i bianchi saranno minoranza ha voluto mantenere l’anonimato per paura di essere accusato di razzismo: ma i suoi riscontri farebbero parte di uno studio commissionato dall'esecutivo. Che la <razza bianca> sia destinata a sparire, del resto, lo affermava anche un rapporto Onu del ’99: entro il 2025, diceva, il 98% della crescita della popolazione mondiale avverrà in Paesi in via di sviluppo. Ma ciò che sorprende i ricercatori è la velocità del cambiamento…” in particolare “a Londra i bianchi saranno in minoranza nel 2010”. Veniva segnalata un’unica voce contraria a tale fenomeno:” <Ogni persona ha diritto di avere un suo Paese> dice Nick Griffin, presidente del British National Party.”
Ma ancora una volta ,nonostante il precipitare della situazione, i progressi del movimento nazionalista vennero ostacolati da una crisi interna: il vice presidente Sharron Edwards, il tesoriere Michael Newlands e l’organizzatore per le West Midlands Steve Edwards lasciarono lanciando accuse di mal uso dei fondi del movimento.
A favorire i nazionalisti nazionalista contribuiva l’acuirsi delle tensioni etniche: il 26 Maggio 2001ad Oldham, rispondendo a presunte provocazioni da parte di bande di giovani bianchi, centinaia di giovani di ’origini asiatiche si scontravano, in una notte di tumulti, con le forze di polizia ..Dieci giorni dopo questi scontri, alle elezioni generali, il British National Party si assicurava il miglior risultato che avesse mai riportato in tal genere di elezioni. Esso schierava 33 candidati (32 in Inghilterra e 1 nel Galles) che ebbero 47.129 voti con una media del 3,9% nei collegi ove erano presenti (un netto progresso rispetto al 1997.in 5 seggi i candidati salvarono il loro deposito avendo ottenuto almeno il 5% dei voti. Nick Griffin otteneva il 16% a Oldham West e Royton ,mentre l’organizzatore locale del partito Mick Treacy aveva l’11% a Oldham East e Saddleworth. Nel timore di un rinnovarsi delle tensioni, ai candidati le autorità proibirono ai candidati di parlare durante la conta dei voti, il Griffin e il Treacy, per protesta rimasero sulla piattaforma loro destinata imbavagliati. In giugno, vi furono altri scontri e ad Oldham dovette essere eretta una barriera alta per dividere gli asiatici dai bianchi.una cosa inaudita in Gran Bretagna! Seguirono altri tumulti a Burnley e poi a Bradford e questi furono i peggiori degli ultimi 20 anni con più di 200 poliziotti feriti in tre notti di scontri e 25 milioni di sterline di danni.<.L’Espresso> del 19 VII 2001(“Nick il Guercio teorico di calci e pugni”)scriveva. “difendere i diritti dei bianchi con calci e pugni ben assestati…Questo, con parole sue, il manifesto di Nick Griffin, anche detto Nick il Guercio, leader del British National Party.42 anni, 4 figli…Griffin è il nuovo volto dell’estrema destra inglese. Laureato in Legge a Cambridge, è considerato come il più intelligente e pericoloso estremista emerso nella politica inglese dal dopoguerra a oggi. Conoscendo la rivista italiana non daremmo molto credito alle sue citazioni, comunque, vi si leggeva ancora “ Ispirandosi allo sdoganamento della destra italiana, Griffin sta tentando ora di rendere presentabile ed eleggibile il Bnp. Un anno fa, il partito dell’estrema destra non aveva affiliati ad Oldham. Dopo gli scontri razziali avvenuti a maggio nella cittadina, ha registrato un inquietante successo elettorale, raccogliendo 12mila voti..” Il 22 Aprile il leader nazionalista aveva preso la parola negli Usa, ad Arlington, insieme agli esponenti nazionalisti americani David Duke e Kirk Lyons, anche questa trasferta oltreoceano avrebbe avuto per scopo la raccolta di fondi.
A metà del 2001 secondo gli avversari, il BNP. aveva raddoppiato il numero degli aderenti in confronto al 1998 (2300?) attirando militanti del Partito Conservatore, pubblicava < Patriot> e il periodico del Tyndall < Spearhead> I risultati erano stati: circa 100mila voti alle europee del 1999, 47milla alle amministrative londinesi del 2000, un 27% in un distretto a Dartford, il 23% a Tipton Green, e il 21% a Burnley, naturalmente i candidati nazionalisti trovavano elettori solo tra i “bianchi” e tali risultati andrebbero calcolati in rapporto alla percentuale dei britannici doc.nell’insieme dell’elettorato  .Gli avversari tendevano ridimensionare i tentativi di darsi un volto più “moderato” ricordando che il Grifin aveva osato negare l’ “olocausto”, che l’organizzatore Tony Lecomber era stato condannato nel 1986 per aver tentato di dinamitare gli uffici di un gruppo d’estrema sinistra e che il BNP manteneva contatti con la statunitense National Alliance il cui leader William Pierce, senz’altro una delle personalità più notevoli del nazional-razzismo statunitense, sarebbe poi morto nel 2002.
Nel Maggio il Griffin aveva compiuto un altro “giro” negli USA ospite della National Organization for European American Rights del Duke e del Council of Conservative Citizens. Nel corso del 2001 Edgar Griffin padre del Nick era espulso dal Partito Conservatore in cui militava per i suoi rapporti con l’estrema destra!
Nel tentativo di darsi un aspetto più “rispettabile” ( volendo, forse, imitare il Front National francese e i liberal nazionali austriaci) il BNP si dissociava anche, sempre di più, dal suo antico rivale il National Front, con cui spesso gli organi di informazione tendevano a confonderlo, ne respingeva la tattica imperniata su sfilate più o meno “provocatorie” rimarcando come esso preferisse dedicarsi a metodi di propaganda più “tranquilli” esaminando i problemi della gente e rilevando che molti aderenti al BNP consideravano il NF “politicamente immaturo, irresponsabile” e “troppo estremista”, mentre, dal canto loro, i militanti del NF ritenevano troppo “molle” la formazione rivale.
Quello che era rimasto del National Front aveva conosciuto altre vicissitudini, sconfitte elettorali e ulteriori divisioni, quello che era stato il NF Flag Group aveva, infatti, partecipato ad alcune prove elettorali con la etichetta “NF”, sotto la guida di Ian Anderson che, dopo le elezioni locali del Maggio 1995, decise di dare il volto più " presentabile” al partito adottando il nome di “National Democrats”, parte del movimento rifiutò tale scelta e continuò per conto proprio sotto la guida di John Mc Auley e la vecchia denominazione. All’inizio del nuovo secolo il National Front, avrebbe contato 150 militanti, guidato, ora, da Terry Blackham, pubblicava <The Flame>, < Bulldog> e <Pitbull> e collaborava con C.18, secondo gli avversari tentava di reclutare elementi anche disposti ad azione violente, critici del moderatismo del partito del Griffin.
Il gruppo Blood and Honour pubblicava un periodico dello stesso nome e avrebbe contato su 300 aderenti raggruppando vari complessi musicali; con un Settantina di aderenti Combat 18 pubblicava <Strikeforce> e <Blood and Honour>.
Con appena una cinquantina di aderenti, l’International Third Position era diventato un gruppo di fanatici cattolici ,contrari all’aborto e all’omosessualità, manteneva contatti con gruppi esteri e pubblicava <Voice of St.George>, <Final Conflict> e <The Crusader>.
Emerso da una scissione del BNP. Nel Gennaio 2001 il Freedom Party aveva strappato al partito di Griffin e Tyndall le sezioni del West Midlans cui si erano uniti membri del gruppo culturale Bloomsbury Forum e attivisti del Monday Club; alcuni dei suoi aderenti , in precedenza, avevano fatto parte di un Revolutionary Conservative Caucus per passare, poi, al gruppo intorno al periodico <Right Now!> Tra gli esponenti del F.P: Sharrone Steve Edwards, Eddie Butler, provenienti dal BNP., Steve Brady già del NF e Adrian Davies già del Monday Club. Rimasto con appena un’ottantina di aderenti, il British Movement pubblicava<Broadsword> Aveva qualche attività a Londra, Kent, nell’East Midlands (Nottingham e Derby) e nel West Yorkschire (Bradford) Soprattutto agiva in settori legati alle attività musicali a Dartford e nel Nottinghamshire.
Il gruppo Albion Fyrd riuniva circa 30 aderenti sotto la guida di Steve Sargent e pubblicava<The Fyrd World>e<NST>, tale gruppuscolo aveva preso il posto del National Socialist Movement discioltosi nel 1999 dopo gli attentati  del Copeland.
,Poco attivo aveva un minimo di seguito nel Sussex e nell’East London. Con una ventina d ’aderenti sussisteva ancora la League of Saint George (pubblicazione <League Sentinel>, presente nel Kent (Ramsgate, Canterbury) ed Essex (Rayleigh) aveva poche attività anche per l’anzianità dei suoi membri, da Canterbury dirigeva il book club Steven Books.
Con un minimo seguito e il foglio <The Flag> sopravvivevano ancora i National Democrats guidati da Ian Anderson, che avevano  tentato di sottrarsi all’etichetta d’estremismo e si erano ridotti a partecipare a campagne anti EU e contro la pedofilia: uno dei tanti casi di divisioni i cui ad avere la peggio erano stati i “moderati”! Possiamo anche ricordare Third Way guidata da Patrick Harrington, gli skinheads del gruppo ”British Hammerskins”, la British League of Rights cui era legati i Bloomfield Books distributori di    testi revisionistici e degli immancabili< Protocolli di Sion> e il Populist Party diretto da Russel White. Anche nel campo della destra conservatrice non mancavano fermenti di un qualche interesse: il gruppo Western Goals “forte” di una sessantina d’aderenti era nato dalla Federation of Conservative Students, nel 1991 aveva ospitato J.M.Le Pen e nel Novembre 2000 aveva organizzato una riunione in un pub londinese per commemorare Francisco Franco. Alla destra tory si rifaceva anche il quadrimestrale <Right Now !> nato nel 1993, attorno ad esso si radunavano ex del BNP, del NF e “duri” del Partito Conservatore, si distingueva per il tentativo di ravvivare lo studio delle differenze razziali e dell’eugenetica. Il “London Swinton Circle”guidato da Allan Robertson si rifaceva al Powell, nel tentativo di condurre su posizioni nazionaliste il Partito Conservatore.Contro l’immigrazione si schierava anche il WISE (Welsh, Irih, Scottish and English)  già ricordato. A destra dei conservatori vi era, poi, l’United Kingdom Independence Party che vantava 10mila aderenti.Sorto per opporsi all’ingresso della Gran Bretagna nell’Unione Europea, l’UKIP si era assicurato circa un milione di voti alle elezioni europee del 1999 facendo eleggere tre eurodeputati, in esso erano confluiti elementi di un precedente New Britain Party e tentava, allora, di ampliare il suo programma fino allora limitato all’antieuropeismo.
Nel 2002 il Tyndall fece un tentativo di strappare la guida del partito al moderato Griffin accusato di tradire le basi ideologiche del nazionalismo, il tentativo fallì soprattutto perché il movimento, dopo tanti anni, dava segni di sviluppo. Il 3 maggio 2002 Il <Corriere della Sera> pubblicava un articolo di Alessio Altichieri “Anche Londra teme l’onda xenofoba” sottotitolato “Sulle elezioni amministrative l’ombra del BNP di Nick Griffin: preoccupazioni del governo Blair.”s’iniziava a parlare anche in Italia del Le Pen britannico. Alle amministrative presentava 68 candidati e il 4 Maggio sempre l’Altichieri firmava “Inghilterra, l’estrema destra non sfonda”in cui rilevava! “..il British National Party.ha conquistato tre consiglieri comunali a Burney, riaffacciandosi nelle istituzioni ufficiali dopo un decennio di assenza..” poco dopo “ gli elettori del BNP appartengono a una classe operaia bianca che votava Labour e ora è disorienta dal partito che ha scelto le classi medie come punto di riferimento e, quando mostra interesse per i più deboli, pare curarsi degli immigrati che portano via case e lavoro agli antichi seguaci.” Ancora, “Il BNP ha-…il 18% dei voti, nei pochi collegi dove s’è presentato. Se il panorama diventasse nazionale, sarebbe allarmante.” Da parte sua, “La Repubblica” del 4 maggio pubblicava di Riccardo Orizio “Inghilterra, effetto Le Pen, 3 seggi all’estrema destra, tiene il Labour in cui rilevava” L’affermazione del BNP avrebbe potuto essere ben maggiore.” Cfr.< Linea> del 5 maggio “Le forze antagoniste avanzano anche in Gran Bretagna” (A queste elezioni anche il più radicale National Front aveva registrato piccoli progressi pur: presentatosi solo in 3 seggi.) Su <Il Sole 24 Ore>del 4-5-2002 un articoletto “Vittoria simbolo all’estrema destra” vi si leggeva: “In comuni oggetto di recenti disordini razziali come Bredford e Oldham malgrado percentuali del 25% il BNP non è…riuscito a ottenere seggi..”. (Intanto nel resto d’Europa si erano registrati i successi di J. M. Le Pen, dell’ olandese Pim Fortuyn (poi assassinato ), del Vlaams Block fiammingo e d’altri gruppi etichettati come “estrema destra”.) Indicativo anche un articoletto de <Il Secolo d’Italia> del 19 Maggio. “Gran Bretagna, i bianchi si sentono discriminati: aumentano le tensioni, il governo apre un’inchiesta” vi si leggeva “La discriminazione razziale colpisce ora anche i bianchi. La commissione per la parità tra le razze si sta riorganizzando per affrontare questo problema che sembra aver trovato uno sfogo politico nel British National Party….Un rapporto del Ministero degli Interni compilato dopo una serie di incidenti avvenuti in alcune città del Nord dell’Inghilterra segnala che ad esempio uno dei motivi di tensione sono alcune agevolazioni per i gruppi etnici di minoranza o la precedenza nell’assegnazione delle case popolari ai profughi. La commissione ha difeso recentemente una ragazza bianca, Janet Rowntree, che aveva subito discriminazioni ed era stata poi licenziata dai suoi datori di lavoro asiatici”
Gli avversari dovevano ammettere che il BNP “diceva quello che una parte del pubblico britannico bianco voleva sentire.”
Nel Maggio, un sondaggio indicava che il 22% degli elettori britannici era disposta a votare per un partito anti europeista ed anti immigrazione.
In Novembre era conquistato un 4°consigliere comunale a Blackburn.


(1)   Il Griffin laureato in legge a Cambridge, padre di 4 figli, militante nazionalista da una trentina d’anni, era dal 1996 un organizzatore e scrittore politico per il BNP a tempo pieno, aveva il nomignolo di “Nick il guercio” avendo perso un occhio in un incidente. A 15 anni aveva assistito ad un meeting del NF condottovi da sua padre consigliere comunale della destra conservatrice, all’Università di Cambridge era diventato capo dell’organizzazione studentesca del movimento nazionalista, ascese ai vertici del partito per passare, poi, all’ International Third Position, nel 1996 era entrato nel BNP
(2)    Nello stesso 1999 l’americano Jared Taylor editore del periodico <Amercan Renaissance> partecipava ad una riunione organizzata dal periodico nazional conservatore britannico <Right Now!>
(3) Il foglio svizzero <Courrier du Continent> N.414 del Nov.1999 rifacendosi a <Spearhead> dell’ ott. riferiva: “J.Tyndall capo del BNP per più di 17 anni, annuncia che gli aderenti hanno eletto il suo rivale Nick Griffin alla testa del Partito. Tyndall accetta questa decisione e rientra nei ranghi come semplice aderente. Continuerà a pubblicare <Spearhead> che sosterrà il BNP, rimane disponibile come oratore. Non fonderà un altro partito perché ce ne sono già stati troppi. Tyndall chiede ai suoi amici di rimanere fedeli al BNP par difendere la razza e la nazione.”




BRITISH NATIONAL PARTY E NATIONAL FRONT
Un documento programmatico elettorale del BNP, di questo periodo, iniziava con una dichiarazione inequivocabile: “IMMIGRAZIONE-è tempo di dire NO!” vi si leggeva “Secondo le attuali tendenze demografiche, noi britannici nativi, diventeremo una minoranza etnica nel nostro stesso paese entro 60 ani. Per assicurarsi che ciò non accada, e che il popolo britannico mantenga la propria identità e il possesso della propria patria, noi chiediamo un alt immediato all’immigrazione ogni ulteriore immigrazione, e l’immediata deportazione di tutti gl immigrati illegali o rei di crimini, chiediamo l’introduzione di un sistema di rimpatrio volontario grazie al quale gli immigrati legali possano avere l’opportunità di ritornare nelle terre d’origine etnica assistiti da un generoso incentivo economico sia per loro sia per i loro paesi. Noi aboliremo gli schemi di “discriminazione positiva” che hanno fatto dei britannici dei cittadini di seconda classe. Noi fermeremo anche il flusso di coloro che richiedono asilo in quanto molti agiscono ingannevolmente oppure potrebbero trovare rifugio più vicino ali loro paesi.” Si tratta di posizioni che potrebbero, mutatis mutandis, venire adottata anche da movimenti nazionali d’altri paesi europei. Il partito si dichiarava avverso ad una moneta unica europea e difensore della Sterlina (sentimenti condivisi dalla grande maggioranza dei Britannici) e per l’uscita dalla Comunità Europea.Tuttavia esso dichiarava di voler mantenere i migliori rapporti possibili con i paesi europei, ma soprattutto, di voler migliorare e rendere più stretti i rapporti con Australia, Canada e Nuova Zelanda: ultimo sussulto di nostalgia imperiale!
Il BNP dichiarava di voler combattere il crimine e restaurare la sicurezza pubblica. Chiedeva che le forze di polizia venissero liberate dagli “impedimenti” del politicamente corretto e che ai tanto declamati “diritti” dei criminali venissero anteposti quelle delle vittime. Esso chiedeva il ripristino delle pene corporali per i piccoli crimini e atti di vandalismo e della pena di morte per terroristi, assassini e pedofili, qualora la colpevolezza dell’imputato fosse provata al di là di ogni dubbio.
Nel campo dei problemi del lavoro e dell’economia, il BNP attribuiva alla globalizzazione l’esportazione di posti di lavoro verso il Terzo Mondo con conseguenze negative sia per i lavoratori sia per le industrie britannici.; per contrastare tali fenomeni si chiedeva la riduzione dell’importazione di beni prodotti all’estero: la precedenza nelle assunzioni ai  britannici e la partecipazione dei lavoratori agli utili delle imprese.
Riguardo all’educazione pubblica si lamentava che i moderni sistemi l’avessero fatta diminuire di livelo, invocando il ripristino dell’autorità degli isegnanti, l’incremento della preparazione in campo tecnico e quello della storia e della cultura e dell’eredità dei popoli briannic allo scopo di favorire l’orgoglio nazionale.
In altri punti il BNP dichiarava di voler incrementare aiutare l’agricoltura allo scopo anche di rendere il paese autosufficiente; di  voler migliorare il sistema sanitario anche col destinargli le somme che venivano, invece, inviate al Terzo Mondo sotto forma di aiuti, nel campo dei trasporti si dichiarava la volontà di incentivare l’uso dei mezzi pubblici a scapito di quelli privati anche con i dovuti miglioramenti che il sistema richiedeva. Veniva manifestata pure, la volontà di opporsi al degrado ambientale sia dal punto di vista del’ambiente sia da quello estetico. Erano anche previsti miglioramenti nel campo delle pensioni, l’opposizione al terrorismo in Irlanda con la speranza, forse utopistica, di accogliere  in un eventuale futuro, sia l’Ulster sia l’Eire come partners di uguale rango in una “federazione delle nazioni delle Isole Britanniche”.
Sul piano della difesa si invocava un rafforzamento delle forze armate, l’uscita dalla Nato, la chiusura delle basi straniere sul suolo britannicoemil rifiuto di rischiare vite britanniche in missioni “di pace” nel mondo. Nel campo della politica internazionale, si chiedeva che gli aiuti alle ex colonie venissero collegati alla accettazione da parte di queste delle politiche di rimpatrio degli immigrati: per il resto veniva chiesta la fine della sudditanza nei confronti degli USA e delle organizzazioni internazionali.,
A proposito di “democrazia” si chiedeva che si lasciasse realmente che fosse il popolo a decidere: “in anni recenti al popolo britannico sono stati negati i suoi diritti democratici. In una questione dopo l‘altra, l’opinione della maggioranza è stata sopraffatta da una “élite” politicamente corretta che ritiene di avere una conoscenza migliore dei fatti: sull’immigrazione, sulla pena capitale, sulla capitolazione della sovranità britannica nei confronti della UE e in numerose altre questioni, la democrazia è stata assente, dato che Laburisti, Conservatori e Liberal Democratici di elezione in elezione, cospirano per negare al popolo ogni possibilità reale di scelta intorno a queste argomenti: Il BNP esiste per dare al popolo britannico tale possibilità di scelta, e ripristinare e difendere così quei basilari diritti democratici che sono stati negati, noi siamo a favore di una maggiore democrazia
E non solo a livello nazionale, ma anche a quelli regionali e locale. Il potere deve essere devoluto al livello più basso possibile così che le comunità locali possano prendere le  decisioni che le riguardano. Noi rimuoveremo i limiti legali alla libertà di parola imposti dai successivi governi negli ultimi 40 anni. Noi stabiliremo una “carta di diritti” che garantisca al popolo britannico le libertà fondamentali. Assicureremo che il comune popolo britannico abbia il reale potere democratico sulle proprie vite e che il Governo, a livello locale come a quello nazionale, sia veramente responsabile verso il popolo che lo ha eletto.” Da parte sua, nei suoi più recenti documenti, il NF si presenta come un “Partito radicale che mira a cambiamenti di fondo” Il suo scopo principale sarebbe quello di conferire effettivamente il potere al popolo, mirando tra l’altro ad un nuovo sistema elettorale che includa la rappresentanza proporzionale. Sul piano internazionale “il NF sostiene il diritto all’autodeterminazione di tutte le nazioni e perciò si oppone all’imperialismo militare ed economico. Si oppone anche alle istituzioni sovranazionali che erodono la sovranità delle nazioni”. .il NF crede che ogni nazione …debba essere fiera della propria storia e delle proprie tradizioni e debba rispettare quelle delle altre nazoni. Inoltre ogni nazione ha il diritto di programmare il proprio futuro sia sul campo economico che su quello politico.Il NF deplora i tentativi..volti ad imporre sistemi politici ed economici multiculturali alle nazioni..e..si oppone, particolarmente, al carattere distruttivo dell’imperialismo culturale americano. Le nazioni dovrebbero essere libere di determinare il proprio sistema politico, economico e di sviluppare la propria cultura.” Riguardo alle nazioni europee il partito dichiara di voler stringere i rapporti con essi ma si pronuncia per l’uscita dall’Unione Europea.
Sul piano “Law and Order”esso si pronuncia per l’aggravamento di certe pene compresa quelle corporali e quella capitale. Nell’ambito dell’economia sostiene un nazionalismo economico basato sulla restrizione dell’importazione dei beni. Auspicando un incremento delle capacità difensive nazionali, il NF “si oppone totalmente all’uso di truppe britanniche da parte delle Nazioni Unite per …e ad  ogni tentativo di formare una esercito europeo e chiede il ritiro dalla Nato. Ma, per passare al punto cruciale: riguardo a “Razza ed Immigrazione”. “Il NF crede che il mondo contenga una ricca varietà di razze e di culture da esse create. Noi crediamo nel preservazione di queste razze. Date che ogni razza si è evoluta sviluppando le strutture sociali ad essa proprie” Queste sono differenti secondo le razze e sono state edificate in modo conforme al carattere di ogni razza. Nel caso della a Gran Bretagna il NF sostiene la volontà della maggioranza dei britannici che la Gran Bretagna rimanga un paese bianco, con costumi e cultura che si sono sviluppati in modo conforme al nostro carattere. Conseguentemente il NF darà l’alt ad ogni ulteriore immigrazione non bianca…e introdurrà una politica di graduale e umano rimpatrio di tutte le persone di colore residenti attualmente nel paese. Lo svolgimento di tale politica dipenderà dalle riconferme elettorali dei governi del NF, Il NF ritiene che questa sia l’unico modo per fermare la crescita delle tensioni razziali e delle violenze che stanno diventando parte delle vita quotidiana…Riguardo all’immigrazione bianca, essa sarà permessa solo quando vi saranno particolari ragioni quali il possesso di doti particolari o nel caso di rifugiati politici. Finché non sarà risolto il problema della disoccupazione, il NF cercherà di ridurre tale immigrazione al minimo.”
Il movimento si dichiara poi, a favore della difesa della famiglia tra l’altro restringendo il diritto all’aborto e combattendo il diffondersi dell’omosessualità.promette misure per migliorare l’educazione scolastica. Esso si dichiara contrario al possesso dei media da parte di elementi non britannici e la costituzione di “imperi”in tale settore. Il NF si dichiara a favore della tutela dell’ambiente, e delle aree rurali prevedendo di ridurre lo sperpero di energia e la ricerca di fonti alternative.
Naturalmente esso si schiera per la difesa del possesso britannico del Nord Irlanda, per il miglioramento delle sistema sanitario e la protezione delle arti popolari. .




2003 : SUCCESSI E PROBLEMI DEL BNP
Il 2003 fu, nonostante il permanere di gravi problemi, un grande anno per il nazionalismo britannico e, in particolar modo, per il British National Party. Veniva conquistato un altro seggio comunale a Calderdale che si andava ad aggiungere a quello di Brixton e ai 3 di Burnley (cfr.Faits Et Documents 1-15 -I 2003)
In quel periodo il BNP avrebbe avuto più di un centinaio di sezioni in tutto il paese, A maggio si svolsero altre votazioni a livello amministrativo ed il partito fece un altro passo avanti.( Notiamo che esso si schierò contro la guerra in Iraq, chiedendo ai suoi simpatizzanti ed aderenti ad unirsi alle marce dei pacifisti.)
Alessio Altichieri “Blair vince in Iraq ma perde le elezioni”in Corriere della Sera 3 maggio 2003” parlava di “successo del British National Party, il piccolo ma rabbioso partito fascista che ottiene 11 consiglieri: non sfonda, ma a Burnley, città di violente tensioni razziali, diventa il secondo partito.”
Il movimento veniva così descritto, in modo abbastanza criticabile, <il British National Party, BNP, è un partito xenofobo che chiede la chiusura delle frontiere a tutti gli immigrati e il rimpatrio di quelli già presenti in Gran Bretagna.   Alle politiche dello scorso anno (che hanno visto la riconferma al governo del Labour del primo ministro Tony Blair) il BNP ha conquistato lo 0,2% dei voti e non ha ottenuto nessun seggio in Parlamento. Ma, in particolare a Burnley, città del Nord Inghilterra, dove sono presenti forti comunità asiatiche e che la scorsa estate è stato teatro di violenti scontri razziali,     il BNP ottiene consensi crescenti ed è diventato, l’ altro ieri, il secondo partito. Il leader del partito Nick Griffin, definito il Le Pen britannico ..43 anni, accusa sovente gli ebrei di dominare i media e di volere”la dissoluzione dell’Occidente”.Il buon risultato del BNP, però,    personalmente non ha premiato il Griffin che non è stato confermato consigliere della città di. Griffin, laureato a Cambridge, ha parole durissime per Londra, che chiama irridente, “la discarica multirazziale.”> Per riassumere la situazione del nazionalismo britannico possiamo riferirci all’articolo di Lionel Placet “Espagne, Italie, Belgique: radicalite et combat electorale ne font pas bon menage”) apparso sul numero di Maggio 2003 delle rivista francese <Resistance>: Alle elezioni municipali parziali dell’ Aprile, i nazional- radicali hanno ottenuto 16 seggi :i più andavano all British National Party , 2 sono andati al Freedom Party (scissione moderata del BNP.) e 1 al vecchio gruppo” tercerista ”Third Way. Il National Front che presentava qualche candidato non ha avuto eletti ma ha ottenuto risultati onorevoli (12,5% a Aberdeen, 12,43%a Ashford etc..) I risultati sono tanto più buoni se li si paragona a quelli dei continentali (Il BNP ha avuto il 48,44% a Broxbourne, il 45,42 a Burnley- 5 eletti che vanno ad aggiungersi ai 3 ottenuti in precedenza, ora è il 2°gruppo politico della città, 42,67a Dudley etc.. Il FP., ottiene il 40,54% a Wombourne, ..Third Way il 21,87 a Cuffley…” Risultati che si spiegavano anche perché in Gran Bretagna, a differenza di quanto era accaduto in Italia e Spagna in analoghe e contemporanee consultazioni, lei diversi gruppi avevano evitato di presentare liste rivali negli stessi luoghi…Cosa sulla quale le formazioni nazionali dei 2 paesi dovrebbero meditare. In totale il fronte nazionalista britannico era passato in pochi mesi da zero a 21 eletti nei consigli comunali, una forza mai avuta in precedenza.  In ogni caso, almeno sino a quel momento, la strategia elettoralistica si era rivelata più  efficace delle velleità attivistiche, ed anche guerrigliere, dei gruppi più estremisti ! 
Agli inizi del 2003 in un documento ad uso dei candidati del BNP si poteva leggere che esso “non era né razzista né multi razziale” distanziandosi dal "Razzismo”del NF. Si riconosceva”l’umanità è divisa in molte razze,e queste razze,  mentre condividono molti tratti comuni a tutti gli esseri umani,hanno delle differenze innate che vanno oltre il colore della pelle.Nonostante la propaganda degli accademici neo marxisti e delle prostitute dei media, e la codardia dei conservatori che non osano affrontare la minacce totalitarie del<politicamenbte corretto>ciò è un fatto., Sia che tali differenze siano state create dalla Divinità o siano il risultato di un processo evolutivo è irrilevante; ciò che conta che il BNP riconosce questi immutabili aspetti della natura umana e cerca di basare il suo programma politico su talli realtà e non sulla perniciosa fantasia dell’<eguaglianza umana>.Il più importante e prima conseguenza della nostra accettazione delle differenze innate tra gli uomini è il nostro riconoscere che la nazionalità, mentre è influenzata da molti fattori-includenti le comuni lealtà, la comune storia, l’eredità religiosa e l’identificazione personale- è soprattutto e in primo luogo determinata dal carattere entico.”Perciò un esperimento multi razziale che andasse oltre certi limiti, sarebbe foriero, per il BNP di disgregazione e caos."Noi riteniamo che non solo il nostro popolo è differente dagli altri, ma che tale genuina diversità sia meritevole di venire preservata. Non è questione di<superiorità> o<inferiorità>”.E tale difesa passerebbe, per i nazionalisti britannici, anche tramite l’avversione ai matrimoni con individui d’altre razze.Il partito annunciava che esso non pretendeva più, cosa che d'altro lato, appariva ,almeno ai più, ormai impossibile, di rendere nuovamente totalmente bianca la Gran Bretagna, esso si proponeva, infatti, di cooperare con quei, relativamente pochi, immigrati assimilabili, e per i quali non si sarebbe giunti al rimpatrio, attraverso l'”Ethnic Liason Committee”, ” concessione”, questa che era criticata dal National Front e dagli altri gruppi più estremisti.Peraltro il BNP dichiarava che non   intendeva accettare membri di altre razze, per quanto integrati, né i britannici sposati a membri di altre razze, ciò per differenziarsi nettamente dai movimenti plurirazziali.Codesto documento, diffuso via Internet in data 16 Febbraio 2003 (“The BNP: Anti-asylum protest, racist sect or power-winning movement?”) concludeva.”Noi ora stiamo costruendo un apparato capace di conquistare il potere.Nel mondo della politica reale, in cui stiamo appena muovendo i primi passi, ciò può voler dire sacrificare dogmi ed attitudini che sette soddisfatte di rimanere club ..senza potere possono mantenere….Noi abbiamo una reale possibilità di avanzare, in pochi anni, da inefficace gruppo di pressione a un potenziale partito di governo. Non dobbiamo mancare  questa occasione perché non ne avremo altra….Ma noi non dobbiamo diventare unicamente un amacchina per la conquista del potere. Noi non cerchiamo il potere per amore del potere, ma per poterlo usare per….proteggere il nostro popolo e assicurare un futuro ai bambini bianchi. Questo è stato sempre il nostro scopo, lo è ancora e lo rimarrà sempre.”
Neppure i primi,relativi, successi riuscivano a guarire il nazionalismo britannico dalle sue beghe interne e dal suo frazionalismo, continuando la rivalità tre il Griffin, ed il Tyndall, quest’ultimo nel corso dell’estate 2003 era espulso dal B.N.P. dato che suoi articoli apparsi su<Spearhead> avevano violentemente criticato la direzione del movimento, però  il vecchio leader faceva appello alle vie legali riuscendo a far annullare l’espulsione.
Nell’ultima parte del 2003 il BNP si presentava, certo, come un movimento incentrato sulla questione "razza": esso proclamava di voler solo difendere l’identità etnica degli abitanti delle isole britanniche e di non voler interferire negli affari delle altre razze. Secondo il Griffin, il partito non era razzista ma neppure multirazziale. Il La sua determinazione fondamentale era quella di assicurare un futuro ai bambini bianchi.Ciò senza odiare nessuno neppure i figli di razza mista vittime tragiche di una multirazzialità imposta. E senza accettare in nessun caso la mescolanza tra le razze. Esso cerca i voti di coloro che vedono nell’immigrazione una minaccia per i loro posti di lavoro, una causa del crescere della delinquenza e del declino culturale.Attualmente esso chiede uno stop ad ogni ulteriore ingresso di non europei e il rimpatrio volontario di quegli immigrati che volessero ritornate elle loro terre d’origine e che lo stato dovrebbe aiutare.Il BNP dichiara con franchezza di non considerare i non bianchi come”britannici”anche se nati nel paese e aventi la cittadinanza britannica, essi andrebbero, piuttosto, da considerarsi come   ”ospiti permanenti” La nuova direzione proclama di aver ordinato agli aderenti di stare lontani dalle zone in cui possano scoppiare tensioni e violenze a sfondo etnico, a rinunciato alla politica delle sfilate, che favorita dal Tyndall, in favore di approcci più sofisticati. Ad esempio a Burnley, gli attivisti nazionalisti distribuirono volantini in cui si sosteneva che la popolazione asiatica della città riceveva un trattamento preferenziale dall’autorità, cosa sulla quale, d’altra parte, concordavano molti cittadini; e dichiaravano che l’obiettivo dei nazionalisti era solo qualle di assicurare a tutti un eguale trattamento che non sarebbe stato assicurato dall’amministrazione laburista. Ritornando ai  risultati elettorali, notiamo che, nel 2003, il BNP non riuscì ad avere eletti al consiglio comunale della città di Sunderland pur presentandosi in tutti i 25 distretti della città. Ricevendo poco meno del 14% dei voti per un totale di 13.652 voti, più di 10 volte di quelli ottenuti alle elezioni generali di “ 2 anni prima. Seggi vennero anche conquistati nel West Midlands, Hertforsdhire ed Essex. Nella seconda metà del 2003 il BNP vinse 3 dei 6 seggi in cui si era presentato perdendone un quarto per pochi voti. Gli avversari iniziavano a temere seriamente che esso in un futuro più i meno prossimo potesse fare ingresso nel parlamento nazionale o in quello europeo.
Ma non vi erano stati solo successi, British National Party aveva dovuto espellere un consigliere eletto a Burnley, Luke Smith di 21 anni, per essersi comportato male (leggi ubriachezza) all’annuale festa del partito “Red, White and Blue” (!) ; costui era stato, peraltro, designato, frettolosamente, in sostituzione d’altra persona. Nella suppletiva il BNP vedeva crollare il numero dei voti e perdeva il seggio; poco prima a Kirklees, il partito si era aggiudicato un altro seggio comunale, ma, .contemporaneamente in altre votazioni erano registrati risultati meno incoraggianti dei precedenti, inoltre, nell’Ottobre, si dimetteva dal Partito Robin Evans che nel Novembre 2002 era stato eletto consigliere a Blackburn. Il partito tentava, in quel periodo, di espandere le sue attività anche in zone in cui fino a quel momento era stato assente o poco presente mirando a presentarsi come movimento a dimensione nazionale. Per gli osservatori i suffragi raccolti dai nazionalisti erano voti “di protesta” con i quali molti cittadini denunciavano l’inefficienza delle amministrazioni locali e manifestavano le loro delusioni nei riguardi dei partiti principali più che esprimere la loro presunta adesione alle posizioni del BNP. Si notava che i risultati più significativi venivano registrati in aree tradizionalmente a sinistra, ma sembrava che anche vari ex conservatori guardassero con crescenti simpatie al movimento di estrema destra.
Il 7 dicembre 2003 il BNP annunciava di avere un nuovo consigliere comunale a Calderdale nel West Yyorkshire.si trattava di Geoffrey Wallace, che andava ad aggiungersi agli altri 2 Adrian Marsden e Richard Mulhall, questa volta non si trattava di un ad altro successo elettorale, il nuovo consigliere era passato ai nazionalisti dal Partito Conservatore. Se in passato nelle liste del BNP si erano presentati elementi, in precedenza, candidatisi per altri movimenti, questo era il I caso, di passaggio di un  “eletto” di un altro partito alle file dei nazionalisti.
Tra i gruppi più estremisti formatisi agli inizi del nuovo secolo, possiamo ricordare il White Nationalist Party, formato da ex aderenti del NF con a capo Eddie Morrison, Tony Braithwaite John Wood. (1) Vi sarebbe, poi, un Order of the White Knights composto d’ex di C.18 e del NF che si richiamerebbe ai guerrieri medioevali che liberarono la Spagna dal dominio dei Mori.
(1)Da “An Introduction to the White Nationalist Party” traduciamo “Gli 8 Principi del Nazionalismo Bianco” “1)La nostra razza viene prima di tutto. Senza la solida base di una razza omogenea non può essere costruita nessuna nazione sana. Noi ci opponiamo al’immigrazione di massa nelle nostra patria e ci opponiamo sia all’integrazione razziale sia alla società multi razziale. Noi crediamo che l’integrazione razziale generi violenza ed odio e sia nociva a tutte le razze. La separazione razziale porta al reciproco rispetto e allo sviluppo separato dato che ogni razza segue il suo peculiare destino. 2)Noi siamo nazionalisti razziali.Noi crediamo che la nazione sia il fondamento dello stato. Noi ci opponiamo al Globalismo e all’Internazionalismo che cercano di distruggere e rendere schiave le nazioni. 3)Noi crediamo alla santità della famiglia come pietra fondante di una nazione sana. Oggi la vita della famiglia è minacciata da molte parti: record di divorzi, aborto a richiesta, famiglie con genitori “single”, diffusione dell’omosessualità, tutto ciò minaccia l’esistenza della famiglia. La distruzione della famiglia è all’origine di molti mali della nazione. 4) Noi possediamo una filosofia che insegna che siamo solo uno dei tanti anelli di una catena nella graduale evoluzione dell’uomo verso l’alto. Noi miriamo a costruire una vera razza e una nazione i cui scopi siano migliorare e aumentare la prosperità del popolo e aumentare le possibilità di seguire i dettami della natura e della selezione naturale. 5)Noi siamo moralmente opposti alla liberal democrazia.Tale credo malvagio è una delle forme del totalitarismo internazionale, con il suo falso umanitarismo e il suo culto del complesso di colpa della razza bianca. 6)Noi crediamo nella verità storica e cerchiamo di stabilire cosa sia realmente accaduto nella storia così da poter confutare gli argomenti del nemico e apprendere dal nostro passato 7)Noi crediamo che la democrazia sia una truffa e un impostura. Noi vogliamo stabilire un nuovo tipo di stato basato sulla leadership, sull’autorità e la disciplina.Non vi sono diritti senza doveri. Non è possibile che vi sia dignità nazionale senza che il popolo creda innanzi tutto nella propria razza e nella propria nazione. 8)Noi crediamo nella libertà di pensiero, parola e azione. Noi ci opponiamo a tutte le leggi che mirano a sottrarre ai bianchi e ai nazionalisti bianchi il diritto di esprimere e promuovere le loro idee...".




2004: UN ANNO DECISIVO?
Si deve, innanzi tutto, segnalare che rimanevano attivi i gruppi d’estrema sinistra e/o ebraici, decisi a contrastare, anche con la violenza, i nazionalisti, tra loro spiccavano l’Anti-Nazi League ANL e l’Anti Fascist Action AFA; la prima era sorta negli anni settanta col sostegno del British Socialist Workers Party, da essa scaturì, poi, l’ancor più radicale Red Action. Finanziata dai sindacati l’ANL di solito conduce campagne, basate soprattutto sulla distribuzione di volantini, nelle aree d’azione dei gruppi di estrema destra, talvolta ne contesta, più rudemente, le manifestazioni giungendo a provocare scontri con gli avversari.Vi è poi il periodico antifascista <Searchlight> che dedica, con intenti spionistici la sua attenzione alle attività dei gruppi di destra compresi il conservatore Monday Club e l ‘isolazionista United Kingdom Independence Party; veniva così alla luce la vicenda di Matthew Collin già capo della sezione della South London del BNP, che si scopriva essere un infiltrato provocatore del gruppo Searchliht (a sua volta sospettato di essere manovrato dai servizi segreti britannici) che aveva agito per anni nell’ambito di vari gruppi provocando l’arresto di i camerati colpevoli di atti di violenza. Avvertito dai servizi che stava per essere scoperto, era fuggito in Australia dove visse per dieci anni, ritornato in patria l’anno scorso ha redatto una “guida”del "mondo" nazionalista utilissima a sbirri e provocatori Peraltro, anche i problemi denunciati dai nazionalisti tendevano inesorabilmente ad aggravarsi: il <Financial Times> del 1 XII 2003 segnalava che la componente bianca della popolazione di Londra era diminutita, nel corso degli anni 90 del 7%, pur essendo, in complesso, gli abitanti della capitale aumentati del 4% ogni anno, vale a dire che di fronte ad un aumento di 282.143 persone, i bianchi erano diminuiti di 390.000 unità. Nel 1991 la capitale era composta per il 79,8% da bianchi, ridotti nel 2002 al 71,2. Nello stesso periodo gli immigrati dai Caraibi, per lo più di razza negra, erano passati da 163.400 a 379.000. Nella “Grande Londra” i non bianchi erano ormai più di due milioni contro il milione e 300.mila del 1991. Sul piano religioso i londinesi erano per il 58% cristiani, (contro il 72% nel resto dell’Inghilterra), con un 8,5% d’Islamici, un 4% di Indù, il 2,1 d’ebrei e l’1,7 di Sikhs.
Il 24 II il BNP segnalava di avere un altro consigliere comunale, con il passaggio nelle sue file, nella città di Stoke, di Bary Cuthbertson eletto come indipendente, costui dopo aver denunciato che la popolazione era stata messa in ginocchio dalle politiche governative sia a livello nazionale che locale, dichiarava, in una conferenza stampa: “Mio padre combatté a Dunkerque, in teoria per la libertà, ma se potesse vedere cosa viene fatto in Gran Bretagna per limitare la libertà di parola, si rivolterebbe nella tomba”. (Si riferiva alle misure sempre più vessatorie intese a “limitare” la discussione sui problemi razziali causati dall’immigrazione).
Per il momento rimanevano pressoché nulle le possibilità che il nazionalismo britannico, potesse lasciarsi alle spalle il suo inguaribile frazionismo. Aveva già scritto il Tyndall (“The Eleventh Hour”cit., pag.245) “Negli anni passati, per molti aspetti, il nazionalismo britannico è stato il peggior nemico di se stesso, sabotando con le sue rotture interne, le sue possibilità di sviluppo quando le possibilità di avanzare erano brillanti”. Non è certo da escludersi che ulteriori suicide divisioni possano verificasi anche in futuro. Qualora, le formazioni nazionali d’oltre Manica potessero uscire dall’interminabile girone delle scissioni e del proliferare di nuovi gruppuscoli, e adottassero una visione “più europea” non sarebbe da escludersi una reale possibilità che possano giungere a svolgere un importante ruolo. Nuvole nere si addensano sul futuro: molti pronosticano l‘aggravarsi dei problemi migratori e ambientali, e non è, forse, assurdo pensare che un’Europa che riuscisse a rimanere etnicamente se stessa e a limitare il ruolo dei fattori di decadenza, potrebbe tornare a svolgere quel ruolo di direzione mondiale al quale altre “potenze mondiali” si dimostrassero inadeguate. Questo, riteniamo, non dovrebbero mai dimenticare gli aderenti ai movimenti nazionali europei qualora l’aggravarsi delle difficoltà li facesse disperare della possibilità di continuare la lotta.




BIBLIOGRAFIA


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RIVISTE

“SPEARHEAD--P.O.Box 117,Welling, Jet, DA156 3DW GRAN BRETAGNA
SITI

FRIENDS OF OSWALD MOSLEY http://www.oswaldmosley.com/
INTERNATIONAL THIRD POSITION http://politicalsoldiers.net/
WHITE NATIONALIST PARTY http://www.whitw.org.uk/


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